CARABINIERE UCCISO “UNO DI MENO”: 8 Mesi di Condanna all’Insegnante Giornalista per Vilipendio alle Forze Armate

CARABINIERE UCCISO “UNO DI MENO”: 8 Mesi di Condanna all’Insegnante Giornalista per Vilipendio alle Forze Armate

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AGGIORNAMENTO DEL 18 NOVEMBRE 2021

SKY24 TG – È stata condannata, in primo grado, a otto mesi di reclusione Eliana Frontini, l’insegnante di Novara che su Facebook commentò l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega con la frase “Uno in meno e chiaramente con sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza”. Le accuse nei suoi confronti sono vilipendio alle Forze armate e diffamazione. Per la donna il pm Silvia Baglivo aveva chiesto una pena di tre mesi. Assolto invece il marito dell’insegnante, Norberto Breccia, che era accusato di favoreggiamento.

OMICIDIO DEL CARABINIERE CERCIELLO: Ergastolo ai due Americani

La docente di storia dell’arte all’istituto Pascal di Romentino e il marito non erano presenti in aula. La donna è stata condannata anche al risarcimento delle parti civili entro un anno per ottenere il beneficio della sospensione condizionale della pena. Le cifre stabilite sono di 8.000 mila euro per la vedova del carabiniere ucciso, Rosa Maria Esilio, anche lei non presente in aula, e 5.000 euro per il Ministero della Difesa. Disposto l’invio degli atti al Ministero della pubblica istruzione per eventuali provvedimenti nei confronti dell’insegnante.


articolo del 28 luglio 2019

DOCENTE NOVARESE OFFENDE IL VICEBRIGADIERE
LA RETE FB E I POLITICI LA MASSACRANO PER IL POST:
SUBITO SOSPESA DALL’INCARICO A SCUOLA
ANCHE SE LEI HA POI PROVATO A SCUSARSI
MA IN PASSATO ATTACCO’ UN ALTRO POLIZIOTTO…

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Sono passati 24 anni da quando lavorai insieme a lei. In tutto questo tempo lei, da giornalista in eterna caccia di una rubrica, poi anonima professoressa di Lettere e Storia dell’arte, quindi aspirante critica d’arte con qualche saggio accademico sui grandi maestri novaresi nel suo sito, ed infine artista concettuale ed iperfigurativa, ha finalmente trovato il suo ruolo da protagonista: quello della complice morale del brutale assassinio di un onesto ed altruista carabiniere morto in servizio.

IL CARABINIERE TRUCIDATO DAL CALIFORNIANO CON 11 PUGNALATE

«Uno in meno e chiaramente con sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza». Ha scritto Eliana Frontini, 51 anni, sul gruppo Facebook “Sei di Novara senza se e senza ma” a commento della tremenda uccisione del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega della Stazione Farnese di Roma, accoltellato a morte da un giovane americano. Lo ha scritto pur essendo giornalista pubblicista. Lo ha scritto pur essendo insegnante al Liceo Scientifico “Pascal” di Romentino, a pochi chilometri da Novara. Mansioni che avrebbero dovuto insegnarle moderazione e rispetto. Ma così non è stato…

Eliana Frontini, docente di Lettere e Storia dell’Arte al Liceo Scientifico di Romentino (No)

Saputella per non dire saccente. Esperta in quelle tematiche pseudoculturali che tanto piacciono alla sinistra anarcoide. Non ha mai avuto lo sguardo intelligente quando collaborava nel settimanale Tribuna Novarese di cui sono stato caporedattore nel 1995-1996. Era la classica scribacchina petulante che cercava spazio per qualche articolo che riteneva vitale per il destino dell’umanità ma faceva addormentare soltanto alla lettura del titolo.

Io lasciai la testata dopo qualche mese, anche per divergenze di linea editoriale in quanto la redazione era diventata la fucina del Comitato Prodi di Novara. Lei rimase e diventò responsabile della cultura: nel giro di qualche anno il giornale chiuse i battenti. Ma Frontini maturò la sua esperienza soprattutto nell’InformaGiovani della Città di Novara, assunta da due cooperative fino al 2001, termine della Giunta Pds, per poi approdare in similare incarico a Vercelli nel 2002, giunta rosso-verde di sinistra, a riprova che certe ideologie non la facevano solo fiera ma anche ben occupata…

«Amici mi spiace per quanto sta accadendo, non me lo spiego proprio. Chi mi conosce spero sappia che non penso così». Ha poi postato per cercare di salvare la faccia mentre l’Italia intera della politica come della rete le stava rovesciando addosso ogni genere di improperio. Perché si può tollerare di insultare un carabiniere se è rimasto coinvolto in una vicenda controversa non quando un militare dell’Arma Benemerita cade per un’aggressione subita durante l’adempimento del proprio dovere.

AI BUONISTI ROSSI BASTA UNA BENDA PER OSCURARE 11 PUGNALATE

Pronta la risposta dell’Ufficio Scolastico che avrebbe già provveduto a sospenderla dall’insegnamentp: da kunedì 29 luglio è senza cattedra ed il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha chiesto il suo licenziamento. Come narra Dagospia riportando la testimonianza di un agente penitenziario non è la prima volta che la docente si scaglia contro una divisa: era accaduto in un supermercato novarese dove la professoressa si era lamentata con il direttore per il fatto che il poliziotto circolasse in uniforme a fine servizio, una consuetudine peraltro assolutamente consentita dalle vigenti leggi delle forze dell’ordine. Alla docente è già stata notificata l’apertura del procedimento disciplinare con una convocazione per il 2 settembre. Mentre anche l’Ordine dei Giornalisti ha fatto sapere che è imminente la sua convocazione. Lei si è difesa sostenendo che qualcun altro ha scritto il post dal suo computer utilizzando il suo account Facebook…

 

IL CARABINIERE UCCISO DUE VOLTE

«Il carabiniere Mario Cerciello Rega è stato ucciso due volte. La prima, fisicamente, da due ragazzi statunitensi, Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth. La seconda, moralmente, da un commento apparso sui social subito dopo la sua morte» ha giustamente scritto su Il Giornale il collega Gianni Carotenuto.

Il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso nell’adempimento del suo servizio

«Ho commesso un errore gravissimo, me ne sono resa conto appena ho cliccato su invia, ma ormai il danno era fatto. Ho scritto una cavolata, non c’è nulla da dire – ha detto la professoressa Frontini – Mi sono lasciata guidare dalla sensazione che spesso le forze dell’ordine non intervengono quando serve, quando una donna è maltrattata o peggio, si muovono solo quando ormai è troppo tardi».

Nella giustificazione la docente annaspa ancora peggio, quasi in uno stato di marasma intellettivo e psicologico, cercando in qualche modo di motivare la sua immonda e tremenda frase. Sconfina nel festival del becero qualunquismo. Si nasconde dietro la “scarpetta rossa’ agitata ad ogni occasione dalle femministe vittimiste di professione, quelle che dopo 74 anni ancora si sforzano di ignorare i femminicidi partigiani dei loro nonni e mentori comunisti, particolarmente gravi nelle prealpi piemontesi.

FEMMINICIDI PARTIGIANI: ORRORI ROSSI IN TEMPO DI PACE

L’infame e vile frase contro Mario Cerciello Rega ricorda i cori cantati dai no-global giacobini di sinistra “Dieci, cento, mille Nassiriya” per offendere la memoria di quei 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito Italiano e due civili morti il 12 novembre 2003 in un attacco kamikaze con un’autobomba della base Msu nella cittadina irachena. Una ferita pronta a squarciarsi ad ogni marcia di protesta che bersaglia i soldati obbedienti anzichè i governi avventati nell’impiegarli in zone di guerra.

 

LE REAZIONI FURENTI DI POLITICI E MINISTRI

Dell’offensivo e sciagurato post si è subito occupato il parlamentare leghista Paolo Tiramani che insieme alla collega Cristina Oatelli ha fatto scoppiare la vicenda a livello nazionale in un momento in cui la famiglia e la vedova del vice brigadiere ucciso avrebbero voluto e dovuto ricevere da tutta Italia soltanto solidarietà e conforto nel tragico devastante dolore.

«Un commento vergognoso, a maggior ragione se davvero arriva da un’insegnante – dicono i due parlamentari annunciando una interrogazione – La frase è a commento di una foto del vicebrigadiere dei carabinieri vittima venerdì a Roma di un’aggressione mortale mentre svolgeva con scrupolo il proprio lavoro, a difesa della sicurezza dei cittadini. Un uomo che è morto da eroe, e che merita da un lato giustizia, dall’altro enorme rispetto, ammirazione e gratitudine da parte di tutti gli italiani perbene».

Il deputato leghista vercellese Paolo Tiramani

Ogni parola dell’autrice, al di là del silenzio, ormai appare stonata e palesa un incubo: un’insegnante e pubblicista che si lascia scappare simili post su Facebook appare pericolosa per la società che è chiamata ad educare. Non sembra degna di essere professoressa e nemmeno iscritta all’Albo dei Giornalisti (ammesso che lo sia ancora dopo tanti anni).

Lo ha ribadito chiaramente a TgNovara un parlamentare novarese. «Chi ha scritto quel post demenziale è un’insegnante e allora mi chiedo se sia possibile che possa presentarsi ancora a scuola – ha commentato il senatore Gaetano Nastri di Fratelli d’Italia – Che cosa potrà mai insegnare ai nostri figli una professoressa che plaude all’omicidio di un carabiniere? Mi aspetto che il Provveditore intervenga immediatamente. Nel frattempo, presenterò un’interrogazione al presidente del consiglio perché si faccia tramite con gli organi competenti affinché questa insegnante non torni più a scuola. Infatti, la gravità assoluta del suo commento è ancora più aumentata dalla sua professione».

Come riporta l’Agi l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte ha infatti già svolto gli accertamenti richiesti e sta disponendo l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti della docente. Intanto anche i Carabinieri della Stazione di Galliate stanno indagando sulla vicenda: non è da escludere che possano essere ravvisati gli estremi di un reato penale.

Il vicepremiere Matteo Salvini, Ministro dell’Interno

«Durissime critiche al commento della prof anche da parte del sistema politico – riporta sempre Il Giornale – Se il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, annuncia che saranno attivate “tutte le verifiche necessarie tramite gli Uffici territoriali del Miur”, Mariastella Gelmini, presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, chiede che l’insegnante venga “cacciata. Sono parole ignobili, le scuse non bastano”. D’accordo anche il senatore della Lega, Roberto Calderoli: “Basta con i cattivi maestri: l’insegnante va radiata”. E il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Un commento vergognoso, vomitevole, ancora più grave perché viene da una insegnante. Che in un primo momento ha negato, poi, di fronte all’evidenza, si è scusata”».

«Voglio chiedere scusa a tutti. In particolare a chi era vicino al militare e ora è straziato dal dolore e chiedo scusa all’Arma dei carabinieri e all’Italia intera. Sono stata una stupida» ha aggiunto Eliana Frontini. Un’affermazione certa almeno quanto il fatto che una stupida non può insegnare in un liceo o fare la giornalista. Perché, come direbbe lei stessa, “chiaramente poco intelligente’…

A meno che – e da esperto d’arte mi rovella questo ancor orribile tarlo – non cercasse fama e notorietà per la sua carriera d’artista rimasta finora sepolta nelle segrete stanze virtuali del suo sito. Se così fosse lo capiremo presto: se sarà invitata come opinionista culturale alla prima kermesse pubblica della sinistra piemontese.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI

IL CARABINIERE TRUCIDATO DAL CALIFORNIANO CON 11 PUGNALATE

IL GIORNALE – CARABINIERE UCCISO DUE VOLTE

AGI – PROVVEDIMENTO DISCIPLINARE PER LA ROFESSORESSA

Post contro il carabiniere ucciso, Eliana Frontini chiede scusa

 

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fonte selezionata da Gospa News

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