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PRIONI KILLER: 25 MORTI DI NUOVA MUCCA PAZZA DA VACCINI. Studio Shock (Postumo) di Montagnier con Perez e Moret-Chalmin: “Autopsie Bloccate sui Danni Neurocerebrali MCJ”

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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«In sintesi, dei 26 casi analizzati nel presente studio, i primi sintomi della malattia di Creutzfeldt-Jacob sono comparsi in media entro 11,38 giorni dall’iniezione di un “vaccino” COVID-19. Venti decessi si sono verificati solo 4,76 mesi dopo tale iniezione e 8 di loro sono morti improvvisamente entro 2,5 mesi . Per i 6 pazienti che non sono morti prima della pubblicazione del nostro articolo di prestampa (febbraio 2022), in una revisione del loro stato nell’agosto 2022 (vedi Figura 5 aggiornata), è stato scoperto che 5 di loro erano deceduti e solo uno era ancora in vita. Dobbiamo notare che, come molti altri pazienti, quest’ultimo paziente è stato trattato secondo un protocollo antiossidante prescritto da Luc Montagnier, MD, che è morto l’8 febbraio 2022».

Non tutto il male viene per nuocere…

Il boicottaggio scientifico subito dalla rivoluzionaria ricerca sui prioni killer nella proteina tossica Spike del Covid-19 condotta dal compianto biologo e virologo francese Luc Montagnier e pubblicata postuma dai suoi stretti collaboratori e connazionali Jean-Claude Perez, biomatematico della Fondazione intitolata proprio allo scienziato scomparso, e Claire Moret-Chalmin, neurologa della stessa istituzione, ha dato allo studio 2 ulteriori punti di forza:

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Spiegheremo in una prossima intervista esclusiva allo scienziato Perez (col contributo di Moret-Chalmin) le difficoltà incontrate fin dai primi studi di Montagnier che loro due pubblicarono denunciando al mondo non solo l’origine del SARS-Cov-2 da laboratorio ma anche la presenza anomala di sequenze del virus HIV, ben noto al virologo francese in quanto fu proprio a scoprire il patogeno dell’Immunodeficienza Umana guadagnandosi per questo il Nobel per la Medicina nel 2008.

Le loro scoperte, oggetto di contestazione e censura nell’aprile 2020 come le inchieste di Gospa News che ne anticiparono l’importanza, sono state confermate in toto nelle scorse settimane dal dossier della Commissione Salute del Senato USA. 

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Oggi è l’allarme sui prioni ad essere ribadito in tutta la sua gravità dopo una prima denuncia orale di Montagnier, poche settimane prima della sua misteriosa e improvvisa morte, e la pubblicazione pre-print dello studio a cui Gospa News diede immediato risalto ma poi stranamente “La prestampa reinviata è stata ritirata dopo 132.000 letture su RESEARCHGATE” come si legge nel testo della vecchia ricerca.

«I fatti clinici riportati in questo articolo confermano una nuova forma innaturale, correlata all’iniezione, della malattia di Creutzfeldt-Jacob. I sintomi post-vaccino stereotipici compaiono quasi immediatamente, o molto presto dopo un vaccino, di solito il secondo, suggerendo che la prima iniezione è un evento potenziante» si legge invece nel nuovo articolo pubblicato e revisionato da JVTPR.

“PRIONI KILLER NELLA SPIKE DEI VACCINI COVID”. Prove nello Studio Shock di Montagnier Pubblicato Postumo da Perez

LA SCOPERTA DI UN GRUPPO DI SCIENZIATI DI FAMA MONDIALE

Il nocciolo della questione scientifica è tutto in questa conclusione ma viene spiegato bene nel sommario e nell’abstract della ricerca intitolata “Emersione di una nuova malattia di Creutzfeldt-Jakob: 26 casi della versione umana della malattia della mucca pazza, giorni dopo un’iniezione di COVID-19”.

«Nell’Appendice a questo documento, evidenziamo la presenza della regione di prioni nella proteina spike del SARS-CoV-2 originale e in tutte le varianti “vaccino” costruite dal virus Wuhan. La regione del prione nel picco di SARS-CoV-2 ha una densità di mutazioni otto volte maggiore di quella del resto del picco e, tuttavia, stranamente quell’intera regione del prione scompare completamente nella variante Omicron» si legge nella ricerca firmata da Montagnier, Perez, Moret-Chalmin e realizzata con il contributo di altri autorevoli scienziati citati nei ringraziamenti.

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In primis Marc Doyer, presidente fondatore dell’Associazione francese per la malattia di Creutzfeldt-Jacob perché «Oltre a diagnosticare e riferirci al Morbo di Creutzfeldt-Jacob della sua cara moglie, Mauricette, il primo dei principi Doyer, nel giro di pochi mesi aveva fondato la sua Associazione nota come VERITY Morbo di Creutzfeldt-Jacob, e aveva continuato con ammirevoli energia e tenacia di fronte alla sua avversità personale per raccogliere dapprima più di 40 casi di malattia di Creutzfeldt-Jacob di cui 16 casi durante la vita di Luc Montagnier e 2 mesi dopo altri 50, di cui 23 casi confermati sono riportati qui».

I ringraziamenti vanno anche al professor Richard M. Fleming, PhD, MD, JD, anche fisico-nucleare-cardiologo-avvocato, che nel 2020 aveva già ipotizzato un collegamento tra la proteina spike e le malattie da prioni e ad Amos D. Korczyn, che è stato Presidente del CONy per il 13° Congresso Mondiale sulle Controversie in Neurologia, ma è anche Professore Emerito di Neurologia, Dipartimento di Neurologia dell’Università di Tel Aviv per averli incoraggiati a redigere l’articolo.

Infine un plauso proprio alla già citata professoressa Seneff perché «è stata lei a segnalare la princeps Mauricette Doyer come caso di riferimento a livello mondiale del possibile legame tra i vaccini COVID-19 e il morbo di Creutzfeldt-Jacob». Ed ha fornito integrazioni scientifiche assai importanti.

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«Gli avvertimenti anticipati di Luc Montagnier ampiamente richiamati dai media – solo per due esempi che hanno portato a molti riferimenti su Internet, nel suo discorso davanti al Parlamento lussemburghese il 12 gennaio 2021 (World Freedom Alliance, 2021) e in un’intervista a maggio 18, 2021 (pubblicato dalla RAIR Foundation USA, 2021) — si basavano sui suoi lungimiranti studi genetici sulle regioni prioniche patogene nelle proteine di diverse specie» scrivono i ricercatori.

«Quegli studi genetici intensivi hanno portato all’ipotesi degli “effetti collaterali” della malattia di Creutzfeldt-Jacob ora dimostrati dei “vaccini” COVID-19. Ha predetto la causa di questa nuova forma neurodegenerativa della malattia di Creutzfeldt-Jacob sulla base del suo studio sull’inserimento del prione patogeno nella proteina spike SARS-CoV-2. Insieme al suo team ha monitorato tutte le ricerche che vanno dal lavoro di laboratorio genetico agli effetti clinici di questa nuova forma di malattia di Creutzfeldt-Jacob» aggiungono.

I DANNI NEUROCEREBRALI DEI PRIONI

«La malattia di Creutzfeldt-Jakob, la malattia da prioni precedentemente rara ma universalmente fatale negli esseri umani, progredisce normalmente per diversi decenni prima di portare alla morte» scrivono i ricercatori nel loro articolo segnalando subito nel sommario l’enorme anomalia.

«Nel corpo principale del nostro testo, presentiamo 26 casi di malattia di Creuzfeldt-Jacob, tutti diagnosticati nel 2021 con i primi sintomi che compaiono in media entro 11,38 giorni dopo un’iniezione Pfizer, Moderna o AstraZeneca COVID-19. Poiché la progressione causale, l’eziopatogenesi, di questi nuovi e atipici casi di malattia da prioni umana – casi di quella che è apparentemente una forma totalmente nuova di malattia di Creuzfeldt-Jacob in rapido sviluppo – ci concentriamo sulla cronologia dello sviluppo sintomatico».

«Lo consideriamo da un punto di vista anamnestico, in cui confrontiamo lo sviluppo tipico dei casi pre-COVID della malattia di Creuzfeldt-Jacob con lo sviluppo estremamente accelerato di sintomi simili nei 26 casi in esame. Con un tale approccio, speriamo di elaborare l’eziopatogenesi fondamentale per comprendere questa nuova malattia umana da prioni che si sviluppa molto più rapidamente» si legge nella ricerca di Montagnier, Perez e Moret-Chalmin.

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«Ricordando il percorso sequenziale seguito in passato dalla malattia precedentemente subacuta e a lento sviluppo, e confrontandolo con questa nuova malattia da prioni, estremamente acuta e in rapido sviluppo, una che segue da vicino di solito dopo due delle iniezioni di COVID-19, riteniamo è corretto dedurre che le iniezioni abbiano causato la malattia in questi 26 casi».

Lo studio entra poi nella parte più tecnica in cui si spiega che «I prioni sono aggregati proteici auto-modellanti che perpetuano stabilmente stati biologici distinti».

In occasione del Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina 1997, il comitato ha dato una buona definizione della svolta della ricerca sui prioni guidata da Stanley B. Prusiner:

La malattia di Creutzfeldt-Jakob e le malattie correlate che colpiscono persone e animali comportano la degenerazione delle cellule cerebrali. Nel 1982 Stanley Prusiner riuscì a isolare un sospetto agente infettivo, una proteina che chiamò prione. Ha identificato il gene dietro la proteina prionica, ma ha stabilito che è presente anche in persone e animali sani. Stanley Prusiner ha dimostrato che le molecole di prione sono ripiegate in modo diverso rispetto alle proteine normali e che il ripiegamento del prione può essere trasferito alle proteine normali. Questa è la base della malattia.

«I prioni sono proteine che possono passare da stati non aggregati ad aggregati altamente ordinati. Questa proprietà consente loro di conferire cambiamenti stabili negli stati biologici e, così facendo, di causare malattie mortali negli animali e nell’uomo».

MORTI TROPPO RAPIDE PER “MUCCA PAZZA” UMANA DEI VACCINATI

«Per questi 26 casi i sintomi sono comparsi con una dispersione che va da un minimo di un giorno a un massimo di 30 giorni dopo che la persona interessata ha ricevuto un “vaccino” per il COVID-19. Forniamo i dettagli sulla progressione della malattia per quei 26 casi nella Tabella 1.1 I nostri casi provenivano principalmente dalla Francia (23 di loro), ma presto sono comparsi altri casi altrove in Europa e negli Stati Uniti. Tutti sembravano insorgere dopo un’iniezione di un “vaccino” Pfizer, Moderna o AstraZeneca» scrivono i ricercatori francesi.

Il decorso fatale sta la vaccinazione, i sintomi della malattia di di Creutzfeldt-Jakob e la morte

«Riassumiamo anche nelle figure 1-3 alcune delle sorprendenti differenze tra questa nuova forma di malattia di Creutzfeldt-Jakob in rapido sviluppo e la malattia da prioni molto più lenta precedentemente nota con sintomi simili ma che non si sviluppa in settimane né progredisce verso la morte in circa un anno. Piuttosto la malattia precedentemente nota ha un’incubazione di circa 10 anni o più e una fase sintomatica che di solito dura da 6 mesi a 3 anni prima della morte».

Nelle tabelle sottostanti riportiamo luoghi, tipo di vaccino e le date esatte di sviluppo della malattia mortale tra i 26 vaccinati presi in esame dalla ricerca.

Come si può leggere dai dati i casi 3, 9 e 10 hanno sviluppato i sintomi da “mucca pazza” dopo 1 solo giorno, il caso 5 è deceduto a 56 giorni dall’inoculazione del sieri Pfizer, a 45 giorni dai primi disturbi da MCJ e a soli 16 giorni dallo sviluppo della patologia acuta e della sua diagnosi.

Cosa significa questo? Che con ogni probabilità tra le migliaia di vaccinati morti per patologie neurocerebrali e non sottoposti a un esame autoptico molti di questi potrebbero aver contratto la malattia di Creutzfeldt-Jakob senza aver fatto in tempo a fare una diagnosi che la certificasse!

LA REGIONE PRIONICA DELLA PROTEINA SPIKE

«Un punto chiave del nostro articolo è la dimostrazione conclusiva, se non la scoperta, di una regione prionica nella proteina spike del ceppo Wuhan, ma non in Omicron. Inoltre, poiché gli iniettabili COVID-19 includono la sequenza di codifica dell’mRNA della proteina picco di Wuhan, il nostro lavoro si estende alla porzione di prione incriminata in tutti quegli iniettabili» si legge nella discussione della ricerca.

Il biomatematico Jean-Claude Perez e la neurologa Claire Moret-Chalmin, scienziati di riferimento della Fondazione Luc Montagnier

 

Gli scienziati francesi guidati da Montagnier cercarono infatti di capire e individuare la presenza nei sieri genici in quanto proprio la circostanza che i vaccini siano stati inizialmente modulati sul ceppo originario di Wuhan ha mantenuto il problema durante le vaccinazioni anche quando la variante più diffusa era la Omicron, priva di questa regione prionica.

Lo studio Montagnier-Perez in cui si comunica il ritiro con successiva ripubblicazione su Research Gate

Lo studio iniziale dei francesi, poi vergognosamente rimosso da Research Gate, fu perl oggetto dell’attenzione di altri ricercatori di fama mondiale.

«Il nostro precedente preprint è stato indicato e citato da Seneff, Kyriakopoulos, et al., (2022) come segue:

Montagnier e il suo team hanno identificato un segmento della proteina spike che pensavano avesse caratteristiche simili a prioni. All’interno di quel segmento c’è un pezzo che ha cinque amminoacidi, YQAGS [citando poi il nostro lavoro, ha scritto:

“La proteina prionica umana ha lo stesso pezzo … Tranne quello centrale (YQRGS), gli altri quattro amminoacidi sono tutti identici a questo pezzo vicino all’estremità C-terminale della proteina prionica umana. Quindi, è davvero perfetto. È un luogo in cui, se ottieni anticorpi contro questo, è fondamentalmente una condanna a morte”.

“COSI’ I VACCINI COVID UCCIDONO E DANNEGGIANO L’UOMO”. Scienziata del MIT spiega Meccanismi di Morti Improvvise, Coaguli di Sangue, Mucca Pazza e Malattie Autoimmuni

«Per prima cosa, gli “effetti collaterali” ufficialmente riconosciuti attribuiti alle iniezioni di COVID-19 sono noti per essere meno numerosi e meno gravi di quelli che si verificano nella realtà. L’unico studio ufficiale pubblicato, sponsorizzato ma successivamente completamente ignorato dalle autorità federali negli Stati Uniti (Lazarus et al., 2010), ha rilevato che “meno dell’1% degli eventi avversi del vaccino viene segnalato” alle autorità di regolamentazione ufficiali» rilevano ancora gli scienziati.

AUTOPSIE BLOCCATE NELL’UE SUI VACCINATI CON MALATTIA PRIONICA

«Pertanto, è impossibile dire quanti casi della nuova forma di malattia da prioni si stiano effettivamente verificando soprattutto nei paesi con tassi di vaccinazione molto elevati come Israele, Australia, Stati Uniti, Regno Unito e in Europa» aggiungono Montagnier, Perez e Moret-Chalmin.

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A questo punto ci è doveroso rammentare, sulla base delle nostre precedenti inchieste, che una delle più inquietanti preoccupazioni destata dalle reazioni avverse ai vaccini Covid a RNA o DNA messaggero è proprio quella connessa alle problematiche neurocerebrali sovente anche letali che, in modo sciaguratamente criminale, la Pfizer minimizzò nonostante avesse registrato ben 44mila casi di lesioni cerebrali dopo l’inoculazione dei sieri genici sulle cavie umane nei trials clinici.

A causa del nostro studio generico sui dati di farmacovigilanza Eudravigilance dell’EMA (European Medicines Agency) nell’Unione Europea e VAERS dei CDC (Centers for Disease Control) negli USA non è ovviamente dato sapere se alcuni dei deceduti per malattie neurocerebrali siano stati colpiti dalla malattia di Creutzfeldt-Jakob, ma ci riserviamo, appena possibile, di fare una ricerca statistica in merito.

Le Immagini radioscopiche del danno cerebrale causato dai prioni

Anche se la rarità delle autopsie sui vaccinati deceduti ha sicuramente contribuito a nascondere il fenomeno in caso di “mucca pazza” quasi fulminante come denotano le tabelle elaborate dalla ricerca francese guidata da Montagnier finché rimase in vita.

La conferma giunge dallo studio dei tre ricercatori:

«Inoltre, poiché la base ufficiale oggi per diagnosticare la malattia di Creutzfeldt-Jacob, o qualsiasi condizione di malattia da prioni, è ancora un’autopsia, notiamo che il numero di autopsie per casi sospetti di malattia di Creutzfeldt-Jacob rimane nel migliore dei casi marginale e del tutto assente per il vasto maggioranza dei casi»

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«In Europa, dal 27 luglio 2021 è stato impedito ai migliori servizi che eseguono effettivamente qualsiasi autopsia o altre procedure diagnostiche di laboratorio (Société, Toulouse, Haute-Garonne, 9 dicembre 2022; LADEPECHE.fr, 17 marzo 2022) di analizzare qualsiasi campioni di tessuto con anche sospetta malattia da prioni. Tutte le agenzie francesi qualificate – tra cui INRAE, ANSES, CNRS, INSERM e CEA – hanno “congelato” tutte le ricerche che si occupano di malattie da prioni dal 27 luglio 2021 a causa della morte di una 33enne tecnica che lavora alla Scuola Nazionale di Veterinaria di Tolosa. È stato riferito che aveva contratto quella che doveva essere la forma in rapido sviluppo della malattia di cui stiamo riportando qui (Moore, agosto 2021; Société, Toulouse, Haute-Garonne, 9 dicembre 2022)».

«Tuttavia, è stata presumibilmente infettata dal suo lavoro di laboratorio e non da un iniettabile di COVID-19. Nessuna delle principali pubblicazioni ha sottolineato se la giovane donna deceduta avesse ricevuto o meno un’iniezione di COVID-19 prima dei suoi sintomi da prione e della morte. Tenendo presenti le limitazioni precedenti, è altamente probabile che il numero reale di casi della nuova forma della malattia di Jacob è più grave di quanto riportato da qualsiasi agenzia europea (o qualsiasi altra autorità)».

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Questa è l’inquietante conclusione dello studio che poi si addentra sull’altro incredibile mistero: la sparizione della regione prionica nella variante Omicron.

Come se fosse una perdita del virus ingegnerizzato creata dalla natura come previsto da Montagnier o come se fosse un nuovo genotipo da laboratorio del SARS-Cov-2 creato ad arte più lieve per evitare una strage dagli stessi che hanno costruito in laboratorio il virus del Covid-19. 

Sulle complesse anomalie nella variante Omicron faremo un’integrazione a breve. Mentre del protocollo di cura Montagnier scriveremo nella prossima intervista a Perez e Moret-Chalmin. Iscrivetevi alla newsletter o al Perfecty Push (notifiche in tempo reale) di Gospa News per non perdere gli aggiornamenti e l’intervista esclusiva.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS

Journal of  Vaccine Theory, Practice, and Research – Emergence of a New Creutzfeldt-Jakob Disease: 26 Cases of the Human Version of Mad-Cow Disease, Days After a COVID-19 Injection

WUHAN-GATES – 63. “SARS-2 & OMICRON: Esperimenti Pericolosi e Sospetti senza Controlli: FERMATELI!”. Allarme di 5 Senatori USA. Accuse da Mosca

“REAZIONI AUTOIMMUNI IN CUORE E CERVELLO DOPO VACCINI GENICI COVID” Studio di Medici USA e Italiani (Donzelli e Bellavite) chiede di Fermare le Inoculazioni

 

”BOOSTER COVID BIVALENTI DANNEGGIANO IL CERVELLO”. Allarme FDA & CDC Conferma Inchieste Gospa News sui Rischi NeuroCerebrali

 

 

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