CONTE SOPRAVVIVE ALLA SFIDUCIA… ANCHE RENZI SI ASTIENE! Tiene famiglia da difendere ai processi…

CONTE SOPRAVVIVE ALLA SFIDUCIA… ANCHE RENZI SI ASTIENE! Tiene famiglia da difendere ai processi…

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Senza parole. Tre righe perchè lo schifo disaumano della politica italiana teleguidata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella non merita nemmeno lo sforzo di neuroni. Due di Forza Italia votanto con il centrosinistra dimostrano che Silvio Berlusconi è ormai una cariatide riflessa nel suo stesso specchio lordo di traditori.

Un senatore dei 5 Stelle che sparisce e riappare dopo due chiamate al voto costringendo il Senato della Repubblica a valutare se sia importante il suo voto, fondamentale a farlo emergere dalla nullità ombrosa dove si era sempre ciucciato il lauto stipendio (lo chiameremo Ciamp O Lì Lo in memoria del Parttico Comunista Cinese che piace ai grillini e richiama sempre i suoi sudditi al dovere) ed infine il grande regista della sfiducia al premier Giuseppe Conte che… SI ASTIENE!

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Tengo famiglia! Avrà pensato Matteo Renzi insieme ai colleghi che si sono astenuti acuendo il divario tra maggioranza favorevole alla fiducia a Conte ed opposizione decisa a mandarlo a casa per una serqua di clamorosi errori nella gestione della pandemia che l’hanno fatto pure finire sotto inchiesta..

Già.  Ma per Renzi non è un tengo famiglia qualunque! Tengo famiglia da difendere nei processi di papà e mamma, dei cognati e dell’ex braccio destro Luca Lotti. Sta inguaiata assai la sua famiglia. E pure lui si è beccato un avviso di garanzia per la gestione dei finanziamenti politici. Ci sta comprendere le sue ragioni di astensione. Addio Italia! Eri quasi una bella nazione quando governavano i tangestisti della Prima Repubblica…


ECCO DALL’ANSA LA CRONACA DEL VOTO

Il premier Giuseppe Conte ottiene 156 sì alla fiducia sulle sue comunicazioni in Senato. I ‘no’ sono stati 140, 16 gli astenuti. I senatori Lello Ciampolillo, ex parlamentare del M5s, e Riccardo Nencini di Italia viva. Il premier  ha lasciato Palazzo Madama.

Il capo del governo ha lasciato l’Aula del Senato prima della proclamazione della votazione ma con il risultato che, a parte il “caso Ciampolillo”, è già chiaramente a favore della fiducia. I senatori Lello Ciampolillo, ex parlamentare del M5s, e Riccardo Nencini di Italia viva sono stati riammessi al voto ed hanno entrambi votato la fiducia al governo. Alla richiesta di Lello Ciampolillo, ex parlamentare del M5s e ora al gruppo Misto, di poter votare anche se le urne si erano chiuse al Senato (era risultato assente alla prima e seconda chiama), nell’aula si è scatenata la bagarre con molti senatori in piedi che protestavano contro la presidente Elisabetta Casellati. Da qui la scelta di far decidere ai questori.

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Al Senato la votazione sulla fiducia che il governo ha posto sulla risoluzione di maggioranza che approva le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla situazione politica. La votazione è palese ed avviene per appello nominale. La senatrice di Forza Italia-Udc, Maria Rosaria Rossi ha votato la fiducia al governo, nell’aula del Senato. Anche Andrea Causin, senatore di Forza Italia ha votato la fiducia al governo nell’aula del Senato. Subito dopo, si è sentito un mezzo applauso e una voce che urlava “Bravo”. Drago, Martelli e Giarrusso (Misto) votano no. No anche di Paola Binetti, senatrice Udc, e di Minuto FI. Matteo Renzi si è astenuto nel voto di fiducia in Senato. Si è astenuta anche l’ex ministra Teresa Bellanova. La senatrice di Italia viva, Daniela Sbrollini era presente alla seconda chiama e si è astenuta come il resto del gruppo di IV, a differenza di quanto scritto inizialmente.

Causin e Rossi, i due senatori di Fi che hanno votato sì alla fiducia, “sono fuori dal partito: votare con il governo in questo caso non è una questione di coscienza”. Lo dice Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, interpellato in transatlantico al Senato. Tajani spiega di aver informato Silvio Berlusconi, insieme alla capogruppo Anna Maria Bernini.

ITALIA SUL LASTRICO PER COLPA DI QUESTI TRE

“Se hanno qualche voto in più è grazie a due di Forza Italia che hanno votato come i 5s e hanno votato i senatori a vita”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, al Tg1, mentre ancora non si sa il risultato finale. “Ditemi voi se questo minestrone può portare avanti l’Italia”, aggiunge. Ci rivolgeremo a Mattarella: c’è un governo che non ha la maggioranza al Senato e sta in piedi con chi cambia casacca”. Lo annuncia il leader della Lega, Matteo Salvini al Tg1. “Rispetto alle premesse e alle speranze di Conte e Casalino le cose non sono andate come speravano: sentivo parlare di decine di responsabili ma al netto di casi singoli, dall’altra parte ce ne sono di più, il centrodestra ha mantenuto la sua compattezza e non era scontato. Ho parlato con Salvini, parlerò con Berlusconi. Ora dobbiamo chiedere un colloquio con il Colle”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni a Rete 4. Votare è necessario perchè è l’ultima possibilità che l’Italia ha per rialzarsi, avendo un governo che ha un’idea chiara, che vuole andare tutto da una parte, con le idee chiare”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni a Rete 4. “Escludo governi di unità nazionale o larghe intese. Un governo a guida centrodestra lo proponemmo nel 2018, non è il mio piano A. Se desse l’incarico a Salvini che dovremmo fare? Ma preferisco le elezioni, ora non so se abbiamo i numeri”.

Nelle dichiarazioni di voto la ministra Bellanova ha confermato l’astensione di Italia Viva. Deciso il No di Forza Italia ribadito dalla capogruppo Anna Maria Bernini, così come nella maggioranza netto il Si del Pd annunciato dal capogruppo Ancrea Marcucci. “Non state cercando dei volenterosi, dei responsabili, ma dei complici per non perdere la poltrona”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo in dichiarazione di voto a Palazzo Madama. Bagarre in aula quando Salvini si è rivolto ai senatori a vita sottolineando il loro coraggio nel votare con il M5s quando non molto tempo fa Beppe Grillo disse: ‘I senatori a vita non muoiono mai’. Duro il richiamo della presidente del Senato Casellati.

 

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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