SPESE MILITARI FOLLI IN ITALIA ANCHE A CAMERE SCIOLTE PER LA GUERRA IN UCRAINA. Quinto Decreto Guerini per Armi a Zelensky e Piano da 12,5 miliardi di euro

SPESE MILITARI FOLLI IN ITALIA ANCHE A CAMERE SCIOLTE PER LA GUERRA IN UCRAINA. Quinto Decreto Guerini per Armi a Zelensky e Piano da 12,5 miliardi di euro

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Introduzione della Redazione di Gospa News

Costa cara agli Italiani la guerra in Ucraina! Gli aiuti militari iniziati con il Governo di Mario Draghi stanno infatti costringendo il Ministero della Difesa ha continui investimenti. Essi non si arrestano nemmeno dopo la caduta del governo che, per legge, dovrebbe occuparsi solo degli ”affari correnti” e non di scelte strategiche. Invece il ministro Guerini ha sottoposto all’esame del Parlamento un piano triennale che supera i 12,5 miliardi di euro, come evidenzia nel dettaglio il sito Mil€x – Ossservatorio sulle spese militari italiane.

Quali delle armi già in possesso dell’Esercito Italiano o in fase di acquisto saranno fornite all’Ucraina per sostenerla nella guerra suicida contro la Russia? Non si può sapere.

Ieri, come riassume Fanpage, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è stato convocato oggi al Copasir – il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – per presentare i dettagli del quinto decreto interministeriale sull’invio di armamenti in Ucraina. Il decreto, che potrebbe essere firmato già in settimana, è coordinato tra i ministeri della Difesa (Guerini), dell’Economia (Daniele Franco) e degli Esteri (Luigi Di Maio).

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Nel corso dell’audizione, come ha spiegato il presidente del Copasir, Adolfo Urso, “il ministro ha aggiornato il Comitato in merito al conflitto in corso tra Russia e Ucraina rispetto anche alle sue molteplici recenti implicazioni nello scenario geopolitico”. In più, come atteso, “nel corso dell’audizione si sono condivisi in modo esaustivo i contenuti del quinto Decreto interministeriale che autorizzerà la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina, riscontrando l’aderenza del decreto medesimo alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento”. Il Copasir, quindi, ha riscontrato che il decreto corrisponde alle indicazioni date dal Parlamento sul tema.

Ma non è possibile, infatti, conoscere la lista esatta di ciò che verrà inviato, perché l’Italia mantiene il segreto sulle consegne di armi all’Ucraina. Il decreto sarà pubblicato, ma la lista di armamenti dati all’Ucraina è un documento classificato e non sarà resa pubblica. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, che il ministero della Difesa non ha confermato, tra le attrezzature già inviate ci sarebbero mitragliatrici pesanti, missili terra-aria Stinger, varie armi anti-carro tra cui i razzi Panzerfaust, e ancora munizioni e mezzi blindati.

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Il documento non ha bisogno di ulteriori approvazioni da parte di Camera e Senato, a differenza di quanto succederebbe normalmente per l’invio di armi a un paese in guerra. Questo perché dal 28 febbraio – e fino al 31 dicembre di quest’anno – il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza per la situazione in Ucraina, una decisione già confermata dalle Camere.

La scelta di classificare il decreto è alquanto anomala in considerazione del fatto che il Dipartimento della Difesa USA, notoriamente molti riservato, pubblica puntualmente l’elenco di ogni singolo strumento bellico inviato in Ucraina, come abbiamo riportato nell’ultimo articolo nell’edizione in Inglese di Gospa News.

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La decisione di deliberare nuovi acquisti a Camere Sciolte, invece, è stata presa senza grandi polemiche politiche dato che l’unico grande partito di opposizione alla maggioranza che sosteneva il Governo Draghi è quello di Fratelli d’Italia, vittorioso alle ultime elezioni politiche del 25 settembre con Giorgia Meloni, che è stato fondato da Guido Crosetto, presidente dell’AIAD, la Confidustria delle armi…


Programmi per un miliardo già approvati ad agosto, in discussione da oggi nuovi armamenti per 6 miliardi

Pubblicato in origine su Mil€x – I link agli articoli di Gospa News sono stati aggiunti a posteriori

Le spese militari, in particolare i fondi destinati all’acquisizione di nuovi sistemi d’arma, non subiscono battuta d’arresto con la crisi di Governo: dallo scioglimento delle Camere (avvenuto lo scorso 21 luglio) il Ministro della Difesa Guerini ha sottoposto all’esame del Parlamento oltre venti programmi di riarmo per un investimento totale pluriennale per le prime fasi confermate che supera i 12,5 miliardi di euro. L’onere complessivo delle successive fasi dei programmi, già prefigurate ma non ancora sottoposte a voto, potrebbe superare i 22 miliardi di euro nel corso degli anni di vita dei vari progetti. Queste decisioni, che impegnano fondi su futuri vari Bilanci dello Stato, sono proposte e discusse con un Esecutivo che dovrebbe solo garantire il “disbrigo degli affari correnti”, in attesa di nuove elezioni.

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Cinque programmi (scudo antimissile, armamento droni Predator, elicotteri Carabinieri, sistemi di ricognizione aerea, razzi anticarro) per una spesa complessiva pluriennale di quasi un miliardo sono stati presentati al Parlamento il 26 luglio e approvati velocemente (ed all’unanimità) dalle Commissioni Difesa di Senato e Camera rispettivamente il 2 e 3 agosto.

Altri sei programmi (nuovi pattugliatori e cacciamine della Marina, ammodernamento degli elicotteri per la Marina, missili antiaerei, ammodernamento di cacciatorpedinieri per la Marina e carri armati per l’Esercito) per una spesa complessiva pluriennale di oltre 6 miliardi sono stati presentati dal Ministero tra il 3 e il 10 agosto e calendarizzati per l’esame in commissione Difesa della Camera a partire dall’8 settembre.

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Ulteriori dieci programmi (elicotteri d’addestramento, gestione droni, navi anfibie per la Marina, radiotrasmissioni, satelliti spia, bazooka, un sistema di piattaforma stratosferica, droni di sorveglianza, potenziamento di capacità per brigata tattica, nuovi carri armati leggeri) per una spesa totale pluriennale di oltre 5,5 miliardi sono infine stati inviati al Parlamento dal Ministro Guerini il 1 settembre, solo pochi giorni fa. Non è chiaro se le competenti Commissioni parlamentari arriveranno a calendarizzare i pareri (obbligatori) su questi atti del Governo nei pochi giorni di vita ancora rimanenti della XVIII Legislatura.

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Alla serie di richieste per nuovi sistemi d’arma concretizzate dopo lo scioglimento delle Camere si deve aggiungere anche quella per l’ammodernamento e rinnovamento di un sistema satellitare SICRAL3 presentata solo qualche giorno prima (11 luglio) per un controvalore di 345 milioni di euro. Nel corso del 2022 sono poi stati votati, sempre all’unanimità, pareri positivi per programmi d’armamento “targati” 2021 ma discussi nell’anno successivo per un controvalore totale approvato di quasi 4 miliardi di euro (per batterie missilistiche, navi cacciatorpediniere, blindati, blindati anfibi, carri armati,…) e un onere complessivo di circa 7,3 miliardi di euro.

FONTI PRINCIPALI

MILEX – OSSERVATORIO SULLE SPESE MILITARI ITALIANE

FANPAGE -Il ministro Guerini presenta al Copasir il quinto decreto sull’invio di armi in Ucraina

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Redazione Gospa News

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