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IL PADRINO INFETTO, L’EX PREMIER APPESTATO E IL MINISTRO IMMUNE

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LUNEDI 18, STORICA GIORNATA DI POLITICA:
I CINQUESTELLE DIFENDONO SALVINI E GOVERNO
L’ARRESTO DEI GENITORI AMMORBA RENZI
L’INSANA RENZITE DI BERLUSCONI SI AGGRAVA

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

In una sola giornata la politica dello Stivale, che sarebbe meglio definire del piede in due scarpe vista la posizione callidamente ondivaga della Lega in tandem coi CinqueStelle al Governo e riunita agli storici alleati di Forza Italia e Fratelli d’Italia nelle varie elezioni amministrative tra cui quelle trionfali in Abruzzo, ha emesso la sua sentenza inappellabile per tre leader nazionali. Quello del passato remoto Silvio Berlusconi, quello del passato prossimo Matteo Renzi e quello del presente e, molti si augurano anche del futuro, Matteo Salvini. Lunedì 18 febbraio potrebbe passare alla storia per averci consegnato il vicepremier della Lega col certificato d’immunità che lo mette al riparo dalle livorose invadenze politiche delle toghe rosse, il rottamatore del Pd che sta assistendo alla demolizione della credibilità della sua famiglia fin troppo a lungo lambita con guanti di velluto dalla giustizia in ossequio al leader dei Democratici (ed ai due suoi compagni di partito Capi di Stato e perciò Presidenti del Consiglio Superiore della Magistratura) dinnanzi ad episodi di delinquenza finanziaria magari non devastanti per entità del danno erariale ma gravissimi per la loro cinica e ciclica spudoratezza, infine, il cavaliere disarcionato di Arcore ormai costretto alla terapia intensiva per la rianimazione del suo partito e del suo indice di gradimento demoscopico ormai prossimo a contarsi sulle dita di una mano.

 

L’IMPIETOSO GIUDIZIO DEI SOCIAL

Nell’era in cui grazie a internet finalmente quasi tutti gli esseri senzienti e pensanti sanno chi sono e cosa rappresentano il plutarca George Soros ed i suoi alleati imperatori, baroni, vassalli, valvassori e servi della moneta del mondialismo plutocratico e del signoraggio bancario, è impensabile che si possa scampare all’impietoso giudizio dei social e dei media, sempre più influenzati dai primi nonostante l’arcigna vigilanza dei potentati economici che li governano a bacchetta. Nonostante ciò c’è ancora chi osa cercare di raccontare gigantesche balle agli italiani costruendo da sé stessi, parola dopo parola, mattone dopo mattone, quel muro di isolamento e incomunicabilità sociale che ben rammenta il leggendario The Wall dei Pink Floyd. La giornata di lunedì ci ha partorito un ministro Salvini immune, un ex premier Renzi appestato dai malaffari familiari ed un padrino Berlusconi infetto che, pur di rievocare il suo vittimismo giudiziario senz’altro indiscutibile ed acclarato, cerca di difendere il “figlioccio” rimasto orfano della patria libertà arrampicandosi non solo sugli specchi ma addirittura sul Nanga Parbat himalayano capace di uccidere anche gli alpinisti più esperti.

 

SALVINI MINISTRO IMMUNE

Matteo Salvini in piazza del Popolo a Roma

Poco c’è da dire sul controverso sondaggio sulla piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle circa la concessione dell’immunità parlamentare al ministro dell’Interno sul noto caso della nave Diciotti per il ritardato sbarco dei migranti al porto di Catania: il Tribunale dei Ministri della Corte d’Appello etnea ha chiesto di processare Salvini per sequestro di persona aggravato sovvertendo l’istanza di proscioglimento della Procura, il popolo pentastellato del web si è spaccato ma ha fatto prevalere al 59 % il pollice alto per dare mandato ai propri parlamentari di votare per l’immunità nella Giunta delle Autorizzazioni a Procedere del Senato. La consultazione a Palazzo Madama è stata quindi una formalità in cui Lega, M5S, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno invocato l’immunità scongiurando il processo, al termine del quale il vicepremier sarebbe stato sicuramente prosciolto ma che avrebbe pesato sulle sue spalle con un gravame di denigrazioni mediatiche come ben evidenziato dall’avvocato e senatore leghista Giulia Buongiorno, meritevole di aver convinto i suo segretario di partito ad accettare di diventare immune. A breve l’aula dovrà ratificare ma una smentita del voto in commissione da parte dei senatori cinquestelle segnerebbe una spaccatura letale in tale movimento e la fine del governo gialloverde, finora capace di trovare mediazioni e compromessi su questioni ben più spinose e dirimenti.

 

RENZI VISIONARIO APPESTATO

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accanto all’ex premier Matteo Renzi che lo fece eleggere al Quirinale

Che Matteo Renzi abbia ancora il coraggio di parlare, straparlare, urlare, lanciare moniti ed anatemi a destra e a manca dopo ciò che è accaduto durante al suo Governo con gli scandali Etruria, Mps, Consip ecc, significa che bisogna davvero dar ragione a quei giudici della Corte dei Conti che nel 2015 lo prosciolsero dall’accusa di danno erariale per illegittime assunzioni alla Provincia di Firenze dichiarandolo incapace di intendere o più precisamente “di comprendere l’illegittimità del suo operato”. Un incapacità che pare ancora più palese quando denuncia una presunta cospirazione mediatica per l’occultamento del caso politico Diciotti con i reportages sugli arresti domiciliari ai suoi genitori per concorso in bancarotte ed evasioni fiscali. Mentre sarebbe ben più credibile il contrario: considerando che la notizia del provvedimento del Gip di Firenze è apparsa cinque giorni dopo la firma dell’atto ed è stata lanciata in anteprima da quel Corriere che ha sempre tenuto bordone a Renzi e al suo governo, se proprio si deve immaginare un complotto otremmo immaginare che sia stato ordito per cercare – senza riuscirci – di nascondere la cacca della famiglia renziana sotto la ribalta dell’attesa per il verdetto cinquestelle sul caso Diciotti. E’ umanamente ben comprensibile che l’ex premier sia addolorato per le misure cautelari, lo è meno che non abbia mai avuto il minimo sospetto di quanto stesse accadendo nelle aziende di famiglia in cui fu anche dirigente assunto pochi giorni prima della sua candidatura, cosa che una volta eletto gli garantì una pensione d’oro a carico dello Stato… E’ palese che si senta politicamente appestato dai lezzi tracimanti dallo scandalo di Rignano sull’Arno dove sua madre e suo padre sono agli arresti domiciliari (ma con beneficio di comunicazioni all’esterno), lo è meno che diventi talmente visionario da credere alla loro purezza dinnanzi ad un’indagine che è meticolosamente documentale e contabile. E proprio alla vigilia per il processo che vedrà il signor Tiziano Renzi e la signora Laura Bovoli comparire davanti al Tribunale di Firenze il prossimo 4 marzo per una maxi-fattura ritenuta gonfiata dalla Procura del capoluogo toscano emessa dal re degli outlet implicato nello scandalo dei processi pilotati che ha portato in manette il giudice Antonio Vastano. Alla luce di tutto ciò più che visioni sembrano veri miraggi d’innocenza.

 

BERLUSCONI PADRINO INFETTO

I due ex premier Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, padrino e figlioccio

Lo chiamo padrino per l’affettuosità paternalistica con cui intervenire in difesa del “figlioccio” Matteo Renzi cui magari ascosamente tributa il merito di averlo aiutato a non finire in galera. Ogni riferimento ad allusioni propriamente malavitose è fuoriluogo qui come nelle aule giudiziarie in cui è stato fatto aleggiare. E’ pur vero che la tutela ad oltranza del Cavaliere, sempre meno azzurro e sempre più cianotico, culminata nel titolo cubitale sul suo sempre meno credibile Giornale “L’arresto è una misura abnorme” urlato dal figlio dei due arrestati, su una questione così ispida come un’inchiesta per 2 bancarotte e mezza (senza contare quella per cui Tiziano Renzi fu prosciolto) rivela un atteggiamento un po’ mafioso secondo il quale la “famiglia d’onore” non può essere toccata. Ma ciò mi sconcerta ben più che ormai Berlusconi appaia infetto del Morbo di Renzite: vede lo share politico del suo partito e quello suo personale precipitare ai minimi. surclasssato da un Salvini che è certo un bravo leader populista ma ogni volta che parla fa trattenere il fiato a chi lo ammira, ed invece di fare un’auto-analisi dei propri errori, anziché fare resipiscenza di quello scellerato patto del Nazareno che consegnò l’Italia all’Oligarchia Renziana e ad un settennato infame, emula ciò che fece il suo figlioccio dopo la debalce del referendum. Si straccia le vesti perché solo 6 italiani su 100 lo votano, non si capacita come i suoi antichi ed astuti mantra, conditi di ipocrisia e menzogne venute a galla, non siano più in grado di ipnotizzare l’elettorato e di far credere alle sue indubbie e memorabili doti di Statista. Ma il giorno dopo aver accusato gli italiani di aver perso il buongusto scende pure in campo in difesa dell’ex Bullo del Transatlantico, il cocco della trimurti presidenziale Napolitano-Obama-Mattarella, e sostiene l’ex premier Matteo dicendo una cosa gravissima: «Se la sinistra avesse votato la nostra riforma della giustizia questa cosa dolorosa non sarebbe successa». Ovvero se ci fosse stata la divisione delle carriere dei magistrati i presunti bancarottieri inveterati, se parenti di politici, non sarebbero finiti in galera. Fin troppo facile la boutade: ai genitori di Renzi si contesta un’evasione fiscale di circa 400mila euro, Berlusconi fu condannato per una da 300milioni, normale che gli paiano bazzecole!!!

Sono però parole acide le sue perché riecheggiano il senso di quelle del Marchese del Grillo: «Mi dispiace ma io so’ io e voi non siete un cazzo». Proprio qualche giorno fa descrivendo Il Pupo siciliano e le Marionette d’Italia circa il pronunciamento del Parlamento sul caso Venezuela ho criticato Salvini e rimpianto lo statista internazionale Berlusconi. Dio me ne scampi! Ormai è la star decaduta che ridotta al ruolo di comparsa a fine spettacolo resta sul palcoscenico reclamando l’attenzione del pubblico che sta lasciando il teatro. Ormai sembra davvero infetto da Renzite acuta. Salvini è immune ma anche avvisato…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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