MIGRANTI: SINDACO DI RIACE ARRESTATO

MIGRANTI: SINDACO DI RIACE ARRESTATO

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L’EROE CALABRESE DI FORTUNE
PALADINO DELL’IMMIGRAZIONE
AI DOMICILIARI PER NOZZE COMBINATE
E APPALTO ILLECITO DEL SERVIZIO RSU:
INCHIODATO DA INTERCETTAZIONI SHOCK

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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Si distinse per aver messo in pratica tutti i mantra di Cecile Kienge e Laura Boldrini diventando un eroe dell’accoglienza dei migranti a qualsiasi costo ed aldilà di qualsiasi regola. Come se la Cosa Pubblica nel paesino calabrese di Riace fosse divenuta Cosa Sua. Osannato dalle associazioni umanitarie e dai fans dell’immigrazione indiscriminata quali il newyorkese Roberto Saviano fu dipinto come il Sindaco più rosso d’Italia che giunse ad appendere la fascia tricolore ad un chiodo quando furono bloccati i contributi al centro di accoglienza Sprar del suo comune. Ora di rosso non rimane che la vergogna per le accuse pesanti che hanno portato Domenico “Mimmo” Lucano agli arresti domiciliari per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti”. Un’inchiesta supportata anche da intercettazioni shock dello stesso amministratore pubblico.

E’ questo l’epilogo dell’inchiesta Xenia (ospitalità in greco) av viata più di un anno fa dalla Procura di Locri e culminata con un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale su richiesta del procuratore locrese Luigi D’Alessio. «La misura cautelare – è scritto in una nota firmata dal magistrato – rappresenta l’epilogo di approfondite indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. E’ emersa la particolare spregiudicatezza del sindaco Lucano, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell’organizzare veri e propri “matrimoni di convenienza” tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano». Secondo la Guardia di Finanza, Lucano e Tesfahun avevano «architettato degli espedienti criminosi, tanto semplici quanto efficaci, volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia». Indizi gravi, precisi e concordanti che palesano come dietro il Modello Riace, che fece diventare Lucano famoso in tutto il mondo e persino celebrato dalla rivista Fortune che lo inserì tra i 50 uomini più influenti del pianeta, ci sarebbero abusi di vario genere.

LE INTERCETTAZIONI CHE INCHIODANO LUCANO

Grazie alle rivelazioni de Il Fatto Quotidiano, sempre in pole position nel recuperare i contenuti delle più scottanti ordinanze di custodia cautelare, ecco le intercettazioni che inchioderebbero il Sindaco «anche e soprattutto l’estrema naturalezza con la quale Lucano e la sua compagna straniera Tesfahun Lemlem, sottoposta alla misura cautelare del divieto di dimora a Riace, si risolvevano a trasgredire norme civili, amministrative e penali» scrivono i Finanzieri. Tra queste i dialoghi tra lui e la compagna da cui emergerebbe che Lucano si è adoperato in prima persona per organizzazione di matrimoni “di comodo”. “Se ne deve andare – dice -, se ha avuto per tre volte il diniego… ecco perché non lo rinnovano più. Ti spiego, dal punto di vista dei documenti lei non può stare… mica dipende da… questo purtroppo, dico purtroppo perché io non sono d’accordo con questo decreto, come documenti lei non ha diritto di stare in Italia, se la vedono i Carabinieri la rinchiudono… perché non ha i documenti, non ha niente… da un punto di vista umano ovviamente le possibilità che ha a Riace di non avere problemi sono più alte, si confonde in mezzo a tutti, però lei i documenti difficilmente ce li avrà, perché ha fatto già tre volte la commissione, ecco perché  non rinnovano il permesso di soggiorno. Se lei va alla Questura di Siderno, se parla di documenti… io la carta d’identità gliela faccio… io sono un fuorilegge, sono un fuorilegge, perché per fare la carta d’identità io dovrei avere un permesso di soggiorno in corso di validità… in più lei deve dimostrare che abita a Riace, che ha una dimora a Riace, allora io dico così, non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità e gli dico va bene, sono responsabile dei vigili… la carta d’identità, tre fotografie, all’ufficio anagrafe, la iscriviamo subito”.

Sebbene non emerga mai la circostanza di favoritismi dietro compensi in denaro affiora chiaramente un modus operandi voloto ad aggirare ogni norma per garantire l’immigrazione. E ancora Lucano a parlare con la sua compagna: “Allora, io fino ad ora la carta d’identità l’ho fatta così, li faccio immediatamente, perché sono responsabile dell’ufficio anagrafe e stato civile, come sindaco. L’impiegato che c’era prima è andato in pensione, sotto i 3.000 abitanti l’ho assunta io questa delega, quindi ho doppia valenza diciamo, sia come sindaco e soprattutto come responsabile dell’ufficio… Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge però non è che le serve molto che ha la carta d’identità. Allora guarda qua, non andare avanti, analizziamo la sua situazione sul piano giuridico. Oggi lei è una diniegata per tre volte, lei non può fare più una commissione, non è più una ricorrente, se è come dice lei che è stata diniegata per tre volte non c’è una quarta possibilità, lei ha solo la possibilità di ritornare in Nigeria. Però… fammi andare avanti… sai qual è secondo me l’unica strada percorribile, volendo spremere le meningi? Che lei si sposi, come ha fatto Stella… Stella si è sposata con Nazareno, io sono responsabile dell’ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente… con un cittadino italiano… guarda come funziona Daniela, se lei… però dobbiamo trovare un uomo che è libero come stato civile… divorziato si… se lei si sposa a noi deve portare soltanto come richiedente asilo… almeno io non sto là a guardare se i suoi documenti sono a posto, mi fa un atto notorio dove dice che è libera di poter contrarre matrimonio e siccome è una richiedente asilo non vado ad esaminare i suoi documenti perché ovviamente uno che è in fuga dalle guerre non ha documenti con sé e mi basta una sua dichiarazione, un atto notorio… dovremmo chiedere all’ambasciata ma mi basta un’autocertificazione dove mi dice che lei è libera”.

L’APPALTO PER FAVORIRE DUE COOPERATIVE

«Tra le contestazioni a Mimmo Lucano c’è anche il fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti senza seguire le necessarie procedure di gara previste dal codice degli appalti – scrive Il Fatto Quotidiano – Per gli inquirenti, il sindaco di Riace avrebbe favorito due cooperative sociali, la Ecoriace e L’Aquilone che non erano iscritte all’albo regionale previsto dalla normativa e per questo difettavano dei requisiti di legge richiesti per l’ottenimento del servizio pubblico. In particolare, Lucano ha istituito un albo comunale delle cooperative sociali cui poter affidare direttamente svolgimento di servizi pubblici. In questo modo, alle due cooperative veniva affidata la raccolta e il trasporto dei rifiuti dall’ottobre 2012 fino all’aprile 2016. Così facendo, il sindaco avrebbe impedito l’effettuazione delle necessarie e previste procedure di gara». Trattasi di un appalto del valore di un milione di euro all’anno, e di conseguenza ben superiore al limite di 45mila euro per il quale è consentito l’affidamento diretto.

L’INCHIESTA PER TRUFFA E CONCUSSIONE NEL 2017

Il Sindaco di Riace, Domenico Lucano, era finito nel registro degli indagati della Procura di Locri per concorso in concussione, truffa aggravata e abuso d’ufficio nel 2017. L’inchiesta, secondo quanto riportato allora sui quotidiani locali, riguardava la gestione dei progetti di accoglienza per i migranti, nella qualità di sindaco di Riace e contemporaneamente nella qualità di responsabile dell’area amministrativa del Comune. Il sostituto procuratore Vincenzo Toscano di Locri, titolare delle indagini, aveva delegato alla Guardia di Finanza del Gruppo Locri accertamenti, perquisizioni e sequestri di documenti. Dalla relazione della prima visita ispettiva ordinata dalla Prefettura di Reggio Calabria ed effettuata nel luglio 2016 e consegnata a fine dicembre, sarebbero emerse incongruenze circa la rendicontazione delle somme relative ai progetti di accoglienza per centinaia di migliaia di euro. Le contestazioni dell’ipotesi accusatoria coprono un arco temporale che va dal 2014 al 2016. Da quella prima inchiesta nacquero gli approfondimenti di indagine che hanno ora portato all’arresto del Sindaco. Molti dei capi d’imputazione, tra cui la concussione, sono stati ritenuti non configurabili dal Gip (leggi successivo articolo).

L’ISPEZIONE 2016 CHE SCOPRI’ SPESE GONFIATE

Fu Il Giornale ha pubblicare in anteprima nel marzo 2017 le conclusioni della commissione di funzionari della Prefettura di Reggio Calabria che per primi rilevarono grosse anomali nella gestione dello Sprar di Riace. Gli ispettori, pur lodando la bontà degli intenti , mettono nero su bianco in un verbale molte anomali e criticità a cominciare «nell’affidamento (a ben sei enti gestori), nell’organizzazione e nella conduzione delle attività. A partire dall’affidamento diretto, da parte del sindaco Lucano, a specifici enti gestori senza aver mai indetto una gara pubblica alla quale avrebbero potuto partecipare anche altre associazioni e cooperative, oltre quelle scelte de imperio dal primo cittadino». Un percorso privilegiato all’interno del quale anche «gli oltre 2 milioni di euro da gestire per l’accoglienza degli immigrati» avrebbero preso «scorciatoie o strade sbagliate».

Una delle più importanti contestazioni fu quella inerente la durata dell’accoglienza: «un terzo dei 150 richiedenti asilo risulta essere illegalmente ospite in termini di durata massima di permanenza (due anni anziché 6 mesi)» determinando così «uno spreco pari a oltre 600 mila euro annui». Mentre sempre secondo il rapporto citato da Il Giornale «superano abbondantemente i 500 mila euro, le spese senza «pezze d’appoggio», o con giustificazioni poco chiare o raddoppiate. Fra queste, i 12 mila euro per i 9 mila litri di carburante per auto che avrebbero dovuto assicurare la percorrenza di oltre 200 mila chilometri annui ad un automezzo che, in oltre dieci anni di vita, ne ha percorsi, in totale, solo 188 mila. Nessuna giustificazione anche per i 40 mila euro di parcelle per legali ed interpreti. Poco chiare le spese per il fitto di abitazioni (classificate A/3) in uso agli immigrati, di cui mancano attestazioni di agibilità e abitabilità, di proprietà di parenti dei responsabili degli enti gestori lo Sprar: oltre 200 mila euro annui». Al di là di tutte queste precise osservazioni sulla contabilità dello Sprar, che determinò la sospensione dei contributi per un lungo periodo, gli ispettori avevano contestato pure le figure professionali impiegate «600 mila euro sono spesi annualmente per stipendiare 70 operatori, non sempre e non tutti con le carte in regola. Per esempio, quell’assistente sanitario munito semplicemente di un diploma di agrotecnico. O, addirittura, quel direttore generale di alcuni fra gli enti gestori che, essendone anche presidente, riveste il doppio ruolo di datore di lavoro e dipendente di se stesso, con tanto di doppia firma sui documenti ufficiali. Senza tener conto, per rafforzare il dubbio, ove mai fosse necessario, che lo stesso era stato dipendente comunale con la mansione di «manutentore della rete idrica e fognaria» del paese».

Contestazioni che rivelano una gestione estremamente disinvolta del denaro pubblico ed in palese violazione a varie normative statali sulla amministrazione del centro di accoglienza che di fatto pareva gestito come un’azienda di famiglia a vantaggio degli abitanti di Riace ma a spese della Repubblica Italiana. Un Modello Riace che impressionò il mondo ma oggi ha impressionato anche la magistratura che ha emesso l’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti del Sindaco.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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per approfondimenti su altri casi di reati sull’immigrazione clicca qui

FONTI

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/02/riace-arrestato-il-sindaco-lucano-favoriva-limmigrazione-clandestina-anche-con-matrimoni-di-comodo/4662760/

http://www.ilgiornale.it/news/politica/migranti-bluff-sindaco-modello-1373026.html

Truffa e concussione: indagato il sindaco di Riace Domenico Lucano

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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