DOUMA: MASSACRO JIHADISTA CON ARMI CHIMICHE SU 35 VITTIME LEGATE

DOUMA: MASSACRO JIHADISTA CON ARMI CHIMICHE SU 35 VITTIME LEGATE

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DOCENTI UNIVERSITARI BRITANNICI
SCOPRONO UN DOCUMENTO TOP-SECRET:
«L’ATTACCO CON GAS CLORINO IN SIRIA
FU UNA STRAGE ORGANIZZATA DAI RIBELLI
CON LA COMPLICITA’ DEI CASCHI BIANCHI»
PER GIUSTIFICARE I LANCI DI MISSILI USA

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

«L’insabbiamento delle prove che l’incidente di Douma è stato messo in scena non è semplicemente una cattiva condotta. Poiché la messa in scena dell’incidente di Douma comportava l’omicidio di massa di civili, quelli dell’OPCW che hanno soppresso le prove di messa in scena sono, inconsapevolmente o in altro modo, collusi con omicidi di massa».

E’ questa la tremenda conclusione cui giungono alcuni docenti universitari britannici del Working Group on Syria, Propaganda and Media, un’organizzazione internazionale indipendente per facilitare la ricerca di fake news o false flag nei settori della comunicazione persuasiva organizzata e la copertura dei media, in relazione al conflitto attuale in Siria del 2011 (ed argomenti correlati).

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La relazione è stata elaborata da tre professori Paul McKeigue (University of Edinburgh), David Miller (University of Bristol), Piers Robinson (University of Sheffield) e si basa sul dossier elaborato da un ricercatore del sottogruppo ingegneristico della Mission Fact-Finding (FFM) dell’OPCW: l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche è un ente internazionale, con sede a L’Aia, nei Paesi Bassi. che indaga sull’attacco chimico dell’aprile 2018 nella città di Douma, nella Ghouta orientale, nel governarato Rif di Damasco.

Uno dei missili lanciati sulla Siria

Un’indagine fondamentale per ricostruire lo scenario del conflitto siriano in quanto quel presunto attacco chimico attribuito all’esercito governativo di Bashar Al Assad giustificò la rappresaglia della coalizione Usa, UK e Francia che colpì con un centinaio di bombe e missili il paese mediorientale.

STRAGE DI BAMBINI CRISTIANI SEPOLTA DALLE FAKE NEWS

Una questione che è tornata di stringente attualità in questo mese di maggio: dopo che l’intelligence di Russia, Siria e Iran ha avvertito la comunità internazionale della preparazione di armi chimiche da parte dei ribelli jihadisti dell’ex fronte Al Nusra affiliato ad Al Qaeda (oggi HTS, Hayat Tahrir al-Sham) con l’aiuto dei White Helmets come riportato anche dal sito americano di contro-informazione Veterans Today. Questa ong di soccorso civile, fondata e gestitata da un ex 007 militare britannico già mercenario in zone di guerra, era stata a suo tempo accusata di aver diffuso video falsi, smentiti anche dalla BBC, sui feriti soccorsi in ospedale dopo l’attacco chimico a Douma.

 

IL DOCUMENTO TOP SECRET DI UN INGEGNERE

L’incipit e le conclusioni del dossier Henderson sull’attacco chimico a Douma – clicca sull’immagine per leggere il documento originale in inglese

Oggi i professori britannici rivelano che ci sarebbero state davvero numerose vittime per l’utilizzo di gas clorino ma che a causarle non è stato l’esercito di Assad. A giustificare le loro conclusioni è il dossier Top Secret di uno dei membri del gruppo d’indagine FFM-OPCW che indagò sull’incidente, ricevuto e pubblicato sul sito del Working Group on Syria, che ha anche tra i suoi obiettivi quello di «agevolare la messa in rete, lo sviluppo di documenti di ricerca per fornire una fonte di analisi affidabili, informate e tempestive per giornalisti, pubblici e responsabili politici».

E’ la relazione dell’ingegnere Ian Henderson sui due principali siti (2 e 4 nello studio) dove si è verificata la dispersione di clorino liquido contenuto in due cilindri che secondo le prime controverse testimonianze e il rapporto OPCW sarebbero piovuti dal cielo: un’ipotesi che oggi viene smentita da un’analisi tecnica, tenuta però occultata dalla stessa organizzazione sulla proibizione delle armi chimiche.

La conclusione dell’esperto «che è elencato come uno dei primi leader di team di ispezione di livello P-5 addestrati all’OPCW in una relazione del 1998» è sconcertante ma conferma i sospetti già emersi in tanti reportages giornalistici. «In conclusione l’osservazione dei due siti assieme alle successive analisi suggeriscono che con alta probabilità entrambi i cilindri in entrambe le situazioni – spiega Henderson a pagina 8 del suo rapporto – sono stati piazzati manualmente anziché venir lanciati da un velivolo».

 

IL MASSACRO ORGANIZZATO DA JIHADISTI E WHITE HELMETS

Miiliziani jihadisti di Jaysh al Islam, il gruppo terrorista che controllava Douma nell’aprile 2018

Nel riprendere il dossier, il giornalista italiano ed inviato di guerra Gian Micalessin spiega su su Sputnik Italia: «Al momento dell’attacco entrambi i siti erano sotto il controllo del gruppo jihadista Jaysh al Islam e dunque possono esser stati soltanto i militanti di quella formazione a posizionarli nei due appartamenti epicentro della presunta diffusione dei fumi di cloro. Ma questa conclusione apre la strada ad uno scenario ancor più devastante». Più di un’inchiesta giornalistica ha rivelato i collegamenti tra questa organizzazione terroristica e l’Arabia Saudita, ritenuta – dalla deputata statunitense musulmana Ilhan Omar – fondatrice e finanziatrice della famigerata Al Qaeda.

Uno dei bambini rimasti uccisi dal gas clorino nell’attentato chimico di Douma

«Concludiamo che la messa in scena dell’incidente di Douma ha comportato l’omicidio di massa di almeno 35 civili per fornire i corpi in posizione 2 – scrivono gli studiosi del Working Group on Syria in riferimento a uno dei due siti dove sono state divenute tracce di armi chimiche – Ne consegue che la gente vestita da White Helmets e appoggiata dalla direzione di quell’organizzazione ha avuto un ruolo chiave in questo omicidio».

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LA RELAZIONE TECNICA NASCOSTA DALL’OPCW

Tutto comincia da un primo grande mistero. «Nella nostra nota informativa sul rapporto finale della missione sui fatti dell’OPCW sull’incidente di Douma, abbiamo notato che la FFM (Facts-Finding Mission) aveva richiesto valutazioni nell’ottobre 2018 da esperti di ingegneria non identificati sulla “traiettoria e danneggiamento dei cilindri trovati nelle posizioni 2 e 4” – evidenziano i professori britannici – La relazione finale non forniva spiegazioni sul motivo per cui la FFM non avesse richiesto valutazioni di ingegneria nell’aprile 2018, quando gli esperti avrebbero potuto ispezionare i siti con cilindri in posizione, anziché sei mesi più tardi quando l’ispezione dei siti con cilindri in posizione non era più possibile e le valutazioni dovevano basarsi su immagini e misure ottenute da altri. Abbiamo sollevato questo come un’evidente anomalia».

L’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (Opcw) ha sede a L’Aja

Il secondo mistero è nella sparizione della relazione dell’ingegnere Henderson: «Abbiamo appreso che un’indagine è stata intrapresa da un sottogruppo di ingegneri della FFM, iniziando con ispezioni in loco tra aprile e maggio 2018, seguite da un’analisi ingegneristica dettagliata che include la collaborazione su studi di modellizzazione di computer con due università europee – sottolinea il Working Group – Il rapporto di questa indagine è stato escluso dalla relazione finale pubblicata della missione di accertamento dei fatti, che si riferiva solo alle valutazioni richieste da “esperti di ingegneria” non identificati commissionati nell’ottobre 2018 e ottenuti nel dicembre 2018».

Il documento Top Secret arriva però ai docenti universitari del Regno Unito che dopo averne verificata l’autenticità tramite esperti della stessa FFM decidono di pubblicarlo senza riserve. «In risposta a un’inchiesta dell’11 maggio 2019, l’ufficio stampa dell’OPCW ha dichiarato che “l’individuo menzionato nel documento non è mai stato un membro della FFM”. Questa affermazione è falsa. Il sottogruppo di ingegneria non avrebbe potuto effettuare studi a Douma nelle località 2 e 4 a meno che non fossero stati notificati dall’OPCW all’Autorità nazionale siriana – ribadiscono i professori Paul McKeigue, David Miller, Piers Robinson – L’ufficio stampa dell’OPCW ha anche tentato di sostenere che il rapporto del sottogruppo di ingegneri non faceva parte dell’indagine della FFM. Anche questa affermazione è falsa. Il rapporto del sottogruppo si riferisce a collaboratori e consulenti esterni: comprendiamo che questo includeva due università europee. Questa collaborazione esterna su un argomento così delicato non avrebbe potuto andare avanti a meno che non fosse stata autorizzata: altrimenti Henderson sarebbe stato immediatamente licenziato per violazione della riservatezza. Possiamo pertanto essere certi che la preparazione della relazione abbia ricevuto l’autorizzazione necessaria all’interno dell’OPCW. Quello che è successo dopo che il rapporto è stato scritto è un’altra questione».

 

I CILINDRI DI CLORINO MANIPOLATI

Il punto cruciale dell’investigazione è la provenienza dei cilindri contenenti il clorino liquido. «La relazione finale afferma che agli esperti di ingegneria è stato chiesto di fornire una valutazione della “traiettoria” di ciascuno dei due cilindri trovati: il che implica che non è stato chiesto loro di valutare se i fori nel tetto e le posizioni dei cilindri potrebbero essere causati da qualsiasi cosa diversa dai cilindri lanciati dal cielo» evidenzia il Working Group on Syria mettendo in luce che invece la relazione Henderson «non fa questo errore» e prende in esame tutte le ipotesi. Comprese quella per la posizione 2, indicazione tecnica per uno dei due punti di ritrovamento, per cui «il cilindro è stato posizionato sulla terrazza accanto a un cratere preesistente» e per la posizione 4 (cilindro sul letto), l’ipotesi alternativa è indicata come «il cilindro dotato di telaio e alette è stato posizionato sul letto e il foro nel tetto è stato creato (con mezzi non specificati) prima o dopo che il cilindro è stato posizionato sul letto».

Uno dei cilindri/vettori di gas clorino precipitato in una camera da letto cui sarebbe stato aggiunto il telaio con le alette per dimostrare che era stato sganciato da un arereo

La relazione dei docenti, basandosi su quella dell’ingegnere, si sofferma in numerose osservazioni tecniche e balistiche ma anche sulle deformazioni subite dall’oggetto contenente il gas: «Tutti gli elementi portano alla conclusione che il presunto evento d’impatto o gli eventi che hanno portato alla deformazione osservata del vettore e al danno concreto non erano compatibili – scrivono i tre docenti britannici – I resti mutilati del telaio in acciaio e le alette trovate sulla terrazza non erano coerenti con l’aspetto del cilindro, che non mostrava alcun segno di essere stato dotato di un tale telaio o del telaio che era stato strappato dal cilindro a seguito di un impatto. La conclusione della valutazione ingegneristica è inequivocabile: la “ipotesi alternativa”. che i cilindri siano stati posizionati manualmente in posizione è “l’unica spiegazione plausibile per le osservazioni sulla scena”».

Forti della dimostrazione tecnica della tesi del posizionamento dei due contenitori di cloro, i membri del Working Group on Syria ritornano sull’analisi generica dell’area colpita: «Non è più seriamente contestato il fatto che la scena dell’ospedale sia stata messa in scena: ci sono più rapporti di testimoni oculari supportati da prove video – aggiungono – Il tasso di mortalità del caso del 100%, senza alcun tentativo da parte delle vittime di scappare, è diverso da qualsiasi attacco di cloro registrato. Presi insieme, questi risultati stabiliscono oltre ogni ragionevole dubbio che il presunto attacco chimico a Douma il 7 aprile 2018 è stato messo in scena». Una rappresentazione curata nei dettagli come dimostrato anche dalla BBC.

 

BAMBINI E VITTIME INNOCENTI UCCISE COME PRIGIONIERI

«Ciò solleva la questione di dove e come sono morte le 35 vittime viste nelle immagini registrate nella posizione 2? Le immagini mostrano segni di lesioni acute da inalazione con sangue e muco che fluiscono dal naso e dalla bocca della maggior parte delle vittime. Anche se i visi erano stati lavati apparentemente per rimuovere la maggior parte del muco, la colorazione gialla della pelle è rimasta» evidenziano gli analisti del gruppo di contro-informazione in riferimento anche ai numerosi bambini morti nell’attacco chimico.

Altre due piccole vittime del gas clorino nella strage di Douma del 7 aprile 2018

«Le immagini delle vittime viste nella posizione 2 mostrano che erano evidentemente esposte a un gas irritante ma non erano in grado di fuggire. Un attento esame di queste immagini lascia pochi dubbi sul fatto che le vittime siano state uccise da legate – sostengono i tre docenti universitari britannici – La colorazione dei volti delle vittime da muco che scorre dai loro nasi e bocche mostra in almeno alcuni casi che il muco scorreva sui loro volti verso gli occhi. Ciò implica che sono stati appesi a testa in giù mentre esposti all’agente. Stranamente, gli occhi della maggior parte delle vittime sembrano essere stati mascherati in modo che gli occhi non siano stati colpiti da gas o muco. In alcune vittime ci sono segni visibili della cinghia che suggeriscono che gli occhi sono protetti da qualcosa come gli occhialini da nuoto. Un possibile motivo per mascherare gli occhi potrebbe essere stato quello di rendere meno ovvio che le vittime avessero sofferto un’esposizione prolungata a un gas irritante».

 

IL CASO DOUMA RENDE SOSPETTI GLI ALTRI INCIDENTI

«Notiamo che l’incidente di Douma è stato il primo presunto attacco chimico in Siria dove gli investigatori dell’OPCW sono stati in grado di effettuare un’ispezione sul posto senza impedimenti – sottolinea la relazione dei professori accademici – Dal 2014, le missioni OPCW per indagare sui presunti attacchi chimici nel territorio tenuto all’opposizione hanno fatto affidamento su prove e materiali raccolti da ONG di dubbia provenienza, tra cui la Task Force CBRN, il Centro di documentazione sulle violazioni chimiche della Siria e il Elmetti bianchi Anche per le indagini sull’incidente di Ghouta nel 2013, la missione OPCW-WHO è stata in grado di visitare i presunti siti di attacco solo per poche ore ed era sotto la stretta supervisione dell’opposizione armata. Per coloro che fino ad ora sono stati disposti ad accettare le conclusioni delle missioni di ricerca di fatti dell’OPCW che non includevano le ispezioni in loco, la scoperta che l’incidente di Douma è stato organizzato, basato su un’attenta ispezione in loco, dovrebbe mettere in dubbio il risultati di queste precedenti missioni».

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IL DEPISTAGGIO DELL’OPCW

«È dubbio che la reputazione dell’OPCW come osservatore imparziale di conformità con la Convenzione sulle armi chimiche possa essere ripristinata senza una radicale riforma della sua governance e delle pratiche di lavoro. Le nuove informazioni rimuovono tutti i dubbi sul fatto che l’organizzazione sia stata dirottata al vertice da Francia, Regno Unito e Stati Uniti – scrive il Working Group on Syria – Non abbiamo dubbi sul fatto che la maggior parte dello staff OPCW continua a svolgere il proprio lavoro professionalmente e che alcuni che sono a disagio riguardo alla direzione che l’organizzazione ha adottato desiderano tuttavia proteggere la propria reputazione. Tuttavia, ciò che è in gioco qui è più che la reputazione dell’organizzazione: l’incidente organizzato a Douma ha provocato un attacco missilistico da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Francia il 14 aprile 2018 che avrebbe potuto portare a una guerra totale.Ringraziamo i membri dello staff OPCW che hanno comunicato con noi a notevole rischio personale. Ci impegniamo a proteggere le identità di tutte le fonti che comunicano con noi. Ringraziamo anche gli altri investigatori e giornalisti open source che hanno messo in discussione pubblicamente la linea ufficiale dell’incidente di Douma e hanno quindi creato il clima per i membri dello staff OPCW».

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MEDIORIENTE E TERRE DI GUERRE

JIHADISTI ISLAMICI – TERRORISTI – STRAGI

FONTI

WORKING GROUP ON SYRIA

SPUTNIK ITALIA – GIAN MICALESSIN

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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