GOVERNO ARCOBALENO ALLA DERIVA SU MIGRANTI E FAMIGLIA

GOVERNO ARCOBALENO ALLA DERIVA SU MIGRANTI E FAMIGLIA

12.656 Views

IL PREMIER BOICOTTA FONTANA E VERONA
IL MINISTRO DI GIUSTIZIA DORME SULLE TOGHE 
IN ROTTA DI COLLISIONE CON SALVINI E VIMINALE
PER PROTEGGERE LE NAVI SEA WATCH E MARE JONIO
LE ANIME DIVERSE DEL CONNUBIO GIALLOVERDE
CONTRAPPOSTE SU QUESTIONI SOCIALI PRIMARIE

 

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

La riforma sulle pensioni con quota 100 e quella sul reddito di cittadinanza approvate in via definitiva dal Senato sono cosa buona e giusta. Talmente buona e giusta da sembrare interventi persino tardivi e smascherare come parassiti dell’Italia i 107 senatori che hanno votato contro, a fronte dei 150 a favore e di 7 astenuti. Sono azioni sociali certamente radicali che avvicinano l’Italia ai paesi civili dell’Unione Europea. Basti pensare che in Francia si va in pensione a 62 anni, in Germania a 65 ma soprattutto entrambi i paesi prevedono condizioni straordinarie per chi è campato facendo lavori usuranti. Basti ricordare ai nemici della paghetta per i poveri senza lavoro che l’Italia (insieme alla Grecia) era fino a ieri l’unico dei 28 paesi a non avere un reddito di dignità che in Danimarca supera i 1.300 euro. Va ricordato ai nemici di tale misura come Giorgia Meloni, sempre più imbalsamata al 5 % di share politico di Fratelli d’Italia, che nel nostro paese la disoccupazione aleggia sempre sopra al 10 % con punte tragiche al Sud, ci sono 5 milioni di poveri assoluti e altri 18 a rischio: pertanto questa misura era urgente e necessaria in attesa di varare successive politiche sul lavoro che ovviamente impiegheranno anni a dare frutti. Il decretone del Governo gialloverde Lega e M5S (equipollenti nei meriti, la prima per la riforma sulle pensioni, il secondo per l’azione antipovertà) evidenzia e rende certezza un’amara e tragica impressione: la politica economica talmente fallimentare da essere delinquenziale dei Governi tecnici del Partito Democratico avallati dai “compagni” presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella dello stesso partito. Leghisti e pentastellati sono riusciti a trovare i soldi per dare il meritato riposo a lavoratori da oltre 30 anni ed aiuti coloro che avendo perso l’ocupazione per le varie crisi non sono riusciti a ritrovarla. Ci sono riusciti sebbene pressati come non mai dalla Commissione dell’Unione Europea sulla percentuale del deficit Pil-debito pubbico lasciata invece a briglia sciolta all’ex premier Matteo Renzi & co. per dar loro modo di fingere davanti al mondo di essere virtuosi. Di queste criminali manipolazioni finanziarie, che si muovono nella più ampia discrezionalità soggettiva di amministratori europei non eletti ma nominati in complicità con agenzie di rating killer, abbiamo parlato in un altro articolo sul pericolo di “terrorismo economico” contro l’Italia.

I NODI VENGONO AL PETTINE

Ora che abbiamo tessuto le lodi di una riforma che potrebbe definirsi socialista antilitteram, simile alle strategie governative del giustiziato Duce quanto dell’oggi vituperato Nicolas Maduro in Venezuela, cerchiamo di capire perché gioverà davvero a poco se il Governo non saprà dare una vera anima alla sua gestione dello Stivale, al momento simile a quella di un’amministrazione controllata che sta soltanto tappando le falle causate dal marasmatico settennato del Pd. I pochi veri rossi rimasti in questo schieramento – in mezzo ad un’accozzaglia di intrallazzatori e mondialisti – fanno bene a temere il crescente successo di una forza sovranista ed autoritaria come la Lega perché l’appena citato Benito Mussolini salì al potere acclamato dal popolo dopo le dissennate scelte compiute dal Governo di liberali-massoni che portò l’Italia in una disastrosa Prima Guerra mondiale (evitabilissima con accordi con l’alleato Impero Asburgico) e nel Biennio rosso delle insurrezioni popolari e dell’inconcludente governo socialista del 1919-20. Ma il partito di Matteo Salvini, sempre più eroicamente inossidabile ad attacchi della peggior specie, dovrebbe decidere cosa vuole fare da grande perché al momento ogni sua politica si avvita in gran parte su sé stessa. Come il cavo d’acciaio che sta sollevando con una carrucola un peso soverchio ma gira fuori dalla puleggia: per quanto sia potente e resistente prima o poi è destinato a bloccarsi o addirittura a spezzarsi. I nodi vengono al pettine proprio in questa settimana smorzando inevitabilmente gli entusiasmi per le succitate conquiste di dignità sociale. Hanno il nome ed il volto delle due gravi emergenze seminate come zizzania proprio dalle politiche mondialiste del Pd: famiglie e migranti.

 

L’ANIMA GIALLA CHE DIFENDE TOGHE ROSSE E MIGRANTI

Il Ministro di Grazia e Giustizia, Alfonso Bonafede dei Cinquestelle

La legge Sicurezza denominata Salvini dal nome del Ministro dell’Interno che l’ha approntata e fatta approvare dal Parlamento in cui, tra tante sfumature sempre perfettibili, passa la logica che non ci sono sconti per gli immigrati nello status di profughi che delinquono, è minata nella sua valenza dall’ormai annoso e caustico scontro tra forze dell’ordine e palazzi di giustizia. “La polizia incrimina, la legge assolve” è il titolo di un film della saga degli anni Settanta del Commissario Belli che denunciava un problema tutto italiano oggi divenuto catastrofe. Gli intrecci tra toghe rosse ideologizzate, politici, magistrati corrotti, mafiosi, logge massoniche, servizi segreti deviati o protetti, hanno partorito il sistema giudiziario più devastato e devastante del mondo occidentale. Lo ha riconosciuto persino il ministro fantasma di Grazia e Giustizia, Alfonso Bonafede, incolpando però l’anonima delinquente di ogni giustificazione: la burocrazia. «Non per colpa della magistratura che chiariamolo lavora benissimo» sentenziò nel giorno dell’Immacolata Concezione forze nel tentativo blasfemo di far diventare dogma tale assunto fasullo, smentito categoricamente nelle settimane dopo dai verminai che portarono in galera vari giudici corrotti. Ma peggio dei magistrati che prendono soldi e regalie ci sono quelli corrotti nell’anima che sono pronti ad utilizzare gli strumenti giudiziari in loro possesso per palesare il loro orientamento ideologico e pertanto politico sebbene vietato dalla Costituzione. Aggrappandosi a cavilli giuridici a volte ridicoli a volte mostruosi le toghe rosse cresciute nei vivai intellettuali creati dal comunista Palmiro Togliatti riescono a mistificare i crimini fino a trasformare le presunte vittime in colpevoli.

L’arrivo nel porto di Catania della nave Diciotti della Guardia Costiera con a bordo oltre 177 migranti

Emblematico fu il caso della Nave Diciotti nel quale un Ministro dell’Interno, intervenuto per impedire il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in virtù di palesi violazioni del trattato Themis sulle migrazioni, si è visto accusare di sequestro di persona e ha dovuto ottenere l’immunità parlamentare per difendersi da un presunto crimine per il quale il Procuratore della Repubblica di Catania aveva chiesto il proscioglimento in quanto ben consapevole delle contiguità sospette tra scafisti e natanti di soccorso delle Ong umanitarie. Ora sul caso Sea Watch si sta ripetendo analoga sconcertante solfa: da omissioni d’atti d’ufficio si è già passati ad un’indagine per sequestro di persona contro ignoti che Salvini già immagina diretta nei suoi confronti. Similare per gravità è il dissequestro della nave Mare Jonio della ong italiana Mediterranea dove si sarebbe consumato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violando un ordine di arresto dei motori della Guardia di Finanza, per cui è indagato il capo missione no global Luca Casarini, riesumato dalla sinistra dopo le devastazioni dei centri sociali da lui guidati al G8 di Genova del 2001, ed il comandante Pietro Marrone. Il rischio che quell’imbarcazione possa essere nuovo strumento di un crimine non ha minimamente sfiorato i magistrati: come coloro che restituiscono un coltello da macellaio all’autore di una minaccia armata… Ma questi episodi non fanno altro che aggiungersi alle quotidiane scarcerazioni di pericolosi delinquenti immigrati arrestati da Polizia e Carabiniere in uno snervante quanto inutile lavoro. Si affastellano su altri precedenti come il guanto di velluto con cui fu accarezzato dalla giustizia l’ex Sindaco di Riace, Domenico Lucano, accusato dal pm di 21 reati tra cui l’associazione per delinquere e bacchettato dal Gip col divieto di dimora per i due minori crimini soltanto. Questa emergenza sociale non è più soltanto quella dell’immigrazione, fortunatamente arginata dalle politiche del ministro Salvini, ma della gestione giudiziaria degli immigrati. E cosa fa in ezzo a tutto ciò il ministro Bonafede? Dorme… O forse sta pensando qualche legge anti-omofobia per accontentare una parte dei suoi amici elettori. Ecco il colore giallo sbiadito del Movimento 5Stelle: un’anima che vaga penosamente nel limbo dell’indifferenza tanto da far sembrare lo stipendio del pentastellato che regge il Dicastero dela Giustizia quasi un’appropriazione indebita. Ma il giallo del menefreghismo sta colando anche un po’ sulla Lega che non affronta il problema della Casta della Magistratura a livello politico replicando la stessa filosofia del “volemose bene” che fu fatale a Silvio Berlusconi non appena entrò in crisi di consensi. Perché Dio persona, un’atea toga rossa no!

 

IL BLU DELLA FAMIGLIA NATURALE E DIVINA

Il ministro Lorenzo Fontana con la sua famiglia lla manifestazione del Family Day

A dare invece al Governo una brillante tonalità blu, che nell’arte evoca il divino, c’è il cristianissimo ministro Lorenzo Fontana alla Famiglia e alla Disabilità. E’ il politico di trincea della Lega, impegnato in una battaglia epocale ancor più difficile di quella di Salvini perché scorre tutta in quel fiume dell’etica che può essere limpido, torbido o vorticoso a seconda dei venti che soffiano dall’Unione Europea, dall’Onu, dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, dalla Corte Europea per i Diritti Umani. Nell’anno 2019 difendere la famiglia intesa come naturale combinazione di uomo e donna aperti alla spontanea procreazione è più arduo che difendere i confini dalle invasioni di migranti. Molti di coloro che hanno ben chiaro il pericolo di un’immigrazione indiscriminata non comprendono affatto o non vogliono nemmeno riflettere sulle aberrazioni che la cultura gender, studiata a tavoli da scienziati atei e folli, e quella Lgbt possono arrecare al pianeta, sovvertendo non solo la congenita tendenza psicofisica di ogni essere umano ma addirittura il futuro dell’umanità proiettata verso il mercato dei bimbi in provetta, magari usa e getta, se passeranno anche le leggi sull’eutanasia per i minori. Fontana lo sa; come un novello Davide ha iniziato la sua lotta contro il mainstreaming Golia di media e istituzione genuflesse alle logiche degli estremisti pro Lgbt ed Eugenetica; per i quali in Bioetica e nelle relazioni umane qualunque sperimentazione è ben accetta. Con determinazione porta avanti i valori fondanti dell’etica umana elaborati da oltre duemila anni di cultura cristiana che è una delle più schiette bandiere della Lega in quanto vessillo di libertà su tematiche che la sinistra relativista ed il Pd hanno cercato di assoggettare al loro schizofrenico pensiero unico. Il suo patrocinio ministeriale al XIII Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà dal 29 al 31 marzo a Verona è una pietra miliare nella rinnovata dialettica istituzionale sull’etica che parte dai punti certi di millenni e non dalle provocazioni degli ultimi 29 anni: cioè dal 17 maggio 1990 quando l’Organizzazione Mondiale della Santà, piegandosi a π 1/2 alle potenti lobbies Lgbt finanziate da mecenati miliardari, tolse tale comportamento sessuale dalle malattie mentali. Ma la genuina fedeltà alla famiglia naturale del leghista Fontana è servita anche a svelare il vero colore di altri governanti…

 

IL PREMIER ARANCIONE NEL COMPROMESSO LGBT

Che le tematiche di educazione gender, adozioni di coppie omosessuali, utero in affitto e propaganda a favore dell’aborto sarebbero state l’agone di conflitto ideologico più aspro tra Lega e 5Stelle lo si immaginava e sapeva. Che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sia stato scelto dal Quirinale tra i nomi segnalati dai pentastellati pure. Che un premier della Repubblica Italiana giungesse a boicottare un evento internazionale imponendo di togliere il logo di Palazzo Chigi proprio al Congresso sulla Famiglia perché a suo parere troppo sbilanciato sulla difesa di quella naturale è qualcosa che va oltre alle aspettative. La giustificazione formale è quella per cui non sarebbe stata discussa la concessione dello stemma della Presidenza del Consiglio all’interno del Governo ma sarebbe conseguenza di un atto unilaterale del ministro Fontana, probabilmente candido come colomba ma astuto come serpente nel tendere una trappola a Conte per smascherarlo davanti a tuti gli italiani. La motivazione sostanziale fa venire i brividi: «Questo Governo si propone di tutelare con la massima attenzione ed energia la famiglia fondata sul matrimonio, senza che questo possa in alcun modo compromettere il riconoscimento giuridico e la piena legittimazione delle unioni civili e delle diverse forme di convivenze basate su vincoli di natura affettiva». Nell’urgenza di commentare in cerca della claque dei votanti grillini Lgbtq si è persino scordato di aggiungere l’aggettivo “umana” spalancando così il sospetto che possa essere in futuro favorevole a normative per la legittimazione di unioni rituali simboliche tra uomini ed animali, già celebrate da alcune donne inglesi in Croazia e Ghana sposando i loro cani, pubblicamente pur senza valenza legale. Alle assurdità sociali, nel liberismo etico, non può esserci ovviamente limite come insegnano i matrimoni pedofili dei musulmani. Ecco perché proprio questo colore dell’arcobaleno, fusione del giallo dell’indifferenza verso i valori primari dell’umanità ed il rosso ateista-comunista, può essere pietra d’inciampo nel cammino del governo.

 

IL ROSSO COMUNISTA ALL’ARREMBAGGIO

Il pentastellato Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati, a volte saluta come quando militava in Rifondazione Comunista

Ma il pericolo maggiore non giunge certo dal moderato Conte che prima di legittimare compromessi sudici e suicidi farà certamente lunghe meditazioni. Viene dall’anima rossa di sinistra dei pentastellati istituzionalmente premiata con l’elezione di Roberto Fico alla Presidenza della Camera dei Deputati. Ne ignoravo la storia politica quando fu acclamato in tale importante carica. Ascoltando i suoi proclami estremisti su migranti e famiglie colorate sono rimasto sconcertato della sua nomina. Leggendo il suo curriculum politico da ex militante di Rifondazione Comunista ho strabuzzato gli occhi dinnanzi ad una simile concessione della Lega e all’impudenza con cui i pentastellati si sono proclamati movimento d’innovazione politica. In quanto più scaltro ed intelligente, Fico è certamente più pericoloso di Laura Boldrini, la sua predecessa: spero di aver coniugato giusto il difficile termine predecessore… E’ tra i primi paladini delle politiche di accoglienza indiscriminate e pertanto sostenitore delle toghe rosse che quotidianamente umiliano gli sforzi del Ministro dell’Interno. L’abbraccio dell’Italia alla Cina, dove sopravvive uno degli ormai pochissimi regimi dittatoriali comunisti, sgorga sicuramente da tali germi e viene ammantato sotto il miraggio economico, tutto da verificare e definire, della Via delle Seta. Un progetto fortemente voluto dall’anima mondialista che è un’altra preoccupante sfumatura cromatica del Governo Conte.

 

IL VIOLA DEGLI OCCULTI MONDIALISTI

Il consigliere della Casa Bianca Rudolph Giuliani e il sottosegretario Guglielmo Picchi in un summit a New York nei giorni caldi di gennaio della crisi in Venezuela

Il viola è il paramento della sofferenza, del lutto ma anche del mistero, della magia e della metamorfosi. E’ quello che si addice al meglio per rappresentare l’infiltrazione mondialista nel Governo gialloverde: quella che sta condizionando la politica estera in modo sotterraneo con moti diplomaticamente carbonari. Se servono tre indizi per fare una prova eccola nello scoprire il terzo esponente dell’alta finanza paracaduto in un dicastero: basta studiare l’itinerario che ha portato il presidente cinese Xi Jinoing a Roma per firmare il memorandum di collaborazione economica-culturale. Il regista dietro le quinte di tale operazione è stato il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Michele Geraci che vanta un curriculum da eminente mondialista. Ha lavorato dal 1989 per la British Telecom. Ha poi ottenuto, nel 1996, un master in business administration presso la Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology di Boston e ha iniziato la carriera come banchiere d’affari, lavorando per 10 anni in diverse banche e società d’affari tra New York e Londra, come Merrill Lynch e Bank of America. Da lì si è poi trasferito a Pechino a fare il businessman per varie holding internazionali. Personaggio perfetto per un accordo con la Cina diventa imbarazzante essendo accreditato come indipendente in quota Lega: partito che vanta di essere populista ma soprattutto sovranista in contrasto con la globalizzazione propugnata dal cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale. La sua presenza potrebbe essere semplicemente casuale se non fosse che uno dei due Sottosegretari degli Esteri è l’ex berlusconiano ora leghista Guglielmo Picchi, dirigente della banca londinese Barclays che gravita nell’impero Rotchischild. E vabbé su 18 ministri, 6 viceministri e 40 sottosegretari due mondialisti ci possono stare. Ma a costoro va ad aggiungersi la presenza più ingombrante: la talpa del Quirinale nel Governo. Si tratta del Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, già docente di economia all’università romana Luiss (intitolata al suo storico presidente e massone Guido Carli), poi candidato nel partito Scelta Civia del membro di Trilaterale e Bilderberg Mario Monti e divenuto, con quest’ultimo premier e con Enrico Letta, ministro agli Affari Europei dal 2011 al 2014. E’ stato quindi colui che ha mediato tra Roma e Bruxelles per le politiche di austerità che hanno strangolato l’economica italiana e quelle di apertura alle migrazioni che l’hanno falcidiata.

 

LA COMPONENTE NERA DEI COSPIRATORI

La componente nera che si annida nel governo è quella ancora più difficile da individuare perché concerne la gestione dei servizi segreti nazionali e le relazioni con quelli internazionali. Politiche che spesso emergono chiaramente solo a posteriori ma sulle quali, alla luce delle reiterate dichiarazioni e prese di posizione sui conflitti bellici (Siria) e le zone delle crisi internazionali (Venezuela), gravano ora i sospetti di un’eccessiva permanente sudditanza alla Cia americana e, con essa, al suo alleato Mossad, naturali conseguenze dei militanti “viola” citati in precedenza. Ed il ricordo che il sornione presidente Sergio Mattarella sia stato vicepremier con delega al Controspionaggio e poi ministro della Difesa legittima ogni tipo di congettura che, al momento, in mancanza di ulteriori indizi, può rimanere solo tale.

 

IL VERDE SPERANZA DELLA LEGA

Matteo Salvini, Ministro dell’Interno e vicepremier in quota Lega

Da questa disamina cromatica emerge chiaramente ciò che è palese agli occhi di ogni analista di politica. Se le sfumature viola e nere della Lega sono comunque per ora assolutamente marginali nell’influenza su concrete politiche di governo, quelle del giallo indifferenza, dell’arancione dei compromessi etici e del rosso atavico di sinistra sono invece vere e proprie differenti anime dei 5Stelle dove si perde la tonalità blu dell’afflato cristiano a volte testimoniato dal leader di tale movimento, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio. Il suo pensiero tendenzialmente cattolico, come si confà ad un devoto di San Gennaro, pur di accontentare l’ala più laicista e liberista dello schieramento ha vissuto sconcertante contorsioni. E’ qui che rischiano di crollare le politiche sociali del Governo divenendo un mero supporto esteriore che non si radica in una più profonda rinascita umana della società ispirata a quei valori cristiani che hanno consentito all’Europa tutte le conquiste civili e democratiche raggiunte. Il rinnegamendo del retaggio culturale del Cristianesimo è un suicidio antropologico perché va ad eliminare la radice storica europea: quella che, con tutte le contraddizioni della sua espressione mediata dalla fragilità e fallibilità umana, ha sancito il perfetto connubio tra l’emotività naturale e la razionaità spirituale nel rispetto a volte fin troppo umile degli ideali ateisti e musulmani. Neò silenzio spesso troppo dimesso nei confronti di quella massoneria anticlericale scomunicata da Leone XIII nel 1884. Ecco perché al di là del riposo ai pensionati e delle paghette ai disoccupati manca un’idea di rinnovamento profondo delle aspirazioni sociali italiane verso la costruzione di un’umanità del terzo millennio davvero più buona verso le fasce più emarginate della popolazione, dai disabili ai bambini. Un Rinascimento Cristiano, potremmo chiamarlo, che in questo momento solo la Lega, più di Fontana che di Salvini, può avere la speranza di offrire. Il Governo arcobaleno, se non supererà le sue contrapposizioni cromatiche, rischierà di fare solo l’amministratore di un condominio in cui stanno però marcendo le fondamenta. Ci sono tutti i 7 colori dell’iride? No. Manca ancora l’indaco: quello del rinnovamento e risveglio spirituale. Speriamo di vederlo presto…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
divieto di riproduzione senza autorizzazione

FONTI

IL FATTO QUOTIDIANO – NAVE MARE JONIO DISSEQUESTRATA

IN GALERA GLI AVVOCATI DEI MIGRANTI FALSARI

UNA TALPA MONDIALISTA ROTHSCHILD ALLA CORTE DI SALVINI

https://www.gospanews.net/politica-societa-italiana/

(Visited 294 times, 1 visits today)

Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *