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COSTA ADRIATICA IN ATTESA DEL GRANDE TERREMOTO-TSUNAMI. Prosegue lo Sciame Sismico dopo il Riavvio delle Trivelle in Mare

COSTA ADRIATICA IN ATTESA DEL GRANDE TERREMOTO-TSUNAMI. Prosegue lo Sciame Sismico dopo il Riavvio delle Trivelle in Mare

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Ci sono incubi della natura che la mentalità contemporanea del benessere tende a rimuovere o a minimizzare affinché non riaffiori il vago dubbio che proprio l’uomo sia artefice della sua stessa autodistruzione.

Nel caso dello sciame sismico che prosegue con frequenza e intensità dal novembre 2022 nel mare Adriatico la scienza si è affannata a sposare subito la tesi negazionista di un’eventuale correlazione tra i terremoti sottomarini vicini alla costa e la ripresa delle trivellazioni per l’estrazione di gas e petrolio, rilanciata con la “nobile missione” di consentire all’Italia il proseguimento della guerra contro la Russia in Ucraina.

La statua della Madonna dei Cappuccini di Pesaro sfigurata dal terremoto del 9 novembre 2022

A distanza di mesi dalla nostra precedente inchiesta in cui svelammo che l’epicentro del sisma si era verificato proprio nella zona marina con maggiore concentrazione di pozzi di captazione non sappiamo se faccia più paura il segno premonitore di un evento apocalittico come il crollo parziale della statua della Madonna della Parrocchia dei Frati Cappuccini di San Francesco a Pesaro, rimasta sfigurata nella testa, o i 9 terremoti con magnitudo superiore ai 4 gradi della scala MW (mechanical work) registrati nella costa adriatica dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

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Per i terremoti più intensi si utilizza la magnitudo del momento sismico (Mw) inventata negli anni ’70 Kanamori che si esprime in scala logaritmica a partire dal momento sismico (cioe’ il prodotto dell’area della frattura x spostamento della faglia x resistenza massima alla rottura della roccia). La scala Mw e’ stata definita in maniera tale da coincidere con la scala Richter per i terremoti inferiori a magnitudo 6-7.

Ebbene, facendo un semplice calcolo di percentuale, i 9 terremoti registrati dall’INGV sui 14 che hanno interessato l’area Adriatica (Bosnia e Malta comprese) rappresentano il 64 per cento di tutti i terremoti di magnitudo superiore a 4 avvenuti negli ultimi 90 giorni in Italia.

Se estendiamo la ricerca a quelli di intensità inferiore essi diventano decine e confermano uno sciame sismico ormai continuo: ben evidenziato dagli ultimi articoli del Corriere Adriatico.

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IL CONTINUO SCIAME SISMICO NELLE MARCHE

CORRIERE ADRIATICO – GIOVEDì 2 FEBBRAIO 2023

Riprende vigore lo sciame sismico che da mesi tiene in apprensione le Marche, con numerose scosse di terremoto generate dalla faglia nel mare Adriatico poche decine di km al largo delle province di Ancona e Pesaro-Urbino.

Sono state due le scosse maggiori a cavallo dell’alba di oggi, giovedì 2 febbraio: la prima di magnitudo 3.2 alle 5.18 e la seconda di magnitudo 2.5 alle 6.29. Per tutte l’epicentro è sempre lo stesso: un tratto di mare, a 30 km da Fano, 35 da Pesaro e 40 da Ancona. Le scosse maggiori sono state intervallate da altre più piccole: alle 5.11 (1.4), alle 6.30 (1.3), alle 6.55 (1.4) e alle 7.38 (2.1). Le scosse più grandi sono state distintamente avvertite dalla popolazione, soprattutto ai piani superiori delle abitazioni, ma per fortuna al momento non si segnalano danni a persone o cose.

La tabella dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sui terremoti di intensità superiore al 4o grado della Scala MW

CORRIERE ADRIATICO – SABATO 28 GENNAIO 2023

Risveglio con la scossa di terremoto per il nord della regione Marche. Alle 6.32 di oggi, infatti, si è verificato un terremoto di magnitudo 4.1 con epicentro a Gambettola (Forlì Cesena). La scossa è stata distintamente avvertita soprattutto nelle zone costiere del nord della regione, nel Pesarese (dove giovedì per una scossa similie era stata evacuata la questura per precauzione) e nell’Anconetano. Non si tratta dell’unica scossa localizzata tra Gambettola e Cesenatico, una zona che si è “attivata” negli ultimi giorni. Nella notte infatti sono state registrate scosse alle 23.55 (2.3), alle 3.00 (1.7), alle 6.38 e alle 6.46 (2.2) , alle 7.06 (1.8), alle 7.17 (1.8), alle 8.13 (1.5), alle 8.27 (1.8) e alle 9.20 (2.6). Una nuova scossa di magnitudo 3.8 ed epicentro a Cesenatico è stata avvertita alle 11.29. Anche alle 15.58 si è avvertita distintamente un’altra scossa da 3.0 che però non avrebbe provocato danni.

CORRIERE ADRIATICO – SABATO 21 GENNAIO 2023

Una nuova scossa, breve ma intensa come riportano gli utenti sul sito dell’Ingv, di terremoto questa mattina (22 gennaio) ha svegliato bruscamente intorno alle 7.22 le zone di Pesaro e Urbino. La magnitudo è stata di 3.0 ma questa volta l’epicentro non è stato in mare, bensì all’interno a 2 chilometri da Saltara in provincia di Pesaro Urbino. Il terremoto è stato avvertito dalla popolazione ma non si registrano danni.

A San Costanzo l’arco di Cerasa ha retto senza alcun danno dopo la scossa. Era stato già messo in sicurezza dal Comune. Alle 10.52 sempre di oggi, una scossa di magnitudo stimata tra 3.2 e 3.6 si è registrata anche in provincia di Macerata.

“NESSUNA CORRELAZIONE TERREMOTI E TRIVELLE” COME PER I SIERI GENICI MRNA

Esiste una correlazione tra le trivellazioni e i terremoti?

In molti avevano  fatto riemergere questa ipotesi, già più volte bocciata dagli esperti, in seguito al sisma che ha colpito le Marche lo scorso 9 novembre 2022 e che ha fatto tremare tutta la costa adriatica dell’Italia. A sostenere questa idea è stata, tra le altre, Eleonora Evi, deputata e co-portavoce dei Verdi. La parlamentare ha infatti attaccato su Twitter il governo Meloni che “vuole ricominciare con le trivelle. Non solo è idea assurda per  crisi climatica gravissima in atto ma anche per i potenziali danni ambientali sul piano della sicurezza in una area sismica”

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«A fugare i dubbi sul tema è intervenuto il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini, che ha escluso le “ipotesi che il sisma sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi “.  Secondo Farabolini, infatti, il terremoto  che ha colpito le Marche è “un evento che possiamo considerare normale per la nostra regione: la fascia costiera e marina è infatti una delle tre zone sismo-tettoniche delle Marche”.  Il geologo ha aggiunto il sisma avvenuto in mare “è uno dei più forti avvenuti in quest’area dal Novecento”.  Queste faglie, ha spiegato Farabollini, “possono produrre terremoti di magnitudo massima stimata di 6 a differenza delle faglie appenniniche dove si possono produrre sismi fino a magnitudo 7”» riportarono SkyTG24 e altri media di mainstream per mettere a tacere qualsiasi dibattito scientifico fin dall’inizio.

Sull’ipotesi che il terremoto sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi, Farabollini ha chiarito ulteriormente che le “la trivellazione di per sé non comporta alcuno scuotimento sismico, sono semmai le attività di estrazione e stoccaggio che possono farlo. A ogni modo, i terremoti legati a queste attività sono di magnitudo più contenuta, generalmente mai oltre 4,5-5 e profondità massime di 3-4 chilometri”.

E’ curioso notare che lo scienziato cade in contraddizione con sé stesso. Prima pontifica che non esiste una correlazione tra sciame sismico e trivelle, poi ne minimizza le conseguenze.

Si tratta dello stesso processo logico con cui i virologi pagati dal governo italiano, e in alcuni casi sponsorizzati dalle Big Pharma, hanno prima smentito ogni reazione avversa grave da sieri genici antiCovid poi ne hanno confermato la possibilità ma rimarcando la loro rarità, poi smentita da studi americani dell’ente regolatore dei farmaci FDA e della massima autorità sanitaria CDC.

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Ebbene anche il geologo Farabollini si è scordato di dire ai giornalisti che ha lavorato per lo Stato quale Commissario per la Ricostruzione dei territori del sisma del centro-italia del 2016 per il periodo gennaio-dicembre 2019 ma soprattutto di essere stato consulente dell’ENI che lucra sul riavvio delle trivelle autorizzato prima dal Governo Draghi e poi da quello di Giorgia Meloni dopo uno divieto a ogni estrazione entro le 12 miglia imposto dal Governo Berlusconi e al fallimento del referendum contro le trivelle sostenuto dalla stessa Meloni.

Com’è noto il referendum sulle trivelle non raggiunse il quorum in quanto votò solo il 31,19% degli elettori e rese inutile quindi la netta vittoria del Sì di 13.334.764 di italiani che andarono votare. Quindi l’attività di estrazione di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa fu autorizzata a continuare fino all’esaurimento del giacimento, per le concessioni già attive, nonostante il sottosuolo del Mar Adriatico abbia una conformazione con particolare rischi sismici. Perché?

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Perché non esistono studi idrogeologici dettagliati che abbiano preso in esame il temuto nesso di causalità tra trivellazioni, subsidenza e terremoti. 

“Sarebbe opportuno che la geologia si interrogasse sulla questione, per amore della conoscenza, visto che in Italia, a differenza di altri Paesi, non ci sono molti studi sulla sismicità indotta“ evidenziò Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice della California State University, che da anni segue tra gli Usa e l’Italia la problematica delle trivellazioni.

IL DECRETO PER NUOVE TRIVELLE DEL GOVERNO MELONI

«Con il cosiddetto “Decreto aiuti quater”, il Governo Meloni ha infatti approvato un insieme di norme che, tra le altre cose, favoriscono l’industria fossile a fronte di benefici irrisori per la nazione. La norma, con 205 voti favorevoli, 141 contrari e 4 astenuti, è stata approvata l’11 gennaio  dalla Camera dopo aver ottenuto un ampia fiducia al Senato. La legge, derogando la legislazione ambientale corrente, consentirà quindi nuove estrazioni offshore di idrocarburi nell’Alto Adriatico» ha scritto Simone Valeri su L’Indipendente.

Al via così nuove concessioni fossili per aumentare, in particolare, l’estrazione di gas da destinare ai clienti finali ad un prezzo accessibile. Più nel dettaglio, è previsto che le concessioni ammesse potranno operare anche nelle aree interessate dai cosiddetti “vincoli aggiuntivi di esclusione” previsti dal Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTesai). Mantenuti solo i divieti per le attività a mare e quelli per ragioni di subsidenza nell’Alto Adriatico. Tuttavia, è proprio nell’Alto Adriatico che saranno ammesse “le concessioni di coltivazione di idrocarburi poste nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalle linee di costa superiore a 9 miglia”.

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«In cambio di questo ‘favore’ alle compagnie petrolifere, le quali non a caso da anni ambiscono a detta porzione di Adriatico, i beneficiari dovranno mettere a disposizione un quantitativo di diritti sul gas corrispondente, fino al 2024, ad almeno il 75% dei volumi produttivi attesi e, per gli anni successivi, ad almeno il 50% dei volumi produttivi attesi. Fanno eccezione i valori superiori a quelli di produzione effettiva attuale di ciascun operatore. Nonostante questa novità, la decisione, se vista nell’attuale contesto climatico, sconcerta. Soprattutto poiché da tali concessioni si genereranno degli impatti sul sistema energetico italiano al limite del trascurabile» aggiunge il giornale online.

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«L’incremento della produzione nazionale di metano sarà di 15 miliardi di metri cubi di gas in un decennio: si tratta di meno del 2% del fabbisogno italiano annuo» ha dichiarato Alfonso Colucci, capogruppo Cinque Stelle nella commissione Affari Costituzionali di Montecitorio.

«L’approvazione della legge, nel complesso, è poi incoerente con gli impegni presi dall’Italia sull’azzeramento delle emissioni climalteranti presi a livello internazionale, nonché con gli articoli 9 e 41 della Costituzione, che ora stabiliscono la protezione della biodiversità e degli ecosistemi nell’interesse delle future generazioni, secondo cui le attività economiche non devono in nessun caso avvenire minando l’ambiente» conclude il reporter Simone Valeri.

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Ma ben sappiamo che, come avvenuto per i pericolosi e sperimentali sieri genici a RNA messaggero, il Governo Meloni è ormai perfettamente allineato sulle posizioni del Nuovo Ordine Mondiale guidato da Bill Gates, George Soros e dalle Fondazioni Rockefeller e Rothschild che hanno deciso di sperimentare sugli essere umani ogni genere di forzatura scientifica in un’ottica vocava verso il transumanesimo e l’eugenetica.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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