“FORTETO E BIBBIANO: ORRORI ANNUNCIATI NEL SOLCO DELLA CULTURA DI SINISTRA”

“FORTETO E BIBBIANO: ORRORI ANNUNCIATI NEL SOLCO DELLA CULTURA DI SINISTRA”

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IL DEPUTATO STEFANO MUGNAI DI FORZA ITALIA
DENUNCIA I MALI DEL SISTEMA AFFIDO MINORI
E GLI ABUSI DELLA SETTA OMOSEX DI FIESOLI
«MA LA COMMISSIONE D’INCHIESTA E’ FERMA
PER BEGHE POLITICHE TRA 5STELLE E LEGA»

____Fabio Giuseppe Carlo Carisio____

AGGIORNAMENTO SULLA COMMISSIONE IL FORTETO QUI

Dai diavoli della Bassa Modenese finita al centro di un’inchiesta che ha distrutto la vita di genitori innocenti e dei loro bambini, agli orchi del Forteto che manipolavano le coscienze e abusavano sessualmente dei piccoli, fino ai “sequestri legali” dei minori strappati alle famiglie senza motivo a Bibbiano per mantenere un lucroso business costruito sul sistema affidi. Le sfaccettature di questo tragico pianeta sono molteplici e svelano storie raccapriccianti, incredibili, inquietanti, terribili per la malizia che spesso è insita in chi gestisce i bambini come merce da guadagno o peggio ancora come cavie di progetti di rieducazione e aberrazione sessuale. Proprio come avvenuto per anni, impunenmente nella “setta del Forteto”.

A definirla tale è il parlamentare toscano Stefano Mugnai, 49 anni, il primo che scese in trincea per liberare i bambini dagli orchi guadagnandosi anche la “medaglia” di una querela pur di svelare tutti gli orrori poi acclarati dai Tribunali. Oggi è vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati e nella precedente legislatura è stato uno dei proponenti della Commissione d’Inchiesta sul Forteto, deliberata dal Parlamento nel febbraio scorso ma nemmeno costituita per le solite futili beghe politiche. Mentre scoppia lo scandalo Bibbiano, portando la gente del posto a scendere in piazza per una fiaccolata sotto lo striscione “giù le mani dai bambini, ancora non si è fatta piena luce sul Forteto e soprattutto su chi per anni ha protetto quella comunità infernale.

Il deputato Stefano Mugnai in prima linea per la tutela dei bambini in affido

Due vicende simili per la stanza dei regali mai consegnati ai bambini in modo da farli sentire abbandonati dai genitori. La prima in Toscana, la seconda in Emilia Romagna: due regioni storicamente rosse nelle quali, Pci, Ds e poi Pd l’hanno sempre fatta da padroni. Lì per anni si sono ripetuti casi di abusi o maltrattamenti nell’indifferenza delle istituzioni: «un sistema di violenza per durare nel tempo necessita di una rete di relazioni che gli diano copertura in maniera consapevole o forse in maniera interessata» dice Mugnai. Dalle inchieste giudiziarie è venuto a galla un mondo da incubo: nel quale la propaganda omosessuale riecheggia dalla setta de Il Forteto fino all’assistente sociale attivista Lgbt di Bibbiano. «Certe teorie si inseriscono in un solco culturale che è tipico di una parte della sinistra» rimarca il deputato azzurro in una lunga intervista degli orrori che ha visto, sentito e scoperto coi suoi stessi occhi…

La manifestazione tenutasi a Bibbiano, teatro dell’indagine ‘Angeli e demoni’

Onorevole Mugnai sia nel Consiglio regionale della Toscana che in Parlamento lei si è impegnato per affrontare tutte le gravissime criticità del mondo degli affidi dei minori. La storia di Bibbiano è la cronaca di una tragedia annunciata?

«Si. E’ una tragedia annunciata perché purtoppo il mondo degli affidi, ma più in senso lato il mondo dei bambini che non hanno alle spalle una famiglia in grado di difenderli, soggiace a molti interessi: non tutti sono leciti e vanno nella direzione di tutelare i minori».

Dalle inchieste che ho condotto con Gospa News mi risulta che Bibbiano sia solo la punta dell’iceberg di un sistema marcio di scandali ancora sommersi…

«Corre l’obbligo di non dover mai generallizare. Io seguendo il caso de Il Forteto ho maturato il convincimento che una coppia oppure una struttura che accolgono un minore in affido facciano qualcosa di splendido, coraggioso e di grande generosità. Da genitore posso dire che è fantastico prendere un minore in adozione ma forse ancora di più in affido: perché l’adozione è una sorta di “Investimento affettivo” che dura per sempre, mentre l’affido è temporaneo ed il bambino poi è destinato a rientrare nella famiglia originaria. Va detto che tante famiglie e strutture che gesticono un affido funzionano benissimo. Purtroppo, però, chi segue queste vicende sa che Il Forteto e la Val d’Enza non sono episodi sporadici. Io sono stato uno dei primi a raccontare ciò che era Il Forteto e occupandomi di quel caso sono stato avvicinato centinaia di volte da padri e molto spesso madri che leggendo del mio impegno si rivolgevano al sottoscritto cercando una sponda per i minori tolti da famiglie naturali per essere collocati in ambiti che destavano dubbi. Posso dire, in virtù della mia esperienza empirica, che in molte situazioni da me controllate c’era qualcosa che non funzionava e pertanto ciò che emerge è davvero la punta di un iceberg».

BAMBINI DI BIBBIANO: LE TERAPIE “HANSEL E GRETEL” PROMOSSE DALLA SUORA FAN PD

Ci si trova ad affrontare questo traffico di minori gestiti con metodi che Carabinieri e Procura hanno ritenuto criminali al punto da giustificare ordinanze di custodia cautelare mentre ancora non si è risolto il caso giudiziario-politico-sociale della cooperativa Il Forteto.

A che punto è la Commissione d’Inchiesta approvata con la legge del febbraio scorso? Perchè non risulta ancora istituita?

«Saperlo! E’ un paradosso che la commissione d’inchiesta bicamerale approvata sostanzialmente all’unanimità non abbia ancora iniziato a lavorare e non sia nemmeno stata istituita. La domanda però andrebbe rivolta ai rappresentanti dei gruppi della maggioranza 5Stelle-Lega… Anche se la risposta è nota: stanno litigando, non solo sul Forteoto ma anche su altre commissioni bicamerali, per decidere a chi tocca la presidenza. Quindi motivi di… “altissima politica“. Posso solo aggiungere che il mio gruppo, Forza Italia, ha comunicato i nomi dei propri rappresentanti in Commissione non appena è arrivata la richiesta dal Presidente della Camera, cioè circa due mesi fa. Ma stiamo ancora aspettando di essere convocati per la seduta istitutiva…»

Al via la Commissione parlamentare sugli “orchi rossi” del Forteto. Fascicoli persi nel Tribunale Minori che seguì Bibbiano

Lei aveva proposto una Commissione parlamentare d’inchiesta sul Sistema Affidi in generale e non solo sul Forteto. Perchè?

«Addentrandomi in valutazioni politiche, come è naturale per un parlamentare, credo che questa maggioranza pretenda di trovare soluzioni semplici a problemi complessi. Lo fa in tutto, quasi sempre sbagliando. Trovo questo approccio superficiale e miope si è rivelato come tale anche per l’istituenda commissione su Il Forteto. La legge istitutiva ha accorpato tre proposte di legge: una dei 5stelle, una di Fratelli d’Italia e la terza, la mia. A detta dei colleghi di maggioranza la mia proposta aveva il problema di non limitarsi al Forteto ma di volersi addentrare nel reale funzionamento del sistema affidi. E’ di tutta evidenza che si può scavare rispetto al Forteto come su Bibbiano ma se non si risolvono le cause di questi effetti perversi il lavoro è sterile. Se avessero accolto la mia iniziativa per analizzare il mondo degli affidi a largo spettro avremmo ora uno strumento d’inchiesta bicamerale che avrebbe potuto fin da subito fare luce anche su quanto accaduto a Bibbiano e non solo sul Forteto. Purtroppo siamo governati da degli incompetenti, capaci solo di fare propaganda e un oceano di chiacchiere, ma alla prova dei fatti sono zero assoluto. Si tratta di un problema tecnico di non poco conto: per indagare su Bibbiano, infatti, il Parlamento dovrà ricominciare dall’inizio il macchinoso iter burocratico per la designazione di una Commissione ad hoc che potrebbe entrare in funzione tra uno o due anni, ovvero addirittura verso la fine della legislatura. Ammesso che la legislatura duri…»

L’onorevole Stefano Mugnai, durante una seduta alla Camera dei Deputati dove è vicecapogruppo di Forza Italia

I diavoli della Bassa Modenese, Il Forteto in Toscana, La Cura a Bibbiano. E’ soltanto un caso che i peggiori scandali sugli affidi siano avvenuti soprattutto nelle zone rosse amministrate dal Partito Democratico che ha ben tre sindaci indagati a Bibbiano ed ha avuto come sponsor Il Forteto in alcuni eventi pubblici?

«Non è un caso. Perché queste evidenze sul Forteto e ciò che sta emergendo su Bibbiano si dipanano in un arco temporale di molti anni. Purtroppo le violenze sui minori ci sono sempre state e sempre ci saranno. Ma le molteplici sentenze già passate in giudicato su Il Forteto dimostarno che quelli non erano episodi ma un sistema. Ed un sistema di violenze per durare nel tempo necessita di una rete di relazioni che gli diano copertura in maniera consapevole o forse in maniera interessata. La Toscana e l’Emilia Romagna per anni hanno avuto un’omologazione culturale prima che politica. Io posso parlare per Il Forteto che conosco meglio: chi guidava la cooperaiva e commettava abusi si era introdotto perfettamente in questo sistema di potere, che in questi casi è notoriamente e storicamente di sinistra, elargendo e ricevendo favori. Il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, esponente dei Ds, negli anni novanta, nel momento in cui dovette scegliere un luogo tra i tanti possibili dove concludere la propria campagna elettorale per essere riconfermato a Governatore scelse proprio Il Forteto. In quello stesso periodo di bilanci regionali molto ricchi, quando la Regione Toscana intraprese una magnifica quanto dispendiosa missione in Australia per pruomuvere le eccellenze regionali inserì tra i selezionatissimi soggetti la Cooperativa Il Forteto. Quest’ultima si configurava come una coopertiva sotto il profilo giuridico ma a tutti gli effetti era una “setta” dove che chi comandava era l’orco Rodolfo Fiesoli che, non a caso, amava farsi chiamare il Profeta».

Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi, condannati rispettivamente a 14 e 6 anni per abusi sessuali ed entrambi liberi: il primo in attesa della nuova udienza in Cassazione, il secondo per intervenuta prescrizione

La Commissione parlamentare sui Minori Brambilla rivelò una tremenda e sconcertante statistica: la maggior parte dei minori vengono tolti alle famiglie solo perchè povere. E’ questo un metodo che può ritenersi umano e civile?

«Questo è un dato di fatto. E’ evidente che famiglie fragili che non hanno mezzi morali e intellettuali per crescere siano quasi sempre anche povere. Ma non è accettabile che dei minori si tolgano a famiglie per il solo fatto che esse siano povere. Si deve intervenire per aiutare la famiglia a crescere la propria prole nel momento in cui non ci siano pregiudizi di ordine comportamentale. Anche perché l’istituto dell’affido ha una finalità principale di risolvere i problemi della famiglia naturale del minore per poi riportarlo nel suo nucleo originario una volta sanate le criticità. Cosa che pourtoppo non accade e perciò una soluzione temporanea diventa definitva: non ci si prova nemmeno a risolvere i problemi della famiglia originaria. Nel Forteto era venuto a mancare il caposaldo di mantenere i contatti affettivi con la famiglia, interrortti con la strategia di far raccontare violenze domestiche inestenti. Qunado ho visto l’immagine della stanza dei regali di genitori e parenti non consegnati ai minori di Bibbiano ho rivissuto quanto già raccolto nelle testimonianze del Forteto».

Bibbiano: la stanza dei regali donati dai genitori e mai consegnati ai bimbi in affido per farli sentire abbandonati

Questa metodologia appare come una strategia volta a distruggere la famiglia tradizionale secondo il pensiero progressista ed anticristiano?

«L’ideologia malata della setta de Il Forteto aveva un nemico principale: quel nemico era la famiglia naturale. Per loro tutti i mali risiedevano nell’istituzione familiare. Il paradosso, sotto il profilo giuridico, degli affidamenti al Forteto derivava dal fatto che non era una struttura di accoglienza ma un’aggregazione di persone che vivevano in una setta, con pubblicazioni edite da Il Mulino, dove si teorizzava il concetto della famiglia funzionale, ovvero un uomo e una donna che non avevano nessuno legame affettivo ma ricevevano in affido un minore. Non c’erano legami affettivi di coppia anche perché gli unici rapporti tollerati erano quelli omosessuali: per questo motivo i bambini al Forteto non nascevano e la comunità/setta si procurava minori in affido, senza alcun contributo, come forza lavoro. Io sono solito attendere esiti di commissioni d’inchiesta o meglio ancora delle sentenze dei tribunali, ma per quanto si legge sui giornali vi sono tante analogie con Bibbiano. Ed è evidente che certe pratiche e teorie anti famiglia  si inseriscono in un solco culturale che è tipico di una parte della sinistra».

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Nei dati della precedente commissione emerge un’altra gravissima statistica: il 2% dei minori in affido nel 2015, ovvero circa 400 sui 21mila totali, sono spariti nel nulla. Questo numero esula da quello altissimo, pari al 17 % dei minori fuggiti o allontanatisi volontariamente dalle strutture affidatarie. Sembra ormai un’emergenza da polizia giudiziaria più che da gestione sociosanitaria. Anche alla luce del sempre più diffuso traffico di minori nelle reti della pedofilia o della rivendita degli organi da trapianto…

«Posso aggiungere, in riferimento al Forteto, che di alcuni minori diventati adulti si sono perse le tracce. Altri minori in affido si sono suicidati. Questi sono fatti. E temo non si tratti di fatti isolati: da questo deriva la necessità di un approfodnimento serio sulla gestione dell’affido»,.

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L’avvocato Cristina Franceschini dell’associazione Finalmente Liberi ha segnalato una mancanza di controlli da parte delle Regioni competenti sulle strutture di gestione dei minori in affido. E’ anche questa una concausa dei problemi?

«Ceratamente sì. Però le responsabilità non sono ascrivibili solo alle Regioni, ma nei casi in cui gli affidi vengono gestiti male riguardano anche i Servizi Sociali e i Tribunali Minori. Questo è uno dei limiti del sistema affidi: la segmentazione delle responsabilità. Mai nessuno risponde interamente. Per fare una pergola in giardino c’è il responsabile del procedimento, per togliere un bambino a una famiglia non esiste un responsabile del procedimento».

L’avvocato Cristina Franceschini, presidente dell’associazione onlus di tutela dei minori Finalmente Liberi

Una delle criticità evidenziate dalla Commissione Brambilla come dall’avvocato Franceschini è rappresentata dal sistema di “sequestro” legale dei bambini che viene disposto da un giudice onorario, psicologo o gestore sociosanitario, a volte in conflitto d’interesse perchè in qualche modo collegato con le strutture…
 
«E’ lo specchio dell’Italia mancano i giudici ma non si fanno concorsi. Si dà un potere ad una persona semplicemente consentendogli di diventare giudice onorario e si tollera, come avvenuto per anni, che in alcuni casi i GO, che decidevano le sorti di minori, avessero enormi interessi in merito alla gestione affidi. Questa è una cosa che grida vendetta».

Una situazione parzialmente arginata attraverso una nuova circolare del CSM sulle incompatibiltà proprio grazie all’intervento ed alle denunce dell’associazione Finalmente Liberi presieduta dall’avvocato Cristina Franceschini, che rappresenta, come spiegato in un precedente articolo, una problematica ancora aperta per la mancanza di puntuali controlli. L’altro gravissimo problema sembra essere lo strapotere dell’assistente sociale che segnala la necessità di allontanamento del bambino dalla famiglia senza contraddittorio, poi diviene tutore dello stesso e in tale veste sceglie l’avvocato che rappresenta il bambino mettendo le famiglie di fronte al fatto compiuto fino all’udienza davanti al Tribunale dei Minori che si tiene anche dopo settimane e mesi…
 
«I Tribunali dei Minori chiamati in causa per questioni di affidi scaricano le responsabilità su assistenti sociali che sono effettivamente le orecchie, gli occhi e le mani dei tribunali ma al tempo stesso gli assistenti sociali a volte hanno una familiarità eccessiva con alcune situazioni e vengono meno al senso critico che dovrebbero avere non solo verso la famiglia d’origine ma anche nei confronti della struttura d’affido».

BAMBINI AUTISTICI “CAVIE” NELLA CLINICA TRANSGENDER

Manca una database nazionale sulla rete degli affidi? E’ necessario?

«Manca ed è fondamentale avere una database nazionale dove i singoli affidamenti siano tracciati e monitorati in modo da avere un immediato riscontro dell’intera storia del minore che è stato dato in affido. Io sono testimone di alcuni fascicoli relativi a dei bambini dati in affidi presso il Tribunale dei Minori di Firenze che contenevano a mala pena l’atto con cui il minore veniva dato in affido: senza una traccia di relazione o valutazione su come procedeva l’affido».

Ma soprattutto sembra mancare attenzione verso i minori: spesso trattati come una merce da business per arricchire comunità spregiudicate…
 
«Io credo sia necessario ripensare il sistema degli affidi. Lo si deve fare partendo da un concetto che se volete è banale ma evidentemente è stato disatteso in molti casi. Al centro del sistema affidi non può che esserci il minore e non tutto il mondo che gli gira intorno. Quando si parla di affidi bisogna fare in modo che l’intelocutore principe sia il bambino in affido e non coloro che decidono e gestiscono l’affido».

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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