UN’ALTRA FALSA TREGUA DI ERDOGAN IN SIRIA per lasciare libera azione agli alleati jihadisti

UN’ALTRA FALSA TREGUA DI ERDOGAN IN SIRIA per lasciare libera azione agli alleati jihadisti

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L’accordo americano coi Curdi
per regalare alla Turchia
una parte del Rojava conteso
senza il parere della Siria

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio 

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Buone notizie arrivano dalla Siria ma in realtà si tratta solo di un’altra bugia. Il dittatore islamico estremista Recep Tayyip Erdogan voleva dare un senso al viaggio del vice presidente americano Mike Pence ed ha accettato una tregua di 120 ore.

Prima di tutto bisogna dire che lo ha fatto per paura. La resistenza delle milizie curde dell’SDF nel più semplice degli obiettivi, la città di Rais Al Ain, non lontano dal confine turco, si è rivelata più forte del previsto.

E secondo fonti curde l’esercito di Ankara avrebbe usato munizioni con napalm e fosforo bianco, che bruciano la pelle con ustioni letali su chiunque entri in contatto con la polvere, per terrorizzare i nemici e soprattutto la popolazione che piange almeno cinquanta morti.

Ma il cessate il fuoco di Erdogan finora in Siria è stato solo una soluzione strategica per dare vantaggio ai suoi bastardi alleati: i jihadisti di al-Qaeda che ora sono rafforzati dai sopravvissuti comandanti dell’ISIS, come menzionato in vari rapporti di Gospa News.

Non solo. L’aviazione della Russia e della Siria hanno preso il controllo dello spazio aereo su Rojava, la regione siriana del Nord Est, impedendo così ai jet turchi di coprire l’avanzata delle forze armate.

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La prima tregua firmata da Ankara con Russia e Iran risale al 17 settembre 2018 per la provincia di Idlib. Non è mai stata rispettato. Perché i jihadisti di vari gruppi, amici e finanziati dalla Turchia, hanno continuato ad attaccare e bombardare e il governo di Ankara che, secondo gli accordi, avrebbe dovuto far uscire terroristi islamici terroristi dalla Siria, non lo ha mai fatto.

Arriviamo ad oggi quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump raccoglie una totale bocciatura dalla Camera del Congresso per aver ritirato i Marines dal confine tra Turchia e Siria, aprendo così le porte all’invasione turca dell’operazione Peace Spring.

La missione di Pence ad Ankara fa ridere le persone che comprendono un minimo di geopolitica. Sembra un tentativo diplomatico di ripulire la sua anima dalla responsabilità di molti cristiani assassinati.

“Gli Stati Uniti lavoreranno a fianco della Turchia e con le nazioni di tutto il mondo per garantire che la pace e la stabilità siano all’ordine del giorno in questa area sicura al confine tra Siria e Turchia”, ha sottolineato Pence, che ha anche illustrato alcuni dettagli: la Turchia – ha spiegato – otterrà una zona di sicurezza concordata con gli Stati Uniti a circa 32 chilometri oltre il confine siriano.

Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha quindi chiarito che l’accordo con gli Stati Uniti costituisce una “pausa” dell’operazione militare “Fonte di pace”, che si trasformerà in una fine definitiva dell’offensiva solo se i curdi si ritireranno del tutto, come concordato.

“Non è un cessate il fuoco – ha dichiarato Cavusoglu in dichiarazioni trasmesse in diretta su TV satellitare al-Jazeera – La Turchia sarà in grado di interrompere l’operazione solo quando tutti gli elementi terroristici hanno lasciato l’area lungo il confine tra Siria e Turchia”.

In pratica, i curdi dovrebbero cedere i 32 km per 460 km di lunghezza, pari a 13.800 kmq di territorio siriano più ampio dell’intero Libano, a causa di una decisione diplomatica unilaterale. Dovrebbero dare ciò per cui stanno rischiando la vita.

E il governo di Damasco dovrebbe accettare tutto questo. È chiaro che questa è l’ennesima provocazione per dire al mondo che gli Stati Uniti e la Turchia sono i buoni e che i curdi, ora alleati di Siria e Russia, sono i cattivi. Una bugia che solo un idiota può credere…

Infatti la portavoce di Bashar Al Assad ha già dichiarato a Sputnik International che la Siria non è disposta né a concedere il territorio del Rojava all’Amministrazione Autonoma dei Curdi né tantomeno alla Turchia.

Inoltre, Mazlu Abdi, comandante dell’SDF, risponde che i curdi accettano il cessate il fuoco «ma non che la Turchia rimanga nella regione. Non accettano un’occupazione o un cambiamento demografico» secondo le notizie del Rojava Information Center (22:00 GMT + 1). Specificando bene che la tregua, per proteggere i civili ed evitare nuovi sfollati, è riferita solo alle zone di combattimento.

Pence prende il comando e dice ai media mondiali che “è iniziato il ritiro delle milizie curde dell’Ypg dal confine con la Turchia”. Ma nessuna fonte curda, a cominciare dal Rojava Information Center (RIC), conferma la notizia.

Infatti alle 8.27 di oggi (GMT +1) il Ric conferma che continuano i combattimenti tra l’esercito turco e i soldati SDF a Sere Kanye, un luogo dove le forze armate di Ankara hanno anche bombardato le ambulanze della Mezzaluna Rossa mentre aiutavano i feriti.

Lo sporco doppio gioco di Erdogan è sempre lo stesso: raggiunge accordi internazionali come Idlib con la Russia, e oggi con gli Stati Uniti per il Rojava, quindi attende che i suoi amici terroristi jihadisti lancino missili e granate su soldati e civili, aspetta che l’esercito siriano reagisca per difendersi e quindi si sente autorizzato a riprendere le operazioni militari.

Dozzine di volte è accaduto a Idlib. Penso che accadrà di nuovo in Rojava con l’approvazione di Pence, che nonostante sia un politico protestante non sembra aver nemmeno speso una parola sui bambini cristiani uccisi dalle bombe di Erdogan a Qashimli.

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Si tratta di pura ipocrisia per cancellare la vergogna di Trump di essere persino riuscito a dichiarare che i curdi sono peggio dell’ISIS. Per gli Stati Uniti e la CIA, dopo tutto, è vero: Al Baghdadi e il suo Stato islamico sono le loro creature abbastanza controllabili. I curdi no. Sono un popolo che da decenni è alla ricerca di una terra dove possano vivere in pace e che è stato utilizzato da Washington per i suoi loschi affari in Siria. A caccia di egemonia in Medioriente e petrolio da rubare…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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