LIBIA: DOPO I JIHADISTI LA TURCHIA INVIA LE ARMI. Dal Belgio voli sospetti del cargo moldavo-arabo

LIBIA: DOPO I JIHADISTI LA TURCHIA INVIA LE ARMI. Dal Belgio voli sospetti del cargo moldavo-arabo

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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«Silk Way, come abbiamo visto, ma anche altre compagnie di consegna di armi, aveva fatto di Ostenda, negli anni 2000, la sua base europea. Da allora, abbiamo pensato che con la fine dell’era Viktor Bout, imprigionato il 6 marzo 2008 a Bangkok e imprigionato per 25 anni dal 2012 negli Stati Uniti, l’aeroporto che era stato il fulcro per secoli di scambi delle armi illecite aveva terminato con questo traffico. No: di fronte agli occhi spaventati degli abitanti, un enorme 747 è atterrato più volte all’aeroporto, lasciando carichi di armi e munizioni per alimentare l’ennesimo conflitto in corso, questa volta in Libia, consegnando armi a a bizzeffe, senza un check top, sembra buono, al punto di vederli cadere rapidamente e un po’ troppo facilmente nelle mani del popolo dello Stato Islamico».

Comincia così una coraggiosa e meticolosa inchiesta pubblicata nel febbraio scorso su CentPapiers che descrive la pista di atterraggio belga come il crocevia del traffico di armi tra l’Europa ed il Medio Oriente. Il motivo è soprattutto logistico: l’aeroporto di Ostenda, nelle Fiandre, è affacciatato sul Mare del Nord dove possono agevolmente attraccare i giganteschi cargo che trasporano missili, mitragliatori, fucili, e munizioni da tutto il mondo.

La posizione strategica di Ostenda sul Mare del Nord

E proprio la pista belga finisce oggi al centro della nostra inchiesta in merito ai numerosi decolli sospetti di un Boeing cargo 747-412 con piani di volo da e per la Libia nei giorni in cui la Turchia ha inviato i mercenari jihadisti nel paese, martoriato da una guerra civile dal 2014 che si è inasprita nel corso del 2019. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha infatti deciso di schierarsi a favore del Governo di Accordo Nazionale (Gna) del presidente Fayez al-Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, dall’Unione Europea e dall’Italia.

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Si tratta dello stesso tipo di aereo finito nell’occhio del ciclone sui media nei giorni scorsi in seguito alle minacce di abbattimento da parte delle truppe del Libyan National Army (Enl), l’esercito del generale Haftar, che controlla la Cirenaica e dall’aprile scorso sta tentando di conquistare Tripoli e la Tripolitania, anche grazie all’appoggio della Russia che avrebbe inviato nel paese i suoi famigerati contractors Wagner.

 

I VOLI CARGO SOSPETTI DA ISTANBUL E OSTEND

«Le forze dell’Esercito nazionale libico, facente capo al generale Khalifa Haftar, hanno denunciato il volo di un Boeing 747-412 partito da Istanbul e diretto in Libia, con un carico di equipaggiamento militare. Lo ha reso noto il portavoce dell’Esercito nazionale libico, Ahmad al-Mismari, il quale ha messo in guardia dall’uso di aerei civili per trasportare armi: “L’esercito colpirà e abbattera’ ogni aereo” che porta armi. “Lo status di civile”, ha aggiunto Mismari citati da Reuters, “è revocato nel momento in cui questi aerei vengono usati per scopi militari”» ha riportato l’Agi (Agenzia Giornalistica Italiana) il 22 dicembre scorso.

Una notizia che viene confermata dai piani di volo dell’Aerotranscargo (ATC), una compagnia di voli charter commerciali con sede a Cisinau, in Moldavia, e ufficio operativo a Sharjah negli Emirati Arabi Uniti (UAE).

Prima di proseguire non è ozioso ricordare che proprio la nazione di Abu Dhabi è finita al centro delle polemiche sulle bombe della tedesca Rheinmetall, prodotto nello stabilimento italiano di Domusnovas, nella Sardegna meridionale, esportate negli Emirati smontate e lì assemblate e rivendute all’Arabia Saudita per essere utilizzate nella guerra dello Yemen aggirando l’embargo internazionale sulla vendita delle armi.

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La stessa tipologia di embargo è stato imposto anche in Libia ma, come denunciato dai media e dallo stesso Haftar, ovviamente per ciò che riguarda solo i rivali, sarebbe stato sistematicamente violato.

«L’ultimo rapporto di Amnesty International indica probabili crimini di guerra commessi da entrambi gli schieramenti, il Governo di accordo nazionale di Serraj e l’esercito nazionale libico di Khalifa Haftar – scriveva il quotidiano Repubblica lo scorso 30 ottobre 2019 – La guerra in Libia non è “solo” un conflitto civile: potenze straniere stanno armando le due fazioni, anche con droni di ultima generazione. In Libia, l’embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite è costantemente violato. Con quelle stesse armi è probabile che le forze in conflitto stiano commettendo «crimini di guerra»: bombardamenti a tappeto su zone residenziali, droni impiegati per colpire obiettivi civili (ospedali compresi), vittime sempre più numerose tra la popolazione».

 

I VIAGGI DEL BOEING ARABO-MOLDAVO A MISURATA

Ecco perché divengono quanto mai sospetti i voli cargo segnalati dalla nostra fonte anonima “Stavro apostolo” probabilmente di nazionalità greca ma con email non identificabile.

La segnalazione riguarda la recente “Flight History” di uno dei velivoli dell’Aerotransacargo e può essere facilmente visionata da chiunque sul sito “Flightradar24” inserendo il nome in codice del velivolo ER-JAI, un Boeing 747-412 (BDSF), type code B744 e mode S 504E36.

Il Boeing 747-412 ER-JAI della compagnia moldava ATC con uffici negli Emirati Arabi

Alla vigilia di Natale il cargo risulta essere partito dall’aeroporto di Sharjah (SHJ), negli Emirati Arabi Uniti, dove ha i suoi uffici la compagnia aerea ATC in direzione di Istanbul dove è atterrato alle 4 del 24 dicembre. Ha effettuato un viaggio “sconosciuto” e quindi il 25 è ripartito da Istanbul in direzione di Misrata dove è atterrato alle 10,59 del mattino. Da lì è ripartito nel pomeriggio per atterrare ad Ostend alle 3,47 PM.

Due giorni dopo, fatto il misterioso carico, è partito dall’aeroporto belga ed è atterrato a Misrata alle 2.04 PM due ore dopo è ripartito per tornare ad Ostend alle 7,53 PM. Il 28 dicembre c’è stato l’ultimo volo dal Belgio per Misrata dove è atterrato all’1,53 PM, da lì si è poi diretto a Dacca, in Bangladesh. I voli successivi risultano archiviati con luoghi di partenza e arrivo “non disponibili” e ora di atterraggio “sconosciuta“. Come se sul Boeing 747-412 fosse calato un velo di segretezza…

Tutti i voli del cargo Boeing 747-412 da Istanbul e Ostenda per Misurata

Cosa ha trasportato quel grande cargo da Ostend a Misrata dopo che il generale Haftar aveva segnalato il volo commerciale sospetto da Istanbul alla Libya minacciando di abbattere altri aerei civili provenienti dalla Turchia perché accusati di trasportare armi? Se davvero avesse caricato armamenti lo avrebbe fatto in palese violazione dell’embargo Onu.

 

AEREO DELLA STESSA COMPAGNIA NEL MIRINO PER ARMI

Non è la prima volta che un velivolo dell’airlines moldava finisce al centro dell’attenzione internazionali per trasporti sospetti. A sostenerlo è sempre l’articolo di CentPapiers che a sua volta cita un reportage del 15 aprile 2015 della Radio-Télévision Belge Francophone (RTBF).

«Fonti libiche che testimoniano della tratta appartengono al campo governativo riconosciuto dalla comunità internazionale. Secondo questi, le armi sono destinate alla coalizione di islamisti contrari al governo. Si dice che il Boeing 747 partito la scorsa settimana da Ostenda per la Libia avesse trasportato vari tipi di munizioni e artiglieria antiaerea leggera. Le stesse fonti, d’altra parte, non sono in grado di specificare l’origine delle armi prese a bordo, ma sottolineano il fatto che gli aerei di Ostenda atterrano, fuori dalla Libia, anche regolarmente negli Emirati Arabi Uniti, un paese il cui recentemente è stato dimostrato di essere il punto di partenza per le armi destinate al territorio libico» riferiva RTBF citata da CentPapiers.

«Le Nazioni Unite hanno anche sollevato sospetti su Ostenda. Gli ispettori hanno trovato “articoli sospetti” sulle note di carico alla fine dell’anno scorso. Hanno chiesto una spiegazione alle autorità belghe, che hanno risposto di aver ispezionato un aereo per la Libia, in cui non era stato trovato alcun prodotto proibito» aggiungeva la Tv belga.

Il Boeing 747-409 ER-BAM fotografato a Misurata

«Il velivolo sarebe stato il 747-409 BDSF del 1992, l’Aerotrans ER-BAM (24312 LN: 954) che attualmente opera a Misrata. Di seguito è riportato il foglio di riempimento datato 6 agosto 2015: l’aereo è quindi pieno di scatole di munizioni da 7,62 mm mm e il documento contiene 6 pagine!!! Il foglio indica come luogo di carico “RUH”, ovvero l’aeroporto di Riyadh… e come luogo di scarico … Ankara in Turchia (ESB, per “Ankara Esenboğa Havalimani”, ovvero l’aeroporto internazionale turco di Esenboğ )» precisa CentPapiers.

Il foglio di trasporto di munizioni quale carico pericoloso

«Dopo un mese di assenza, il nostro trasportatore di camions e parrocchetti è atterrato in Libia, il B747 ER-BAM moldavo (quartier generale Sharjah-Emirati Arabi Uniti). Notevole, perché oggi l’aereo (dopo l’accreditamento TCO dell’UE?) opera principalmente dall’aeroporto di Hahn, anche se con alcune nuove destinazioni (incluso l’Iraq) – si legge nel reportage sui cargo sospetti – È bello sapere che i nostri amici moldavi (di fatto viene dal paese) hanno apparentemente trasportato circa 250 tonnellate di munizioni a beneficio di alcuni ribelli in Siria… Tutto questo per conto dei nostri buoni amici dell’Arabia Saudita dove al Belgio piace anche vendere armi. Triste nel determinare, dopo 25 anni, che poco è cambiato».

Si fa riferimento riferimento allo scandalo del trafficante d’armi russo Viktor Bout, citato all’inizio, e viene pubblicata una fotografia scattata da Mohammad Attaleb a Misurata allo stesso aereo Boeing. Oggi, quindi, sarebbe cambiato solo il modello del cargo con il nuovo 7474-412 ER JAI visto che i voli di questo charter commerciale sono cominciati a Instabul per poi proseguire per l’aeroporto libico nei giorni seguenti…

 

TENSIONI NELLA NATO TRA TURCHIA E GRECIA

Il presidente turco Erdogan è infatti deciso a dare manforte al presidente al-Sarraj lasciato apparentemente solo da Usa, Unione Europea e soprattutto Italia, che ha un deposito Eni di petrolio e gas a Mellitah (Tajoura) e la piattaforma di Sabrata da cui parte il gasdotto marino Greenstream per la Sicilia, frutto dell’accordo del 2003 tra l’ex premier Silvio Berlusconi e l’allora colonnello Muhammar Gheddafi, quando la Libia era un paese in via di sviluppo che regalava 7mila dollari ad ogni famiglia alla nascita di un neonato.

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Proprio intorno al gas girano tutti gli interessi internazionali sul paese africano che confermano la spaccatura tra i paesi Nato. Quelli dell’Italia per gli impianti esistenti, quelli della Russia e della Francia per i pozzi petroliferi controllati da Haftar in Cirenaica e ora anche in altre aree, quelli della Turchia ad accaparrarsi nuove risorse dopo il tentativo in parte respinto nel Rojava siriano dove si trova la Valle dell’Eufrate ricca di petrolio, ed infine quelli di Washington perché non avvenga un approvigionamento ulteriore per l’Europa o l’Italia, visto l’imminente inaugurazione del TurkStream (Russia-Turchia) e la costruzione quasi ultimata del Nordstream II (Russia-Germania), entrambi colpiti da vergognose sanzioni della Casa Bianca.

Il mercato energetico degli Usa, infatti, come vedremo in un prossimo reportage, è fortemente basato sul gas naturale liquefatto LNG trasportato via mare con costi maggiori per le nazioni importatrici ovviamente più allettate dai prezzi più vantaggiosi di quello via gasdotti.

Erdogan ha già firmato con Tripoli un accordo di delimitazione marittima che consente alla Turchia di far valere i diritti su vaste aree del Mediterraneo orientale, ambita da altri Paesi, in particolare la Grecia.

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Nei giorni scorsi il capo della diplomazia greca, Nikos Dendias si è recato a Bengasi: nel feudo del maresciallo Haftar per incontrare due esponenti del governo “ribelle” della Libia orientale alleato con il generale, il governo ribelle fedele ad Haftar. Il ministro greco ha incontrato il premier del governo che sfida il Gna, Abdallah Al-Thini e il suo ministro degli Affari esteri, Abdulhadi Al-Houeij.

Si preannuncia quindi una nuova sfida tra Grecia e Turchia, entrambi membri di una Nato ormai cristallizata solo in un anacronistico ruolo mondiale anti-Russia. Sebbene Parigi sulla questione libica sia apertamente schierata a favore di Haftar come Mosca.

L’accordo di cooperazione militare non autorizza la Turchia a inviare forze di combattimento in Libia ma consente alle parti di scambiare personale militare e di polizia per missioni di formazione e istruzione. Proprio per questo, il prossimo 2 gennaio, Erdogan porterà la questione in Parlamento per ottenere il mandato ufficiale a far intervenire l’esercito.

 

IL CARGO AMERICANO PARTITO DALLA TURCHIA

Per ora ha già mobilitato i suoi originali e feroci mercenari: i sanguinari jihadisti delle fazioni dell’Islam Sunnita protagoniste della guerra contro il presidente siriano di confessione Sciita, Bashar Al-Assad, tra le quali si annidano Foreign Terrorist Fighters, ex comandanti dell’Isis ed ex militanti di Al Qaeda, liberati da Ankara dalle carceri per utilizzarli come “soldati”. Proprio a loro sarebbero indirizzate le armi in arrivo dai cieli. Non solo da Ostenda.

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Un giornale greco ha infatti riportato una movimentazione gestita da una non meglio dientificata compagnia aerea americana: «Gli Stati Uniti appoggiano l’intervento turco in Libia e cosa fa la Grecia? Questa è la domanda chiave che sorge dopo le informazioni esclusive fornite da pronews.gr che gli aerei statunitensi, in violazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle vendite di armi alla guerra libica, stanno lanciando spedizioni di armi dalla Turchia attraverso la Grecia».

A riportarlo è un altro sito greco, VoiciNews: «Secondo le informazioni complete, l’aeromobile cargo Boeing 747-400 BDSF con sede negli Stati Uniti che trasporta merci con servizi di volo chartter dovrebbe partire domani martedì 31/12/2019 alle 06:00 al mattino da Costantinopoli a Tripoli, in Libia. L’aereo decollerà dal vecchio aeroporto di Kemal Ataturk e ha presentato un piano di volo, approvato (!) Per il volo attraverso la FIR (Flight Internationa Road) greca e l’atterraggio a Tripoli, controllata dal regime filo-turcom dopo 3 ore e 40 minuti. È la prima volta e il primo itinerario in cui un’azienda americana spedisce armi dalla Turchia alla Libia».

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Il website greco fa riferimento a una compagnia americana che ha stretti legami con il Pentagono, essendo uno dei principali vettori statunitensi che effettuano charter militari e, come riferito dalla stessa società, contribuisce al trasporto aereo dell’esercito americano.

La Libia è pronta a divenire la nuova Siria, le armi sono arrivate ed anche gli spietati jihadisti pilotati da paesi Nato. Il 2019 avrebbe potuto terminare meglio. Il 2020 inizierà certamente non bene per Tripoli ma anche per l’Italia che gli sta di fronte.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – TUTTI I REPORTAGE SUI JIHADISTI

REPUBBLICA – EMBARGO ARMI VIOLATO

FLIGHTRADAR24 .- PIANI VOLO OSTEND-MISURATA

CENTPAPIERS- INCHIESTA CARGO ARMI

VOICENEWS – VIAGGIO SOSPETTO DAGLI USA

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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