CHRISTCHURCH, L’EX MINISTRO ISLAMICO: «MOSSAD DIETRO LE STRAGI»

CHRISTCHURCH, L’EX MINISTRO ISLAMICO: «MOSSAD DIETRO LE STRAGI»

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CONNESSIONI TRA ISRAELE E IL KILLER:
DOPO LE RIVELAZIONI DEI SERVIZI SEGRETI
E L’INCHIESTA NZSIS SUGLI AGENTI DI TEL AVIV
LE ACCUSE DI UN EX DEPUTATO DELLE FIJI
PRESIDENTE DELLA MOSCHEA DI AUCKLAND
DIVENTANO CASO DIPLOMATICO MONDIALE.
MOLTI MISTERI E SOSPETTI SUL MASSACRO

AGGIORNAMENTO  20 MARZO 2020

Brenton Tarrant, il suprematista bianco australiano accusato di essere l’autore della strage di Christchurch del marzo 2019 ha cambiato la sua dichiarazione di colpevolezza da non colpevole a colpevole. Lo ha riferito la polizia neozelandese. Il 29enne Tarrant è comparso in videoconferenza dal carcere di Auckland nel quale è rinchiuso davanti all’Alta Corte di Christchurch per ammettere le sue responsabilità nella morte di 51 persone e nel tentato omicidio di altre 40 persone durante gli attacchi alle due moschee della città neozelandese, il 15 marzo dello scorso anno. Tarrant si è anche dichiarato colpevole dell’accusa di terrorismo. In precedenza aveva negato tutti i 92 capi di imputazione.

“La dichiarazione di colpevolezza offre un pò di sollievo alle tante persone le cui vite sono state sconvolte da quanto è accaduto il 15 marzo”, ha commentato la premier neozelandese Jacinda Ardern. Tarrant è in carcerazione preventiva fino al 1 maggio di quest’anno, ma la polizia ha già annunciato che il processo non potrà svolgersi prima della fine dell’emergenza coronavirus, per consentire la partecipazione dei familiari delle vittime e delle persone rimaste ferite nei due attacchi. (fonte Avvenire)

 

ARTICOLO DEL 27 MARZO 2019

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Il sospetto di una pista israeliana dietro alla strage del 15 marzo nelle moschee neozelandese di Al Noor e Linwood diventa un caso diplomatico. Dopo le anticipazioni dell’esperto di intelligence Gordon Duff sul sito americano Veterans Today, riportate con ulteriori particolari e anomale coincidenze dal portale italiano d’investigazioni internazionali Gospa News, l’ipotesi che il capo del commando assassino Brenton Tarrant sia stato aiutato dal Mossad, i servizi segreti di Tel Aviv tra i più potenti ed efficienti del mondo, finisce sui quotidiani dell’Oceania come su quelli d’Israele a causa delle pubbliche dichiarazioni di uno dei più influenti musulmani del continente.

«Sono qui e dico che ho il sospetto molto forte che dietro di lui ci sia un gruppo e non ho paura di dire che sento che c’è il Mossad dietro a questo» riferendosi al killer e al massacro di Christchurch. Una frase pesante come un macigno soprattutto perché pronunciata sabato 23 marzo durante la commemorazione delle 50 vittime davanti a migliaia di musulmani al raduno di Auckland organizzato da “Love Aotearoa Hate Racism”.

L’ex deputato delle Fiji ora presidente della più importante moschea di Auckland durante il suo discorso – CLICCA SULL’IMMAGINE PER IL VIDEO

Il video, con il suo sospetto, è subito rimbalzato sui social e nel giro di qualche giorno è esploso anche sui media con l’immediata reazione sdegnata delle comunità israeliane. Soprattutto perché a pronunciare quella frase non è stato un islamico qualunque ma Ahmed Bhamji, presidente della moschea Monte Roskill E Umar, la più grande della Nuova Zelanda, secondo il quale dietro ci sarebbero non meglio precisati «affari sionisti».

Insinuazioni che hanno suscitato una dura reazione sia dei giornali israeliani (Times Of Israel e The Tower) sia dell’Ambasciata d’Israele a Wellington. Quest’ultima, come riporta il NZ Herald, in una nota ufficiale di ieri, mercoledì 27 marzo, ha definito le accuse di Bhamji “assurde” e “deplorevoli”.

«Tutto il popolo israeliano, insieme al popolo della Nuova Zelanda, ha pianto l’orrendo massacro di terrore contro i fedeli musulmani a Christchurch – ha scritto la sede diplomatica di Tel Aviv – L’assurda accusa fatta da Bhamji è una deplorevole espressione del più basso pregiudizio antisemita e siamo fiduciosi che sia completamente respinto dalla leadership della comunità musulmana e da tutti i neozelandesi. In questo momento vogliamo trasmettere di nuovo la più profonda simpatia dell’ambasciata israeliana e dello stato di Israele alle vittime e alle famiglie degli attacchi alla moschea di Al Noor e Linwood».

Parole molto belle che stridono un po’ con la raffica di missili sparati proprio negli ultimi giorni sui palestinesi della Striscia di Gaza nonostante il tentativo di mediazione dell’Egitto e, poche ore fa, anche sulla città di Aleppo, in Siria.

I MISTERI SU CHRISTCHURCH E LE ACCUSE DELL’EX MINISTRO

Le accuse di Bhamji sono state subito censurate anche dalla Commissione neozelandese per i Diritti Umani, la quale ha affermato che «il pregiudizio contro il popolo ebraico non ha spazio in Nuova Zelanda. Dobbiamo condannare il razzismo, l’odio e l’antisemitismo ogni volta che lo vediamo».

Ma le luci di molti media internazionali si sono ormai accese e potrebbero – e dovrebbero – indurre qualche reporter a verificare le molteplici correlazioni tra Israele e Tarrant evidenziate da Veterans Today sulla base di fonti d’intelligence internazionali, e quelle rivelate da Gospa News sull’inchiesta del 2012 del NzSis (i servizi segreti neozelandesi) riguardante la presenza di agenti dei Mossad a Christchurch, moschea dove si erano radicalizzati due Foreign Fighters del continente oceanico, poi uccisi da un drone Usa mentre si trovavano a bordo di un convoglio di Al Qaeda nello Yemen. A questi fatti si aggiungono i sospetti sulle armi vietate usate dal killer e la singolare circostanza che tra le vittime ci sia anche un palestinese laureatosi in informatica in Canada e residente in Kuwait nel periodo della prima Guerra del Golfo.

Il video del massacro nella moschea di Al Noor – ATTENZIONE! IMMAGINI FORTI.

 

Elementi che rappresentano, per ora, solo importanti indizi di strani movimenti e connessioni israeliane con la città neozelandese e non bastano ancora a provare una cospirazione dei Mossad: ma dovrebbero quantomeno sollecitare chi indaga sul massacro ad allargare gli orizzonti dell’inchiesta. Le dichiarzioni del leader musulmano hanno avuto grande eco anche perché lui non è un semplice predicatore islamico.

Ahmed Bhamji è un uomo d’affari indiano delle Fiji dove si fece conoscere come politico del Partito della Federazione Nazionale a 37 anni, quando fu eletto Sindaco di Ba. Nelle elezioni generali del 1987 per la Camera dei Rappresentanti, vinse nel collegio nazionale del Nord-Est nella coalizione laburista con 12.786. Divenne Ministro delle Comunicazioni, dei Trasporti e delle Opere nel Governo di Bavadra, che durò soltanto un mese a causa di un golpe. Proprio dopo tale evento Bhamji lasciò le Fiji ed emigrò in Nuova Zelanda stabilendosi ad Auckland dove è appena stato eletto, nel marzo 2019, presidente dellla moschea di Monte Roskill E Umar.

 

TARRANT: IL KILLER DAL DOPPIO VOLTO

ARTICOLO DEL 20 MARZO 2019

Brenton Tarrant non ha 28 anni e non è di origini australiane. Partono da questi punti le certezze trapelate da alcuni servizi segreti internazionali che ben conoscevano il killer delle stragi delle moschee di Christchurch e lo tenevano sotto sorveglianza perché sarebbe stato addestrato da Israele per uccidere il presidente siriano Bashar al Assad.

In una frase si comprende perché la sua storia è molto più complessa di quella finora descritta a spizzichi e bocconi sui media: in essa il fanatismo per il suprematismo bianco non sarebbe altro che l’abito esteriore, l’impulso emotivo, il movente “ufficiale” di una presunta cospirazione, transnazionale e sovramassonica, nel segno di quella strategia del terrore che negli anni Ottanta dilaniò l’Italia con molteplici stragi, in gran parte rimaste avvolte da insondabili misteri le cui verità sono forse nascoste in documenti classificati e perciò secretati dai governi coinvolti.

Allora avvennero per giustificare la permanenza di Gladio, il piano paramilitare anglo-americano di intelligence militare denominato Stay Behind: ufficialmente predisposto per difendere la penisola italica dal rischio di una deriva politica comunista, e conseguente utopica invasione, come emerso di recente dagli esiti della Commissione parlamentare sul Delitto Moro; realisticamente impiantato dal Regno Unito prima e cooptato dagli Stati Uniti d’America poi per garantirsi la colonizzazione armata perpetua di quella “portaerei del Mediterraneo” come è definito lo stivale del Bel Paese in grossolano gergo bellico.

 

LA STRATEGIA DEL TERRORE DELLA TRIADE MASSONICA

Oggi la strategia del terrore su scala mondiale potrebbe servire a legittimare una nuova corsa agli armamenti dopo la crisi patita dall’industria delle tecnologie di difesa, su cui speculano i più grandi fondi d’investimento, a cavallo della fine del II millennio per la caduta del regime comunista sovietico e la proliferazione di tanti governanti pacifisti suggestionati dalla missione umanitaria di Giovanni Paolo II intorno al mondo, primo papa della storia a toccare le terre più remote e a sfidare anche i paesi con le dittature più anticlericali.

Il Castello di Wilhelmsbad di Mayer Amschel Rothschild avvenne il congresso massonico del 1772

Ma sopratttutto oggi la strategia del terrore potrebbe giustificare le guerre democratiche: formalmente per la difesa dei diritti umani ma sostanzialmente per la rapina di oro nero e risorse naturali ai danni di quei paesi che rifuggono dalla logica di compromessi con l’asse anglo-americano-sionista. Questi tre imperi bellici sono sempre più accomunati nella fratellanza massonica: inventata da potenti protestanti e atei britannici per unire le forze contro le rivendicazioni degli eredi cattolici della Casa Reale di Gran Bretagna e quindi innestata dagli ebrei tedeschi Askenaziti e Cazari degli Illuminati di Baviera nello storico congresso del 1872 al Castello di Wilhelmsbad di proprietà di Mayer Amschel Rothschild. La Triade Massonica, come potremmo ben definire il “deep state” (stato occulto) che governa Regno Unito, Usa e Israele, congenitamente naque per opporsi al Cristianesimo autentico, come spiega bene l’enciclica Humanus Genus di scomunica della Massoneria pronunciata da Papa Leone XIII il 20 aprile 1884.

Ma accettando il culto in una divinità generica (secondo una teosofia deista con derive ateiste-panteiste) non è affato ostile all’Islam: nel suo piccolo lo confermò la Loggia Scontrino dell’omonimo centro studi di Trapani, crocevia di mafiosi, eminenti politici, servizi segreti internazionali ma anche influenti musulmani. Non è avversaria di tirannie e regni musulmani sunniti produttori di organizzazioni terroristiche jihadiste, con cui flirtano incuranti delle loro stragi di civili, ma al momento è nemica giurata solo del regime degli Sciiti dell’Iran, da tempo storico alleato di Russia e Cina.

Costoro sono gli unici possibili antagonisti del Nuovo Ordine Mondiale occidentale: il progetto plutocratico-bellico dei più eletti massoni, storicamente fiorito nelle logge americane del Supremo Consiglio di Charleston e dell’ordine indipendente ebraico B’nai B’rith e poi approdato nella Commissione Trilaterale e nel Bilderberg. Le innumerevoli testimonianze con fatti, date, luoghi e nomi sono nella pagina Massoneria e Cospirazioni nel menu generale di Gospa News.

Gli intrecci nelle lobbies delle armamenti tra sionisti, yankee e britannici con la complicità di India, Germania, Italia, Francia e Norvegia in stretto ordine di rilevanza, li narreremo in un dovizioso reportage su cui stiamo lavorando da un mese. Questa lunga premessa era necessaria per fornire al lettore la lente d’ingrandimento con cui analizzare – e poter ritenere attendibile – la ricostruzione della storia dello stragista di Christchurch e l’ipotesi di una cospirazione che aleggia intorno alle misteriose coincidenze sul massacro: tra i quali l’uso di armi militari vietate e solo in dotazione alla polizia, la manipolazione del video trasmesso, l’assassinio, tra le 50 vittime, del leader musulmano neozelandese di origini palestinesi reduce della Guerra del Golfo in Kuwait dove lavorava come informatico e di numerosi islamici pakistani e indiani, oggi al centro di gravi tensioni tra i reciproci governi.

 

LE NEWS DELL’INTELLIGENCE SU VETERANS TODAY

«Abbiamo ricevuto informazioni dalle nostre fonti in India che questo attacco è stato pianificato e coordinato con l’attacco del Kashmir del 14 febbraio. Netanyahu doveva essere in India l’11 e sia Netanyahu che India Modi si trovano di fronte al rischio della prigione per accordi con tangenti: Netanyahu per i sottomarini tedeschi e Modi per i jet francesi. Israele dirige l’India, organizza le sue elezioni come fanno negli Stati Uniti, e il terrorismo, in America, in Nuova Zelanda, nel Kashmir, certamente a Parigi e in tutto il mondo, fa parte del loro bagaglio di trucchi. VT ha ricevuto informazioni dalle fonti dei servizi segreti immediatamente dopo la sparatoria in Nuova Zelanda secondo cui il sospetto era un assassino addestrato e la sua identità di copertura, e quella della sua famiglia, sono in gran parte false».

L’ex marines ed agente segreto militare Gordon Duff, senior editor di Veterans Today, mostra uno dei suoi potenti fucili

A scrivere è Gordon Duff, veterano dei Marines Usa ma soprattutto ex agente segreto militare e poi consulente d’intelligence in mezzo mondo, anche in Italia per un breve periodo. Vive in Ohio, da dove gestisce da Senior Editor, insieme ad altri reduci amalisti, il sito internet americano Veterans Today, specializzato in geopolitica, investigazioni internazionali e news dalle zone di guerra.

Un portale di approfondita controinformazione – per cui mi onoro di collaborare – bandito da Facebook e da altri ambienti della rete in quanto ritenuto vicino all’intelligence dei paesi antagonisti Usa, tra cui ovviamente Russia e Iran, nonostante lo stesso Duff sia un diplomatico accreditato in molteplici paesi del mondo.

Fort Huachuca in Arizona, base militare dell’Us Cyber Command

Nell’aprile 2017 i server di VT furono bersagliati per 12 ore da attacchi informatici con virus altamente dannosi da parte del Us Cyber Command di Fort Huachuca in Arizona dopo che avevano ignorato una lettera di ammonimento della Dipartimento della Sicurezza Nazionale della Casa Bianca in seguito al reportage dettagliato su un finto attacco chimico in Siria, costruito da Al Nusra, White Helmets e militari turchi per incolpare l’esercito di Assad (vedi link a fine articolo).

 

L’EX OO7: «TARRANT, EBREO ADDESTRATO PER UCCIDERE ASSAD»

E proprio con la controversa questione siriana Brenton Tarrant sarebbe implicato secondo l’esperto d’intelligence americano: «Abbiamo un giovane single di 28 anni, un “preparatore atletico” che viaggia per il mondo, fotografa tutto, è amato da tutti, poi si avventura misteriosamente in un omicidio personale. Quello che abbiamo veramente è un assassino addestrato, di 42 anni, appartenente a una famiglia ebrea, che si è formato contro i palestinesi e ha prestato servizio nella Siria meridionale e in Idlib con al Qaeda, transitando dentro e fuori dalla Turchia. Dei suoi viaggi nel mondo come un “giovane uomo con voglia di viaggiare”, non c’è traccia sui social media. Non abbiamo fotografie scolastiche, nessuna storia professionale, nessuna istruzione, nessuna storia di lavoro, un’altra “persona vuota” come il nostro “sparatutto” di Sandy Hook (il riferimento è a Adam Lanza l’autore del massacro nella scuola del Conncticut del 14 dicembre 2012) e tanti altri. Questa volta ha commesso l’errore di attraversare aree sorvegliate dall’intelligence russa e siriana, dove VT riceve briefing privati quotidiani. Lo conoscono, dopotutto, avrebbe dovuto uccidere il presidente Assad. Oh quello? La CNN non ha menzionato questo?».

Il ventotenne neozelandese Brenton Tarrant di professione personal trainer ma con grandissima esperienza nell’uso delle armi e molto sangue freddo tipico di un addestramento militare

Ai quesiti risponde la storia stessa di Tarrant. Tutti i media hanno riferito che il killer ha tratto ispirazione principalmente dagli atti di Anders Breivik, il neonazista e anti-multiculturalista responsabile dell’uccisione di 77 persone ad Oslo e Utøya in Norvegia nel luglio 2011, oltreché da Dylann Roof, responsabile della strage di Charleston (Carolina del Sud, USA) avvenuta il 17 giugno 2015, nella quale persero la vita 9 persone.

Tra i suoi punti di riferimento contemporanei anche Luca Traini e il basco Josue Estébanez. Sulle armi utilizzate per le stragi Tarrant aveva scritto anche i nomi di personaggi storici come l’ammiraglio Marcantonio Colonna e il Doge Sebastiano Venier, facendo così riferimento alla Battaglia di Lepanto del 1571 contro gli Ottomani. Ma questa del suprematismo bianco antislamico, come detto, è solo la fomite istintuale fanatica, la selvaggia giungla emotiva umana su cui altri hanno torvamente costruito l’architettura di un miliziano da cospirazioni.

 

I SERVIZI SEGRETI: «IN ISRAELE E IN SIRIA CON AL QAEDA E ISIS»

«Brenton Tarrant, che è stato fotografato mentre mostrava il famigerato “666 Sign of the Beast“, l’identificatore dei massoni massimi iniziati nel rituale satanico, viene ricostruito sempre di più come una persona falsa» scrive Gordon Duff riferendosi alle immagini dell’OK rovesciato che secondo molti è segno del suprematismo bianco ma per altri è simbolo della massoneria elitaria occulta di cui venne considerato pioniere Albert Pike, il generale confederato sudista e fondatore del Ku Klux Klan, come narrato da un altro militare, il commodoro della Royal Canadian Navy William Guy Carr in un suo libro del 1956 (vedi link a fine articolo).

Brenton Tarrant fotografato davanti in Tribunale mostra l’occulto simbolo suprematista/massonico

«La CNN ha confermato che Tarrant ha visitato l’Egitto e la Grecia a marzo 2016, e l’emittente di stato turca TRT riferisce che visitato la Turchia nello stesso mese, prima di tornare a settembre e di rimanere nel paese per circa sette settimane. Le agenzie di stampa locali hanno anche riferito che Tarrant ha visitato le nazioni balcaniche di Serbia e Montenegro, Bosnia ed Erzegovina e Croazia tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017. Nel “manifesto” pieno di odio inviato al primo ministro della Nuova Zelanda Jacinda Ardern e ad altri poco prima degli attacchi della moschea, Tarrant ha scritto che la sua visione del mondo è cambiata radicalmente durante il viaggio in Europa nel 2017. Tarrant ha visitato Bulgaria e Romania alla fine del 2018, secondo quanto riferito dal procuratore generale bulgaro Sotir Tsatsarov ai giornalisti, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa statale BTA. Tsatsarov ha aggiunto che il sospettato aveva un’ottima conoscenza della storia della regione. La CNN ha confermato che Tarrant ha visitato anche il Pakistan nell’ottobre 2018».

MASSONERIA E SATANISMO NELLA STORIA DI ALBERT PIKE

Fin qui l’ex marines americano riassume quanto già di dominio pubblico ma poi evidenzia: «La Turchia è stata aggiunta al gruppo di visite dopo che VT ha segnalato le sue 3 visite in Turchia. Ciò che non viene detto è che le sue visite in Turchia coincidono con i suoi 6 mesi in Israele a partire dal 2018 e lo implicano nella fuoriuscita dalla provincia di Idlib, dove fu “insanguinato” (coinvolto in azioni sanguinarie – ndr) da Al Qaeda / al Nusra, protetti da Israele. In precedenza, nel 2017, era entrato in Israele e da lì, era entrato in Siria dove, secondo l’intelligence militare russa, ha visitato Deraa e poi un campo profughi al di fuori di Tanf, dove Israele e gli Stati Uniti hanno stazionato centinaia di combattenti dell’ISIS sotto copertura di rifugiati. Ciò è confermato da un generale dell’esercito russo. La Russia sta seriamente considerando di affrontare l’esercito americano a Tanf».

La mappa degli ultimi scontri in Siria dove venongo evidenziate le zone di conflitto a Bagouz, Idlib e Manbji e quella di frontiera di Al Tanf dove si trova il campo profughi Al Rukban

Il riferimento è al «ghetto» di Al Rubkan a cui Gospa News ha dedicato un reportage nei giorni scorsi segnalando le tragiche condizioni di donne e bambini sfollati che potrebbero e vorebbero ritornare nei loro villaggi liberati ma rimangono lì reclusi dai combattenti ribelli Fsa, Fdd o Esl (Esercito Siriano Libero) per il benestare del Comando Usa della vicina base militare che li foraggia.

ALTRI BIMBI MORTI NEL LAGER DEGLI USA IN SIRIA

«Tarrant era nel campo di Rukban (dove si sarebbe nascosto anche al Baghdadi, il califfo dell’ISIS – ndr), e da lì si recò a Deraa, dove incontrò le cellule dell’ISIS, e poi fu scortato di nuovo in Israele e da lì in Turchia dove entrò a Idlib e si incontrò con al Nusra. Ha transitato dentro e fuori dalle zone della Siria occupata da ISIS / al Nusra verso la Turchia 3 volte prima di recarsi a Belgrado» rimarca il Senior Editor di Veterans Today prima di fare riferimento allo scenario ricostruito dall’intelligence siriana secondo cui «Tarrant è stato in una “lista nera” dal 2012 come un assassino addestrato israeliano che rappresentava una minaccia per il presidente Assad. I loro documenti, presentati a VT in arabo il 16/03/2016, dicono che la famiglia di Tarrant era in Palestina nel 1948. Non hanno documentazione di origine familiare e, tecnicamente, questo rende la sua famiglia, di religione ebrea, “sopravvissuti all’olocausto”, persino se non fosse stata in Europa durante la guerra».

AL BAGHDADI, IL CALIFFO ISIS E AGENTE MOSSAD-CIA NASCOSTO DAGLI USA

Questo status gli avrebbe consentito di poter beneficiare dei fondi, distribuiti alla Claims Conference, un’organizzazione no-profit, fondata nel 1951 da rappresentanti di organizzazioni ebraiche internazionali, che aiuta i sopravvissuti a ottenere un risarcimento e distribuisce i fondi (una-tantum di euro 2556,46), che riceve dalla Germania: dal 1952 il governo tedesco ha pagato circa $ 70 miliardi di risarcimento.

Da qui il personal trainer avrebbe attinto per permettersi l’inizio del suo viaggio in Israele, Siria, Turchia. Non ci sono prove di queste erogazioni dopo le quali avrà ricevuto aiuto da parte delle organizzazioni terroristiche jihadiste che ha frequentato o da Israele, attiva in tutto il mondo attraverso la temutissima agenzia di intelligence Mossad (HaMossad leModi’in uleTafkidim Meyuchadim – Istituto per l’intelligence e servizi speciali”): le cui profonde ramificazioni furono scoperte per caso proprio a Christchurch, dove sono avvenute le stragi nelle due moschee di Al Noor e Linwood, fatte dal commando guidato da Tarrant.

 

SOSPETTE SPIE ISRAELIANE MOSSAD A CHRISTCHURCH NEL 2011

«L’esperto di sicurezza Paul Buchanan crede che la polizia e il SIS abbiano motivo di preoccuparsi sui rapporti di possibili spie israeliane a Christchurch durante il terremoto di febbraio». La vicenda risale al tragico sisma che nel 2011 colpì la città uccidendo 181 persone tra cui anche tre israeliani. Uno dei quali sospettato di essere un agente o informatore del Mossad perché trovato con ben cinque passaporti stranieri addosso. A riportarlo furono tutti i quotidiani neozelandesi, ma solo cinque mesi dopo, in seguito allo scoop del Southland Times sulle indagini del NZSis (New Zealand Secret Intelligence Service) di Wellington che non sarebbero giunte a comprovare le illazioni ma sollevarono uno scandalo soprattutto per i silenzi dell’allora primo ministro John Key.

L’ex agente segreto militare degli Usa Paul Buchanan, oggi opinionista di geopolitica in Nuova Zelanda

Ai giornalisti, infatti, sull’ipotesi di spionaggio dichiarò che «non è nell’interesse nazionale» fornire dettagli. «I sospetti del SIS sono sorti quando Benyamin Mizrahi, che è morto nel terremoto, è stato trovato con “almeno” cinque passaporti su di lui – si legge sul website di NZ Herald che sintetizzò in modo ottimale i punti chiave – Altri tre israeliani che erano in un furgone con Mizrahi al momento del terremoto, sono fuggiti dal paese entro 12 ore. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiamato John Key quattro volte dopo il terremoto. Una squadra privata di ricerca e soccorso è stata inviata da Israele a Christchurch, tuttavia non gli è stato permesso di entrare nel CBD (zona di emergenza) poiché non era accreditata dalle Nazioni Unite e successivamente è stata scortata dalla zona rossa dalla polizia armata. Il capo della difesa civile israeliano ha lasciato Israele per Christchurch, così come l’ambasciatore con sede a Canberra. Un altro israeliano, in Nuova Zelanda illegalmente, è stato segnalato disperso nel terremoto ma poi alcune settimane dopo ha riferito di aver lasciato il paese. Key ha rifiutato di rispondere alla maggior parte delle domande sulla storia. Alla domanda se avesse motivo di credere che gli agenti del Mossad fossero stati attivi a Christchurch, Key ha detto: “Non sono in grado di commentare queste cose e non lo farò. Non penso che sia nell’interesse nazionale farlo”».

Un atteggiamento che non fece altro che acuire i sospetti tra cui quelli del dottor Paul Buchanan, ex ufficiale dell’intelligence militare Usa in America Latina ora residente in Nuova Zelanda: «Bisogna chiedersi cosa sta accadendo avendo saputo che i sopravvissuti hanno lasciato il paese immediatamente e ci sono stati degli interventi israeliani ad alto livello nel governo della Nuova Zelanda per portare una squadra di ricerca e soccorso, e quando si scopre che una squadra di ricerca e soccorso non autorizzata è stata inviata qui» riportava sempre il NZ Herald insieme alla categoria smentita dell’ambasciatore israeliano Shemi Tzur che definì “fantascienza” l’implicazione dei Mossad sostenendo che il deceduto e i fuggiaschi erano giovani in vacanza. Ma fu lo stesso Stuff (Southland Times) a riferire della parziale ammissione dell’ex premier Key su «una squadra di ricerca e salvataggio israeliana scortata dalla Zona Rossa da guardie armate dopo essere stata trovata lì senza permesso. Ha confermato di essere a conoscenza di un incidente ma “non posso confermare tutti i dettagli nel modo in cui li avete presentati».

Il misterioso team fu portato alla centrale della Polizia per un’identificazione. E ciò suscitò un ulteriore ansia tra gli 007 kiwi: «Un anonimo ufficiale del SIS ha detto al giornale che c’erano timori che un gruppo di israeliani avesse avuto accesso al database nazionale della polizia, che contiene documenti di condanne e altre informazioni». La vicenda si concluse così. Con l’amaro in bocca dei giornalisti che si tennero i loro sospetti sulla presenza dei Mossad e sulle ragioni della stessa. Col senno di poi le motivazioni dell’attenzione israeliana potrebbero essere giustificate dalla successiva scoperta nel 2012 di due giovani dell’Oceania, Daryl Jones e Christopher Haward, che nel 2009 si erano convertiti e radicalizzati all’Islam salafita, quello più estremista della confessione sunnita, proprio nella moschea di Al Noor di Christchurch, e poi morirono nel 2013 nello Yemen su un convoglio di terroristi Al Qaeda colpito da un razzo lanciato da un drone Usa.

LA MOSCHEA DELLA STRAGE COVO DI JIHADISTI AL QAEDA

La connessione a quest’altra vicenda, riferita da Gospa News nel precedente articolo, fornirebbe anche una evidente motivazione sul presunto sospetto di intrusione nei pc delle forze dell’ordine. Di certo c’è soltanto la presenza di numerosi israeliani in quella città dove Tarrant, che le intelligences russa e siriana ritengono addestrato anche da Israele, ha fatto una strage: utilizzando armi militari e registrando un filmato molto sospetto.

 

IL MISTERO SULL’ARSENALE MILITARE DELLA STRAGE

«Dove è stato ammassato un piccolo arsenale di armi, sono stati fatti esplosivi improvvisati e sono stati fatti molti progetti senza che le autorità fossero state messe al corrente? È noto che la comunità di sicurezza monitora i gruppi ambientalisti, animalisti, di giustizia sociale e sovranità maori e, quando lo fa, lavora anche con ditte investigative private, quindi perché i suprematisti bianchi non hanno ricevuto lo stesso livello di attenzione?». A porsi oggi queste domande è sempre l’ex agente segreto Buchanan, oggi direttore di un sito di geopolitica, in un editoriale sul portale della radio neozelandese RNZ.

Il fucile AR!15 usato da Brenton Tarrant modificato in modo vietato in Australia e Nuova Zelanda

A sollevare enormi sospetti sulle potenti armi utilizzate nell’attacco è soprattutto l’altro esperto di intelligence militare Duff: «Il video dimostra chiaramente che Tarrant era abituato a maneggiare armi e ad uccidere civili. Non c’è dubbio. Ora vediamo un singolo AR15 con bizzarre modifiche “California”, nessun soppressore del flash e un calcio posteriore per rimuovere l’impugnatura. La Nuova Zelanda non ha leggi che li autorizzino. Ricordiamo che Tarrant non proviene dalla Nuova Zelanda ma dall’Australia. Com’è arrivato in Australia? Come ha ottenuto 5 armi militari, alcune delle quali estremamente illegali? Come sono stati trasportati sull’aereo? Da dove vengono? Dove sono adesso? – si domanda in uno dei tanti articoli sull’argomento il Senior Editor di Veterans Today – Le riprese originali della sparatoria di Tarrant hanno incluso la vista di un Eotech (fucile – ndr), prodotto ad Ann Arbor, nel Michigan. Questo tipo ha un numero di serie. Che cos’è? Può essere rintracciato. Il secondo fucile utilizzato nel video appare alla vista come un Aimpoint di fabbricazione svedese, anch’esso molto costoso e numerato in serie. Negli Stati Uniti l’utilizzo dell’Eotech c’è solo nella versione per le forze dell’ordine. L’arma fotografata, inoltre, era una delle prime versioni di un AR15 appositamente modificato, molto simile alle armi del periodo di “divieto” dell’era Clinton negli Stati Uniti. Nessuno o pochissimi di questi AR 15 modificati esistono nelle zone rurali dell’Australia. L’arma non è mai stata utilizzata lì poiché la cartuccia 223 /5.56mm era inadeguata per battute di caccia ad animali infestanti; pochi sono stati forniti ai militari australiani ma con canna da 20 pollici del periodo del Vietnam e caratteristiche altamente riconoscibili tipo M 16 E1. Com’è arrivata in Australia quest’arma vietata in tale paese? Da dove vengono le altre armi, AR, fucili e pistole?».

Il video taroccato smascherato da Veterans Today

I quesiti del veterano dei Marines sono molteplici ed inquietanti almeno quanto la scoperta della manipolazione palese della prima parte del filmato di Tarrant caricata come se fosse stata in diretta durante gli spari a vuoto all’esterno della moschea. Come dimostra il video riprodotto con rallentamento da Veterans Today il bossolo viene espulso dal corpo del fucile semiautomatico lateralmente e s’invola verso terra ma se si guarda con attenzione si scopre che nessuno degli involucri della cartuccia sparata è a terra. Inolre, come evidenzia l’ingrandimento, un bossolo cerchiato di rosso magicamente svanisce nel muro bianco di sfondo.

Secondo gli esperti si tratta di un palese rimontaggio di una scena sovrapposta sull’altra. Alla stessa stregua il primo filmato integrale mostra persone già a terra come se le riprese fossero state girate solo successivamente ad un primo assalto del commando che, ricordiamo, sarebbe stato composto dall’addestrato miliziano di origini ebraiche e dai suoi tre complici arrestati, ma sempre negli ambienti degli 007 si vocifera di altre tre donne svanite nel nulla.

 

TRA LE VITTIME L’INFORMATICO PALESTINESE GIUNTO DAL KUWAIT

Ecco perché i quesiti abbondano ed i governi dei paesi musulmani stanno valutando di inviare squadre investigative sul posto. Tra questi Pakistan e India che piangono rispetticamente 9 e 7 vittime nell’assalto alle moschee di Al Noor e di Lindwood nel quale sono morti altri 11 cittadini islamici nati o da molti anni residenti in Nuova Zelanda, 5 emigrati dall’Egitto, 4 dalla Palestina, 3 dalle Fiji e dal Bangladesh (ma un quarto ragazzo è ancora disperso), 2 dall’Afghanistan e dalla Somalia, tra cui il piccolissimo Ibrahim di soli 3 anni, ed infine uno dalla Giordania e un altro dall’Indonesia.

A fronte dell’ipotesi di una strage commissionata a Tarrant da quale occulto potentato straniero per un inasprimento nelle tensioni internazionali tra occidente e paesi arabi diviene importante cercare anche di capire se tra gli assassinati nel terribile massacro ci possa essere anche qualche pesonalità di rilievo.

L’informatico di origini palestinesi Abdelfattah Qasem, ex segretario dell’Associazione Musulmana di Canterbury

Ecco perché i quesiti abbondano ed i governi dei paesi musulmani stanno valutando di inviare squadre investigative sul posto. Tra questi Pakistan e India che piangono rispetticamente 9 e 7 vittime nell’assalto alle moschee di Al Noor e di Lindwood nel quale sono morti altri 11 cittadini islamici nati o da molti anni residenti in Nuova Zelanda, 5 emigrati dall’Egitto, 4 dalla Palestina, 3 dalle Fiji e dal Bangladesh (ma un quarto ragazzo è ancora disperso), 2 dall’Afghanistan e dalla Somalia, tra cui il piccolissimo Ibrahim di soli 3 anni, ed infine uno dalla Giordania e un altro dall’Indonesia.

A fronte dell’ipotesi di una strage commissionata a Tarrant da quale occulto potentato straniero per un inasprimento nelle tensioni internazionali tra occidente e paesi arabi diviene importante cercare anche di capire se tra gli assassinati nel terribile massacro ci possa essere anche qualche pesonalità di rilievo.

Tra questi al momento spicca solo il nome di Abdelfattah Qasem, 59 anni. ex segretario dell’Associazione Musulmana di Canterbury, la regione di cui Christchurch è capoluogo. Al di là del’eminente ruolo all’interno della comunità islamica, che ha suscitato il cordoglio in tutta la nazione e anche all’estero, Qasem è originario della Palestina ma, come riporta il Southland Times, studiò in Canada e negli Stati Uniti divenendo uno specialista di informatica. Insieme a sua moglie Siham si trasferì in Kuwait per lavoro dove visse la tremenda esperienza della prima Guerra del Golfo (1990-1991) per l’invasione del paese da parte dell’esercito dell’Irak del rais Saddam Hussein. S

i è trasferito in Nuova Zelanda nel 2002 dopo averla visitata insieme alla consorte nel 2000 perché cercava un posto più tranquillo del Medioriente dove far crescere i suoi figli. Dopo un periodo nel settore immobiliare e nel settore telematico ha messo a fruto la sua conoscenza di arabo ed inglese nelle traduzioni al servizio della comunità islamica.

«Amava aiutare le persone e per molto tempo ha fatto da interprete ai rifugiati e gli altri immigrati. Era molto gentile e sempre sorridente» ha detto Siham ricordando come da quando era in pensione si fosse dedicato agli animali della loro piccola fattoria. «Sento amarezza e rabbia…. Sappiamo che Abdel è un martire, era andato ad incontrare i suoi amici ed i predicatori nella moschea. Tutti i nostri cuori sono doloranti e in lutto, ma questa non è la Nuova Zelanda, la Nuova Zelanda è “aroha”, è amore».

Può essere che nei suoi lavori di informatico in Medioriente o in quello da interprete abbia avuto contatti con persone sorvegliate dall’intelligence per i quali è diventato un bersaglio privilegiato del killer addestrato dagli israeliani? Oppure la sua semplice origine palestinese come quella di altri tre vittime ha giustificato il massacro? Di certo l’attentato si è rivelato molto utile a Tel Aviv per far passare in secondo piano sui media i circa 100 attacchi missilistici sferrati in quella giornata su Gaza in rappresaglia a precedenti razzi lanciati dai palestinesi.

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Oppure è stata la presenza di persone originarie di quel Pakistan con il quale è in rotta di collisione l’India, importante partner commerciale della holding israeliana delle armi Sk Group? O è stata soltanto una strage volta ad inasprire le tensioni tra occidentali e motivare qualche grave attentato dei jihadisti di Al Qaeda o Isis, formalmente nemici della Triade Massonica Uk-Usa-Israele ma nei fatti spesso utilizzati per i “lavori sporchi” idonei a giustificare le più massicce reazioni belliche di questi stati nel mondo? Altre domande si affastellano sui misteri di Christchurch, la città denominata Chiesa di Cristo. Tragico teatro certamente non casuale di un massacro troppo minuziosamente architettato per essere il solo parto della torva mente di fanatico suprematista bianco.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI

VETERANS TODAY – RIVELAZIONI DEI SERVIZI SEGRETI SULLA STRAGE

NZ HERALD – MOSSAD A CHRISTCHURCH

RNZ – I DUBBI DELL’EX 007 BUCHANAN

VETERANS TODAY – LE PROVE DEL VIDEO MANIPOLATO

SA DEDENSA – ATTACCO HACKER A VETERANS TODAY

LA MOSCHEA DELLA STRAGE COVO DI JIHADISTI AL QAEDA

ALTRI BIMBI MORTI NEL LAGER DEGLI USA IN SIRIA

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STRAGE IN MOSCHEE: DEMONI BIANCHI DELL’ORRORE, STRATEGHI DEL TERRORE

https://www.gospanews.net/massacri-dei-jihadisti-islamici/

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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