LA CINA BLOCCA L’INCHIESTA OMS SULL’ORIGINE DEL VIRUS SARS-2. Accesso negato a Wuhan alla Task Force

LA CINA BLOCCA L’INCHIESTA OMS SULL’ORIGINE DEL VIRUS SARS-2. Accesso negato a Wuhan alla Task Force

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Dopo il clamoroso stop, arrivati in Cina gli esperti internazionali

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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AGGIORNAMENTO DEL 15 GENNAIO 2020

Gli altri 13 componenti della delegazione, invece, hanno raggiunto come da programma la città di Wuhan. Prima saranno sottoposti a due settimane di isolamento e comunicheranno con le controparti locali in collegamento video, al fine di gettare le basi del lavoro da svolgere.

L’Oms conferma il mancato ingresso di due suoi esperti in Cina, parte della delegazione di 15 componenti inviata a Wuhan, risultati positivi al test sierologico anti Covid a Singapore, ma afferma che i membri del gruppo erano “tutti negativi prima della partenza”. “Tutti i membri del team hanno avuto molteplici test negativi Pcr e per gli anticorpi nei loro Paesi prima del viaggio”, afferma l’Organizzazione delle Nazioni Unite su Twitter. L’Oms aggiunge che i 13 esperti giunti a Wuhan cominceranno “immediatamente” il loro lavoro, malgrado le due settimane di quarantena.

La Cina si atterrà “rigorosamente” ai requisiti di prevenzione anti Covid-19: così il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha replicato alla domanda sull’ingresso negato a due membri del team dell’Oms perché risultati positivi, secondo un’anticipazione del Wsj, ai test sieriologici nel transito a Singapore. “I requisiti rilevanti per il controllo della prevenzione delle epidemie saranno applicati rigorosamente”, ha detto Zhao.

La missione dell’Oms è giunta proprio quando più di 28 milioni di persone nel nord della Cina sono finite in lockdown e una provincia, quella di Heilongjiang, è entrata in ‘stato di emergenza’ allo scopo di stroncare un focolaio di coronavirus, mentre la situazione più critica è nella provincia di Hebei, con ben 22 milioni di persone di lockdown.

 

ARTICOLO DEL 6 GENNAIO 2020

Prima la Repubblica Popolare Cinese si è opposta ad un’inchiesta internazionale sulle origini del virus SARS-Cov-2 richiesta soprattutto dagli Stati Uniti d’America. Poi ha accettato obtorto collo la missione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sollecitata da oltre cento nazioni ritardando in ogni modo le necessarie autorizzazioni. Infine ieri, 5 gennaio 2020, il governo del presidente Xi Jimping con delle scuse burocratiche ha impedito l’accesso ai primi due inviati della task force dell’agenzia sanitaria ONU sebbene il viaggio fosse atteso e concordato da mesi.

La clamorosa notizia è stata riportata con risalto da Reuters e BBC che hanno dato spazio al disappunto del direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Gebreyesus. L’alto funzionario di Ginevra aveva usato tutta la sua diplomazia per vincere la resistenza della Cina, tanto da ricevere da alcuni paesi l’accusa di essere un “pupazzo” della Cina oltrechè di Bill Gates, principale sponsor dell’agenzia sanitaria ONU.

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Gebreyesus, infatti, negli anni in cui fu Ministro della Salute e degli Affari Esteri in Etiopia diede l’avvio a numerose partnership finanziarie con la grande nazione asiatica in virtù delle comuni radici comuniste poiché membro del governo controllato dagli estremisti marxisti-leninisti del TPLF (Tigray People Liberation Front).

Questa clamorosa decisione è stata assunta dalla Cina proprio mentre nella provincia di Hubei, dove a Wuhan si registrò il primo focolaio del Covid-19 a dicembre, e introno alla capitale di Pechino sono state imposte nuove restrizioni per una seconda ondata della pandemia. Ma lo stop ai delegati OMS è stato ufficialmente giustificato per problemi nei visti anche se appare il palese tentativo di ostacolare un’inchiesta internazionale su un virus che ormai molti esperti di virologia ed anche intelligence ritengono costruito in un laboratorio.

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L’incidente diplomatico avviene a pochi giorni dalla condanna della reporter cittadina Zhang Zhan, finita in carcere e torturata per aver raccontato le drammatiche vicende di Wuhan fin dallo scoppio della pandemia con una narrazione diversa da quella ufficiale del Partito Comunista Cinese. La sentenza ha suscitato l’indignazione internazionale e la richiesta di immediato rilascio della reporter da parte di USA, UE e Regno Unito, ovviamente caduta nel vuoto.

IL DISAPPUNTO DEL DIRETTORE OMS

«A un team dell’Organizzazione Mondiale della SWanità (Oms) incaricato di indagare sulle origini del Covid-19 nella città di Wuhan è stato negato l’ingresso in Cina. Due membri si erano già messi in viaggio: uno è tornato indietro e l’altro è in transito in un paese terzo» riferisce la BBC.

«L’OMS ha detto che il problema era la mancanza di autorizzazioni per i visti. La tanto attesa indagine è stata concordata da Pechino a dicembre dopo molti mesi di negoziati con l’OMS. Il virus è stato rilevato per la prima volta a Wuhan alla fine del 2019, con l’epidemia iniziale legata a un mercato» aggiunge il sito dell’emittente televisiva.

Secondo la rete britannica e Reuters, il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus si è detto “molto deluso”dal fatto che la Cina non avesse ancora finalizzato le autorizzazioni per l’arrivo del team «visto che due membri avevano già iniziato il viaggio e altri non hanno potuto viaggiare all’ultimo minuto». «Mi è stato assicurato che la Cina sta accelerando la procedura interna per il più rapido dislocamento possibile» ha detto martedì ai giornalisti a Ginevra, spiegando di essere stato in contatto con alti funzionari cinesi per sottolineare «che la missione è una priorità per l’OMS e la squadra internazionale».

«Confidiamo e speriamo che sia solo una questione logistica e burocratica che può essere risolta molto rapidamente» ha detto del viaggio che è stato sviluppato con Pechino. La missione doveva essere guidata da Peter Ben Embarek, il massimo esperto dell’OMS sulle malattie degli animali che attraversano la barriera delle specie, che si è recato in Cina per una missione preliminare lo scorso luglio.

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«Prima del viaggio, Pechino ha cercato di plasmare la narrativa su quando e dove è iniziata la pandemia, con il diplomatico senior Wang Yi che ha affermato che “sempre più studi” hanno dimostrato che è emersa in più regioni. Ryan ha precedentemente definito questo “altamente speculativo”. La Cina ha respinto le critiche sulla sua gestione dei primi casi emersi alla fine del 2019, anche se alcuni, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, hanno messo in dubbio le azioni di Pechino durante l’epidemia» scrive Reuters.

Washington, che ha annunciato l’intenzione di lasciare l’OMS durante l’amministrazione Trump, ha chiamato per un’indagine “trasparente” e ha criticato i termini in base ai quali gli esperti cinesi hanno condotto la prima fase della ricerca.

 

INCHIESTA FARSA DELL’OMS

Ma come Gospa News ha rivelato nel reportage WuhanGates 27 i sospetti che l’inchiesta della task force OMS possa trasformarsi in una costosa farsa sono molteplici. In primo luogo perché il mandato degli investigatori dell’agenzia sanitaria ONU è vincolato alla ricerca dell’origine zoonotica del virus e perciò esclude in partenza l’ipotesi, sempre più accreditata, che esso sia sfuggito a un laboratorio biologico, come quello del Wuhan Institute of Virology dove si sono effettuati per decenni pericolosi esperimenti sui virus SARS originari dai pipistrelli cinesi a ferro di cavallo (come il SARS-Cvo-2).

La missione OMS fu sollecitata durante l’assemblea generale di maggio da una risoluzione dell’Unione Europea che ha tutto l’interesse ad evitare indagini sull’eventuale origine artificiale dell’agente patogeno della pandemia, in quanto, come svelato nelle inchieste WuhanGates di Gospa News, fu la prima a finanziare quelle ricerche fin dal 2004, condotte a Wuhan persino con la costruzioni di potentissimi supervirus chimerici ricombinanti con genotipi SARS infettati con HIV, il virus dell’AIDS.

In secondo luogo perché le investigazioni della task force dell’agenzia sanitaria ONU saranno basate sull’analisi dei risultati già filtrati dagli scienziati cinesi.

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Infine perché tra i 10 componenti del team OMS c’è anche lo zoologo anglo-americano Peter Daszak, presidente di EcoHealth Alliance di New York, la ONG che ha finanziato per anni i progetti PREDICT sulle Emergenti Minacce Pandemiche (Emerging Pandemic Threats – EPT) voluti dall’amministrazione Obama-Biden, e finanziati dall’agenzia governativo USAID, sovente strumento finanziario nelle operazioni della Central Intelligence Agency, sotto la supervisione dell’agenzia DTRA del Pentagono, specializzata nella ricerca di armi batteriologiche.

Quel progetto, sostenuto dalla Bill & Melinda Gates Foundation, si è occupato di monitorare centinaia di ceppi di coronavirus dei pipistrelli cinesi e di contribuire alle pericolose sperimentazioni della ricercatrice cinese Shi Zhengli, non a caso soprannominata bat-woman, anche per la costruzione dei supervirus nei laboratori di Wuhan ma anche in quello di Chapel Hill della North Carolina University e nel National Microbiology Laboratory of Canada di Winnipeg, per citare i tre più famosi.

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L’iniziativa PREDICT sarebbe dovuta servire a scongiurare nuove infezioni letali e dilaganti: ma alla luce della nuova pandemia da Covid-19 induce a credere a quei virologi come Luc Montagnier e la whistleblower Li-Meng Yan, la ricercatrice cinese fuggita da Hong Kong negli USA dove è stata messa sotto protezione dall’FBI, che ritengono il SARS-Cov-2 un organismo geneticamente modificato costruito in laboratorio.

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Come loro la pensa anche il tenente colonnello in congedo congedo Dr. Dany Shoham, microbiologo esperto di guerra bio-chimica e d ex analista senior dell’intelligence dell’IDF (Israel Defense Forces) e del ministero della Difesa israeliano. L’ufficiale ritiene che la cosa sia ben nota a tutte le intelligence del mondo e riporta alla memoria le profezie sulla pandemia da Covid-19 fatte dall’ex vice direttrice CIA Avril Haines, esperta di bio-armi durante il progetto PREDICT di Obama, candidata a diventare Direttore dell’Intelligence Nazionale USA nell’amministrazione Biden. Questa non è che l’ennesima coincidenza in una pandemia che l’avvocato Robert F- Kennedy jr ritiene “pianificata da decenni da Bill Gates ed Anthony Fauci”.

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Ma per comprendere il sordido complotto del Nuovo Ordine Mondiale che si nasconde dietro il Covid-19 bisogna leggere con attenzione l’ultimo capitolo del libro-dossier WuhanGates, sintesi di 37 reportage si Gospa News, nel quale sono svelati in anteprima gli intrighi tra il Deep State comunista cinese e quello democratico americano: tra la Gang di Shangai e i Blue della triade Clinton-Obama-Biden. Tali informazioni saranno oggetto di un reportage anche online solo quando il libro cartaceo sarà esaurito…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS

GOSPA NEWS – INCHIESTE LOBBY ARMI

BBC REPORT

REUTERS REPORT

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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