SALONE: CENSURA AL LIBRO SU SALVINI, NON ALL’ASSESSORA PD INDAGATA

SALONE: CENSURA AL LIBRO SU SALVINI, NON ALL’ASSESSORA PD INDAGATA

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REGIONE PIEMONTE ESPELLE L’EDITORE DI DESTRA
MA NON RIMUOVE L’AMMINISTRATRICE PARIGI
SOTTO INCHIESTA CON L’EX SINDACO FASSINO
PER LA GARA D’APPALTO TAROCCATA DELLA FIERA.
ENNESIMO ATTACCO IDEOLOGICO DEI 5STELLE
LA LEGA ABBANDONI L’ALLEANZA GIALLOVERDE

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

La Jihad culturale della sinistra trionfa al Salone https://www.gospanews.net/wp-content/uploads/2019/05/antonella-parigi-piero-fassino-973419.jpgdel Libro di Torino con l’espulsione della casa editrice Altaforte. Con la stessa folle acrimonia dei kamikaze musulmani estremisti, gli intellettuali rossi si suicidano rigettando il pluralismo di pensiero onde evitare che il nemico possa magari dimostrare di essere nel giusto diffondendo una pubblicazione che osanna Matteo Salvini. “La Regione Piemonte e la Città di Torino alla luce delle dichiarazioni sul fascismo rilasciate a mezzo stampa e attraverso emittenti radiofoniche dal signor Francesco Polacchi (“io sono fascista”, “l’antifascismo è il vero male di questo Paese”, ecc.) ritengono il rappresentante della casa editrice Altaforte e la sua attività professionale nel campo dell’editoria estranee allo spirito del Salone del libro e, inoltre, intravvedono nelle sue dichiarazioni pubbliche una possibile violazione delle leggi dello Stato”.

Una dichiarazione perentoria e di severità inaudita che ovviamente non s’è vista quando l’attuale assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi del Partito Democratico, è risultata indagata per presunte gravi irregolarità proprio nella gestione del Salone, tali da giustificare in precedenza l’arresto di quattro degli ex organizzatori ed il patteggiamento di tre di loro per turbativa d’asta.

Nonostante la gara d’appalto taroccata, l’amministratrice Pd, membro di spicco della Giunta di Piero Chiamparino, non fece il passo indietro richiesto dal consigliere Gilberto Picchetto (FI) per cercare di discolparsi senza l’imbarazzo di essere detenere un  incarico pubblico; e non fu nemmeno oggetto di specifica istanza di dimissioni dai pentastellati oggi agguerriti contro Polacchi con un pregiudizio ideologico forsennato, che dovrebbe indurre il vicepremier della Lega a rompere prima possibile l’alleanza del Governo nazionale visto il tradimento anche sul caso del Sottosegretario Siri…

 

RAZZISTI DI SINISTRA CONTRO L’EDITORE DI DESTRA

Non c’è confronto dialettico, culturale e tantomeno storiografico: c’è solo un diktat nazi-comunista di una Regione Piemonte e di un Comune di Torino amministrati dal fondamentalismo sinistroide che pur di difendere le ultime sacche di disperati accoliti, come quelli dell’Anpi ormai pronto alla morte, giunge ad ostracizzare la libertà di espressione e di letteratura senza nemmeno entrare nel merito della sua produzione ma soltanto perché proveniente da ambienti di destra che per i razzisti di sinistra non hanno diritto di esistenza sul pianeta terra. E tantomeno in Italia dove lo scontro tra partigiani, spesso infami assassini di bimbe anche dopo la liberazione del 25 aprile 1945, e fascisti di un esercito sfasciato, delegittimato dalle fobie naziste prima che dalla codardia Sabauda, fu più che mai aspro. Purtroppo la sete di vendetta di quei resistenti comunisti non si placò con la vittoria garantita soltanto dagli Alleati Anglo-American che fecero dell’Italia una colonia militare da usare contro il Gheddafi di turno.

Francesco Polacchi manager della casa editrice AltaForte autore del libro su Matteo Salvini

“La Regione Piemonte e la Città di Torino procedono pertanto ad inviare un esposto alla Procura della Repubblica – prosegue il comunicato – affinché i magistrati possano valutare se sussistano i presupposti per rilevare il reato di apologia di fascismo (legge Scelba 645 del 1952) e la violazione di quanto disposto dalla legge Mancino 305 del 1993 e, nello specifico, l’articolo 4 che prevede venga punito chi “(…) pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”. Una decisione, quella della Regione Piemonte e della Città di Torino, assunta nella convinzione che anche la forma più radicale dell’intolleranza vada contrastata con le armi della democrazia e dello stato di diritto”.

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EPURAZIONI COME NEL REGIME DEL TERRORE

Come ogni germe malsano e letale, come il cancro del Regime del Terrore Francese o del Comunismo Bolscevico, l’odio partigiano verso il pensatore diverso si è fatto sostanza di legge con i vari reati di apologia del Fascismo (che portano le firme di due ex Ministri dell’Interno come Mario Scelba e Nicola Mancino, implicati entrambi in scandali pubblici sui rapporti Stato-Mafia) nel quale si fa rientrare tutto ciò che non piace: anche una semplice frase di appartenenza ideologica. E così l’editore Francesco Polacchi reo di essersi dichiarato fascista e di aver denunciato pubblicamente i pericoli dell’antifascismo noti ad ogni autorevole storiografo (anche ad un ex paladino dei partigiani come Gianpaolo Pansa, messo alla gogna per aver riesumato i femmicidi rossi nel libro Il sangue dei vinti) si è ritrovato indagato dalla Procura di Torino. La classica goccia che fa traboccare il travaso di bile del sindaco Claudia Appendino e del governatore Piero Chiamparino, i due amministratori taurinensi del Popolino rosso sempre più ridotto al lumicino in politica. L’indagine su Polacchi, da loro stessi istigata, è sufficiente per imporre, da enti compartecipanti all’evento, agli organizzatori del Salone del Libro la proscrizione di Altaforte: colpevole non solo di avere un editore di CasaPound ma anche di portare in anteprima un libro sul vicepremier Matteo Salvini scritto da una valente inviata di guerra come Chiara Giannini.

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SALVINI DIFENDE L’EDITORE VICINO A CASAPOUND

Matteo Salvini in piazza del Popolo a Roma l’8 dicembre 2018

«Le mie dichiarazioni sono state usate come scusa, sono stato denunciato per un reato di opinione. Sono disponibile a chiarire la mia posizione con la Procura, ma ritengo che la pietra dello scandalo sia il libro ‘Io Matteo Salvini’. E’ un attacco al ministro dell’Interno, che comunque non voglio tirare per il bavero – commenta Francesco Polacchi, editore di Altaforte – Una revoca inaccettabile: andremo per via legali».

Ma è lo stesso vicepremier della Lega ha intervenire subito a censurare la censura rossa, speculare a quella stessa violenza ideologica che ipocritamente sostiene di combattere, a tal punto da aver ripetutamente giustificato le azioni di alcuni stragisti delle Brigate Rosse. «Siamo nel 2019 alla censura dei libri in base alle idee, al rogo dei libri che non ha mai portato fortuna in passato». Così Matteo Salvini durante un comizio a Pesaro, in cui ha criticato «la minoranza di sinistra che si arroga il diritto di decidere chi può fare musica, chi può fare teatro, chi può pubblicare libri. Alle idee si risponde con altre idee, non con la censura. Alla faccia dei compagni e dei democratici, che decidono chi può andare al Salone del Libro e chi non ha diritto ad andarci».

 

SCANDALI E PATTEGGIAMENTI PER TURBATIVA D’ASTA NELLA FIERA

Coloro che difendono a spada tratta i diritti di clandestini mafiosi, abortisti e transgender, ovvero la deriva fortunatamente minoritaria delle aberrazioni umane, oggi aggrediscono e puniscono una Casa Editrice perché ritenuta troppo vicina a CasaPound. La cacciano da quel Salone del Libro che è stato crocevia di malaffari politicamente scorretti della sinistra emersi proprio negli ultimi anni. Nel 2016 alcuni organizzatori per le presunte irregolarità nella gara d’appalto per la gestione del Salone nel triennio 2016-2018 finita nelle mani della società francese Gl Events.

Nel settembre 2016 il Gip del Tribunale di Torino Alessandra Danieli aveva accolto la richiesta di patteggiamento a un anno di reclusione, con la condizionale, presentata dai legali di Regis Faure e Roberto Fantino, rispettivamente direttore generale e direttore marketing di Lingotto Fiere, e dal difensore dell’ex segretario della Fondazione per il Libro Valentino Macri. Erano accusati di “turbativa d’asta per avere pilotato il bando di gara per affidare l’organizzazione dell’edizione 2016 del Salone del Libro.

 

L’ASSESSORE DI SINISTRA INDAGATO PER IL SALONE

L’assessore della Regione Piemonte Antonella Parigi insieme all’ex Sindaco di Torino Piero Fassino entrambi indagati per turbativa d’asta sulla gara pubblica per il Salone del Libro

Un’indagine complessa in cui il sostituto procuratore Gianfranco Colace ha indagato per vari reati e sta procedendo agli ultimi interrogatori prima di valutare la richiesta di rinvio a giudizio per i 29 indagati. Il 19 marzo scorso è stato sentito l’ex sindaco di Torino Piero Fassino, accusato di tre episodi di turbativa d’asta insieme all’assessore regionale alla Cultura a Antonella Parigi e al responsabile dei beni culturali di Intesa San Paolo, Michele Coppola. L’inchiesta era nata nel 2015 seguendo l’ipotesi di peculato contestata all’ex presidente della kermesse dell’editoria: secondo la procura di Torino nell’arco di cinque anni Rolando Picchioni avrebbe sperperato “850 mila euro della Fondazione per spese personali e comunque estranee alle finalità” della Fondazione per il libro.

«Obiettivo dei miei atti è stato sempre e unicamente garantire il pieno e regolare svolgimento del Salone evitando ogni eventi che lo potesse mettere a rischio, fatto che avrebbe determinato un grave danno per la città» ha invece dichiarato a Repubblica Fassino uscendo dall’interrogatorio dove è stato assistito dall’avvocato Carlo Federico Grosso.

«Ho offerto alla procura gli elementi che provano come ogni mio atto funzionale alla salvezza del Salone sia stato compiuto in modo trasparente e legittimo, attenendomi sempre a due criteri: rispetto delle prerogative della Fondazione e dei suoi amministratori» Invece dei preoccuparsi delle travi nei loro occhi gli amministratori del Pd al governo della Regione Piemonte, spalleggiati dalla sinstrorsa sindaca Appendino, si preoccupano delle pagliuzze ideologiche di un esponente di destra. Un attentato kamikaze che rappresenta l’ultimo singulto di un’ipocrita cultura rossa, l’ultimo vomito di un terrorismo pseudo-intellettuale. I veri amanti della letteratura – che già da tempo dubitavano della qualità ed importanza del salone torinese come delle produzioni a iosa di editori di sinistra foraggiati dalle pubbliche amministrazioni – hanno finalmente la certezza che la fiera è ormai agonizzante.

A tutto ciò si aggiunge l’ennesimo sfregio perpetrato da un politico pentastellato nei confronti della cultura di destra che sostiene le ideologie populiste-sovraniste di Salvini. Giunge poche ore dalla cacciata del Sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri dal Governo nazionale per una fumosissima indagine con molte ombre e poche luci su richiesta del Movimento 5Stelle al premier Giuseppe Conte. L’intervento del sindaco Appendino diviene così anche l’ennesimo attacco politicamente scorretto condotto dall’alleato della Lega. Ce ne sarebbe quanto basta per indurre Salvini a staccare la spina dell’alleanza gialloverde del Governo nazionale e per trionfare alle prossime Elezioni Europee e Regionali in Piemonte con oltre il 40 % di consensi.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI

IL FATTO QUOTIDIANO – QUATTRO ARRESTI PER IL SALONE DEL LIBRO

IL LIBRAIO – PRIMI PATTEGGIAMENTI PER LA FIERA TURBATA

IL MATTINO – ANCHE L’ASSESSORE REGIONALE INDAGATO

REPUBBLICA – INTERROGATO L’EX SINDACO FASSINO

ANSA – SALVINI DIFENDE LA CASA EDITRICE ALTAFORTE

 

CICLONE GIUDIZIARIO SUI PARENTI DI RENZI: FONDI UNICEF NEI CONTI ALLE SEYCHELLES

POLITICA E SOCIETA’ ITALIANA

 

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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