AFFARI USA-ISRAELE: BOMBE PER $735 MILIONI & VACCINI PFIZER PER $2,1 MLD. Ecco perché Biden protegge la guerra di Netanyahu a Gaza

AFFARI USA-ISRAELE: BOMBE PER $735 MILIONI & VACCINI PFIZER PER $2,1 MLD. Ecco perché Biden protegge la guerra di Netanyahu a Gaza

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Soldi. La storia dell’umanità è sempre una questione di soldi o di baratti. Nell’Antico Testamento Esaù vendette la primogenitura a Giacobbe per un piatto di lenticchie quando era affamato: salvo poi richiedere indietro l’eredità innescando un conflitto familiare quando si accorse che ciò a cui aveva rinunciato era l’intera eredità del popolo che divenne poi di Israele (nome scelto da Jahvè per benedire Giacobbe e la sua discendenza divenuta famosa per la tribù di Giuda).

Ecco quindi svelato, in un dettagliato articolo di Russia Today (uno dei pochi network quasi davvero indipendenti al mondo), il motivo per cui il presidente americano Joseph Biden tentenna nel richiedere in modo risoluto una tregua per la guerra in corso da una settimana tra Hamas, gruppo politico-paramilitare estremista dei Palestinesi nella perseguitata Striscia di Gaza, e Benjamin Netanyahu, che pur essendo un premier non ancora riconosciuto dal Parlamento ha scatenato l’inferno facendo una strage di presunti terroristi musulmani ma anche di civili e molti bambini. Fino a distruggere la Gaza Tower che ospitava la redazione di AP (Association Presse) e della TV qatoriata Al Jazeera.

C’è un affare da 735 milioni di dollari per la vendita dagli Usa ad Israele di bombe “stupide” (da trasformare in “intelligenti”) a cui il Congresso americano può opporsi entro il 25 maggio prossimo, in mancanza di contestazioni l’accordo diventerà esecutivo. Pertanto la richiesta del POTUS (President of the United States of America) di una tregua su Gaza non può diventare un’imposizione nei confronti di Tel Aviv perché se il PM israeliano “eternamente pro tempore” Bibi decidesse di non accettarla metterebbe a rischio l’approvazione del business su quel materiale bellico in un momento in cui molti parlamentari democratici sono in fermento proprio per un mancato intervento decisivo di Biden, già culminato nello schiaffo della diplomazia USA quando ha posto il veto ad una risoluzione ONU nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite della scorsa settimana.

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La questione delle armi in Medio Oriente è stata affrontata inizialmente con energia dall’amministrazione Biden che ha imposto il blocco all’esportazione agli Emirati Arabi Uniti da parte della multinazionale americana Raytheon, una delle corporations della difesa più importanti del mondo, per le bombe assemblate per l’Arabia Saudita che le utilizza nella guerra contro i separatisti Sciiti Houti nel martoriato Yemen nonostante l’embargo ONU. Ciò ha portato anche l’Italia a bloccare l’esportazione delle componenti degli ordigni esplosivi costruiti dalla RWN in Sardegna, in una filiale della tedesca Rheinmetall, proprio in virtù del sub-appalto ricevuto da Raytheon.

Tutto ciò ha indotto alcuni esperti di Lobby delle Armi a sospettare che l’incremento degli affari sulle bombe con Israele, storica alleata del Regno d’Arabia Saudita in Medio Oriente nonostante l’occasionale contrasto tra Sionisti e Islamisti Sunniti, per fare da mediatore nella vendita…

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C’è un’altra importante motivazione che può aver indotto Biden a procedere con il freno tirato nei confronti del guerrafondaio Bibi che ha fatto di tutto per scatenare una guerra anche in Siria: in Israele il premier Netanyahu ha infatti imposto una massiccia campagna di vaccinazione, sfociata persino in esposti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja per violazione dei diritti umani, utilizzando soltanto il vaccino dell’americana Pfizer di New York, uno dei principali sponsor della campagna elettorale del nuovo presidente Democratico…  

«Si è saputo dalla commissione finanze della Knesset che Israele ha già pagato alla Pfizer-BionTech 788 milioni di dollari per le 15 milioni di dosi che si è procurato nei mesi passati. Parecchio di più rispetto agli Stati uniti e all’Unione europea e questo spiegherebbe l’immediata disponibilità del colosso Usa della farmaceutica a fornire allo Stato ebraico milioni di fiale. Netanyahu inoltre ha fatto di Israele una sorta di laboratorio a disposizione della Pfizer per studiare l’efficacia e gli effetti avversi delle vaccinazioni. Ora si apprende di questo nuovo ingente investimento, anticipato dallo stesso Netanyahu che aveva parlato a inizio mese della necessità di garantire al paese altri milioni di dosi per una possibile seconda campagna di immunizzazione».

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E’ quanto ha scritto Michele Giorgio sul quotidiano Il Manifesto lo scorso 27 marzo in relazione alle polemiche insorte nel paese perché l ministero della Sanità israeliano aveva chiesto che il governo approvasse al più presto la spesa di 2,1 miliardi di dollari per l’acquisto di altri milioni di dosi di vaccini. Ciò fu  evidenziato dalla rete televisiva Kan prima che ci fossero le votazioni per il rinnovo del Parlamento, rimaste da allora ancora senza l’esito di un accordo di governo dopo che Netanyahu non riuscì a trovare una maggioranza a sostegno della sua investitura a premier ed il presidente israeliano Reuven Rivlin incaricò Yair Lapid, attuale capo dell’opposizione, di cercare il sostegno politico necessario, prima che scoppiassero il conflitto nella Striscia di Gaza.

Come evidenziato da Gospa News in vari reportage questa multinazionale farmaceutica è controllata dalla londinese GlaxoSmithKline (a sua volta finanziata da Bill Gates, megadonor dei Democratici) che proprio di recente è stata oggetto di un cospicuo investimento finanziario del fondo Elliott del miliardario repubblicano Paul Singer, aperto sostenitore della causa del Movimento Sionista, in un perfetto accordo “bipartisan” tra GOP e Dem, tipica espressione del Deep State…

Leggi inoltre… Il Deep State Cinese dietro il virus SARS-2 da laboratorio…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS

GOSPA NEWS – INCHIESTE LOBBY ARMI

Ecco di seguito il dettagliato articolo di Russia Today sull’affare delle armi Usa-Israele che non necessita di ulteriori commenti.


Il Segretario di Stato Blinken afferma che gli Stati Uniti
stanno lavorando “dietro le quinte”

per porre fine alla violenza tra Israele e Palestina …
nonostante il nuovo accordo sulle armi da 735 milioni di dollari

by Russia Today del 17 maggio 2021

Il segretario di Stato americano Tony Blinken ha affermato che l’amministrazione Biden sta lavorando “dietro le quinte” per porre fine alla violenza in Israele e Palestina. Tuttavia l’amministrazione intende vendere a Israele bombe per un valore di 735 milioni di dollari. Tra le richieste globali di moderazione, Israele e il gruppo militante palestinese Hamas hanno continuato a commerciare razzi e missili nell’ultima settimana. Secondo fonti palestinesi, 10 israeliani sono stati uccisi e circa 200 palestinesi, tra cui almeno 58 bambini, hanno perso la vita.

Blinken ha annunciato lunedì che gli Stati Uniti hanno “lavorato 24 ore su 24 attraverso canali diplomatici per cercare di porre fine al conflitto”. Parlando a un briefing congiunto con il ministro degli Esteri danese a Copenaghen, Blinken ha affermato che l’amministrazione Biden stava lavorando “intensamente”, in uno sforzo “dietro le quinte” per riportare la pace nella regione. “Siamo pronti a fornire sostegno se le parti … cercheranno un cessate il fuoco”, ha aggiunto Blinken, invitando entrambe le parti a proteggere i civili.

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Nessuna delle due parti ha espresso apertamente interesse per un cessate il fuoco, anche se lunedì la BBC ha citato i resoconti dei media locali secondo cui Hamas si era avvicinato ai funzionari israeliani con un’offerta di cessare le ostilità, solo per essere respinto. In un discorso televisivo di domenica, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la campagna di bombardamenti del suo paese su Gaza continuerà in “forza” e che Israele “vuole imporre un prezzo pesante” su Hamas.

E nonostante l’appello di Blinken alla calma, l’amministrazione Biden sta portando avanti una massiccia vendita di armi a Israele. Secondo un rapporto del Washington Post interrotto poche ore prima del suo discorso a Copenaghen, l’amministrazione ha ufficialmente informato il Congresso il 5 maggio – una settimana prima dell’inizio dell’offensiva missilistica di Hamas su Israele – che intende vendere armi per un valore di 735 milioni di dollari allo stato ebraico. La maggior parte della spedizione, ha riferito il Post, consiste in kit JDAMS (Joint Direct Attack Munitions). Questi kit si montano su normali bombe “stupide”, trasformandole in munizioni a guida di precisione.

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I legislatori hanno 20 giorni per opporsi a una vendita di armi una volta notificata, ma il sostegno a Israele è un problema raro con il sostegno bipartisan a Washington. Lo stesso presidente Biden ha parlato con Netanyahu venerdì e ha ribadito il “diritto di Israele a difendersi”, mentre il senatore repubblicano Ted Cruz ha annunciato lo stesso giorno che presto si sarebbe recato in Israele “per valutare ciò di cui hanno bisogno per proteggere la loro sicurezza nazionale”. Durante le amministrazioni Obama, Trump e Biden, gli Stati Uniti hanno dato a Israele 3,8 miliardi di dollari all’anno in aiuti militari.

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Sebbene il sostegno a Israele sia rimasto incrollabile tra le amministrazioni, c’è una crescente opposizione a sinistra alla volontà degli Stati Uniti di finanziare le imprese militari del paese. Il deputato Mark Pocan (D-Wisconsin), che insieme a più di due dozzine dei suoi colleghi progressisti ha chiesto a Blinken di condannare la costruzione di insediamenti da parte di Israele e gli sgomberi forzati su terreni rivendicati dai palestinesi, ha dichiarato la scorsa settimana che “gli aiuti statunitensi non dovrebbero essere finanziati “Le attività militari di Israele.

Le opinioni di Pocan sono condivise da alcuni dei nomi più riconoscibili nell’ala progressista del suo partito – la deputata Alexandria Ocasio-Cortez di New York e Ilhan Omar del Minnesota per citarne due – ma i leader democratici e repubblicani alla Camera e al Senato sono risoluti nel loro sostegno a Israele , così come Biden, la cui campagna ha promesso un “impegno indissolubile per la sicurezza di Israele”.

ARTICOLO IN INGLESE DI RUSSIA TODAY

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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