Si spaccia per minorenne afghano per evitare il rimpatrio poi uccide la vicina 87enne che lo aiutava

Si spaccia per minorenne afghano per evitare il rimpatrio poi uccide la vicina 87enne che lo aiutava

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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La storia di Mohammed è esemplare non soltanto per descrivere la malvagia ferocia di alcuni islamici radicali ma soprattutto per far comprendere come siano abili ad utilizzare ogni norma sull’accoglienza dei migranti per poter restare in Europa addirittura mantenuti dall’assistenza sociale pubblica.

L’inquietante vicenda è emersa durante le indagini sul terribile omicidio di un’anziana donna tedesca, l’87enne Ursula P., colpevole soltanto di essere la vicina del giovane musulmano di origine pakistane arrestato in quanto sospettato di averla uccisa

Il corpo della vittima è stato rinvenuto a Jena, in Turingia, nella Germania orientale, con segni di bastonate, ferite da arma da taglio e tracce di uno strangolamento, stipato dentro una valigia e occultato nella cantina dell’abitazione della morta. L’efferato crimine è avvenuto il 10 gennaio 2019 nella nazione di Angela Merkel, tra i governanti europei più impegnati nelle politiche di accoglienza dei migranti, ma potrebbe essere accaduto ovunque in Europa.

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Alla base del delitto ci sarebbe una gigantesca menzogna del presunto assassino, oggi 24enne: quella di essere originario dell’Afghanistan e di essere minorenne, circostanza ormai impossibile da smentire. Una bugia ricorrente tra i migranti come più volte accertato anche dalla Polizia italiana durante gli sbarchi degli immigrati molti dei quali sostengono di essere minorenni senza esserlo.

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E molti di loro, senza la minima fantasia e forti di un senso di impunità, si dichiarano nati il primo gennaio. Proprio come il giovane arrestato in Germania che dichiarò alle autorità tedesche di essere nato l’1-1-1995.

«Il sospetto è arrivato in Germania nel 2011 e ha affermato di essere un minore accompagnato dall’Afghanistan. Ha anche detto che si chiamava Auwel Nom Lakab. Ora, l’uomo viene identificato come Mohammed A., e la polizia dice che potrebbe aver mentito anche sulla sua data di nascita» riferisce Russia Today in un dettagliato articolo.

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Durante l’udienza di convalida dell’arresto davanti alla Corte distrettuale di Gera, il Sovrintendente Criminale della città di Jena, Jens Thiel, ha affermato che i dati estratti dallo smartphone del ragazzo suggeriscono che il profilo fornito alle autorità tedesche potrebbe essere completamente falso.

Il Samsung Galaxy è stato confiscato nello stato bloccato e poi “crackato” dagli specialisti dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA – Bundeskriminalamt), come riferito dal media in lingua tedesca Focus Online.

Una squadra speciale della polizia federale tedesca BKA – Bundeskriminalamt

«Mohammed potrebbe essere venuto dal Pakistan, poiché il suo smartphone contiene circa 50 numeri pakistani ma nessuno dall’Afghanistan – e questo include il contatto designato come “madre”. Ciò è supportato anche da prove aggiuntive di interpreti che hanno studiato i suoi messaggi» aggiunge RT.

Questa scoperta rappresenta una vera svolta per gli inquirenti: poiché la richiesta iniziale di asilo di Mohammed è stata respinta dalle Ufficio federale della migrazione e dei rifugiati (Bamf) nel 2011, ma gli è stato permesso di rimanere, proprio perché si credeva che il migrante senza documenti provenisse dall’Afghanistan.

L’Afghanistan è considerato un “paese non sicuro” in Germania e le deportazioni sono rimaste in sospeso per anni. Mentre il Pakistan è privo di tale designazione.

Pertanto se si fosse scoperto subito che il giovane era di origini pakistane sarebbe stato rimpatriato. Ma così non è avvenuto ed ha potuto macchiarsi dell’orrendo crimine al culmine di varie pressioni psicologiche nei confronti della vicina per ottenere soldi.

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La vittima, identificata come Ursula P., è stata trovata avvolta in un lenzuolo in una valigia conservata in una cantina nel gennaio 2019. Secondo la polizia, la donna è stata brutalmente picchiata e ha riportato una ferita da pugnalata, per poi essere strangolata con una sciarpa .

Il suo vicino di casa, il presunto migrante di 24 anni, è stato presto arrestato con l’accusa di omicidio poiché il suo DNA è stato trovato su tutto il corpo della vittima, così come su una delle sue unghie. La 1a divisione criminale presieduta dal giudice Uwe Tonndorf è impegnata nelle indagini sull’omicidio. Anche se il sospetto è rimasto in silenzio dal suo arresto, la polizia crede che abbia agito per avidità.

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Gli investigatori hanno trovato sul suo telefonino le foto della carta d’identità della donna e una carta di debito sul telefono dell’indagato insieme al suo estratto conto, suggerendo che aveva € 10.000 ($ 11,149) nel suo conto bancario. Il sospetto ha tentato senza successo di spostare € 7.000 ($ 7.804) dal conto della vittima al proprio poco dopo l’omicidio.

Secondo i resoconti dei media locali, la donna conosceva il ragazzo ed era così colpita dalle tristi storie del migrante sul fatto che suo padre fosse stato presumibilmente decapitato e sua madre cieca che lo sostenne ripetutamente con ingenti somme di denaro per un totale di circa 10mila euro. Ma ciò a lui, mantenuto anche dai servizi sociali, non fu sufficiente…

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L’uomo sarebbe rimasto turbato dal suo atto brutale tanto che un partner di chat WhatsApp gli suggerì di scusarsi con Allah per quello che aveva fatto e “chiedere aiuto al profeta Muhammad”. Ha comunicato intensamente con un certo “Hajji” del Pakistan, in particolare durante il periodo del crimine nel gennaio 2019.

Tuttavia, altre prove suggeriscono che non è stato solo un atto spontaneo di aggressione. La cronologia delle ricerche del browser sul suo smartphone indica che ha cercato “assassini rapinatori”, “pena di morte in Germania” e “durata della detenzione”, e ha studiato la storia di un serial killer tedesco noto come “Midday Murderer”, che ha ucciso sette persone persone negli anni ’60.

Inoltre ha trascorso la maggior parte del tempo su Internet scommettendo su sport, navigando su siti porno e cercando prostitute vicino alla sua zona residenziale.

ALLARME STUPRI NERI

L’arrestato, che non aveva alcuna istruzione o qualifica professionale e viveva di sussidi sociali sin da quando era arrivato in Germania, era anche noto alla polizia: in precedenza era stato detenuto in almeno cinque occasioni con le accuse di frode, insulti e minacce alla gente. Ma tutto ciò non è bastato a fermarlo prima che uccidesse la vicina che lo aveva pure aiutato.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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