PUZZER, COME GESU’ IN CROCE, PERDONA I SUOI CARNEFICI. Sindacalista Portuale Licenziato dopo anni di Sabotaggi

PUZZER, COME GESU’ IN CROCE, PERDONA I SUOI CARNEFICI. Sindacalista Portuale Licenziato dopo anni di Sabotaggi

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di Carlo Domenico Cristofori

«Era semplice mettere la carta di licenziamento e fare il martire. A me non interessa di questo. Sono fiero di essere stato coerente di non essermi piegato al sistemo e di aver detto una frase il 15 ottobre: “Non andrò a lavorare fino a quando un solo mio collega non andrà a lavorare”. Ma non mi elevo a leader o capo popolo. Ho fatto qualsiasi cosa che un portuale avrebbe fatto, che un lavoratore dovrebbe fare ma non giudico chi è tornato a lavorare. Ognuno sa se ha fatto tampone, usato Green Pass…»

Stefano Puzzer non si può capire. Si può soltanto odiare o amare. Io non lo capisco, a volte, ma lo amo!

Lo amo perchè incarna lo spirito “duro e puro” che se tutti noi avessimo saremmo capaci di cambiare la nostra famiglia in crisi, la nostra società allo sbando, la nostra nazione in mano a criminali pericolosi, il mondo intero governato da automi senza anima e cuore che utilizzando gli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale lucrano persino sulla morte di bombe e di vaccini con la stessa naturalezza con cui guadagnano su un caffè o su una pagnotta.

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Stefano è la zeppa in questo sistema folle che ha fatto della furbizia e del compromesso non il modo con cui relazionarsi al Sistema ma il Sistema stesso. E’ vaccinato ma non vuole usare il Green Pass di cui da tempo è in possesso per recarsi al lavoro, contestando l’anima stessa delle vessatorie imposizioni dei decreti leggi, abietti e anticostituzionali, del Presidente del Consiglio Mario Draghi. L’azienda ha preso la decisione dopo aver inviato a Puzzer una serie di lettere di contestazione, invitandolo a tornare al lavoro perché guarito dal Covid.

Stefano è quello che non capiamo quando resiste al di là di ogni comprensibile escamotage giuridico e cristallizza la sua protesta in un urlo silenzioso che riecheggia nelle tempie dei suoi persecutori più delle grida chiassose di tanti manifestanti NO VAX, che incarna il vero spirito libero che tutti noi, poco o tanto, abbiamo sacrificato durante la dittatura sanitaria della pandemia per conquistare con l’astuzia quei fondamentali diritti di libertà che la nuova Gestapo del Nuovo Ordine Mondiale che ha stuprato la Costituzione in nome delle Big Pharma intrallazzate con le banche di cui molti governanti sono stati manager.

Puzzer appare così trasfigurato dal suo eterno sorriso stampigliato sul volto anche mentre in una sofferta ed umiliante diretta Facebook comunica la notizia del suo licenziamento dall’azienda portuale con cui lavorava a chiamata. Un licenziamento pressoché inevitabile giuridicamente parlando, assolutamente evitabile umanamente vivendo…

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Nel giorno del Venerdì Santo ha ricevuto la temuta quanto lancinante comunicazione ed ha risposto da eroe della libertà, da signore della diplomazia, da maestro dell’amore universale.

«Noi abbiamo fatto sempre tutto a fin di bene. Voi mi avete dato questo uovo di Pasqua e io vi darò la sorpresa. La gente come noi non molla mai, ne vedremo delle belle. Voglio bene anche a voi che mi avete licenziato cedendo ai ricatti. Mi auguro che in questa Pasqua possiate comunque guardare negli occhi i vostri figli e la vostra famiglia» è l’acme del suo messaggio.

Parole che riecheggiano quelle rivolte da Gesù sulla croce ai suoi carnefici: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

Purtroppo Mafia dei Porti – è una nostra definizione che non è mai stata utilizzata da Puzzer – lo sa benissimo!

Come ha raccontato lo stesso sindacalista in dieci minuti di sfogo che hanno rievocato molteplici tentativi di boicottaggio del suo movimento per i diritti dei portuali e di sabotaggio della sua stessa vita con atti di inaudita gravità criminale.

L’occulta Mafia dei Porti, infatti, ha visto nella pandemia la grande occasione per eliminare un avversario scomodo perché troppo puro. Che non ha mai accettato il compromesso di «avere qualcosa a debito per non essere ricattabile da nessuno. Per non poter essere preso, scusate il francesismo, preso per i coglioni» ha sbottato Stefano.

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La Mafia dei porti che, come narra lui, gli ha messo un rilevatore GPS sotto l’auto per pedinarlo, gli ha sabotato il veicolo, gli ha inquinato le urine con la cocaina per farlo finire in carcere, ma si è dovuta rassegnare alla purezza di un uomo che, da cattolico, marito e padre, è tutto chiesa, famiglia e lavoro.

Nonostante ciò è stato come il peggiore dei teppisti dalla polizia che prima ha liberato con gli idranti il molo occupato dai portuali, poi gli ha notificato un Daspo di espulsione da Roma (poi ovviamente annullato dal TAR del Lazio) quando si è recato a protestare nella capitale da solo, con un piccolo banchetto contrario alla propaganda finalizzata all’imposizione dei pericolosi sieri genici sperimentali antiCovid obbligatori con dosi ad oltranza…

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Allora la Mafia dei Porti ha stretto alleanza con la Dittatura Politica della Cultura Mafiosa di Roma, dove troneggia il fair play a senso unico del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ripetutamente complice del Sistema fino ad indossare l’abito di ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale per pronunciare la dichiarazione subliminale della guerra alla Russia e della crisi energetica, anticipando l’allarme “razionamento” poi lanciato dal suo braccio armato Draghi.

La prima preoccupazione di Puzzer «è stato come comunicarlo alla mia famiglia. Sapevo che era una cosa cui potevo andare incontro. Non sto facendo questa cosa per rendermi martire ma perché sono orgoglioso di quello che ho fatto io, i miei colleghi, i cittadini di Trieste nelle varie aziende. I cittadini venuti a riveste da tutti i italiana. Questa è una conseguenza del fatto che siamo puri, che crediamo nei nostri diritti e non ci piegheremo mai a questo sistema marcio. Non siamo ricattabili».

Ma nel video accanto a lui ci sono il collega e “fratello” Andrea, la moglie, il figlio tutti pronti ad affrontare con lui la battaglia di sacrifici legali e materiali che comporterà questa nuova battaglia per essere coerente all’impegno preso il 15 ottobre durante la storia protesta dei portuali di Trieste contro il Green Pass obbligatorio per poter lavorare.

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«Non possono permettersi di portarmi via la casa. Sono un lavoratore portuale e prima o poi tornerò a fare il lavoratore portuale», ha aggiunto Puzzer annunciando che si «batterà con tutte le forze contro la decisione dell’azienda».

«Noi colleghi a Trieste da 6 anni lottiamo contro il sistema. Avevamo creato un sindacato autonomo che vogliono distruggere insieme a me. Prima per distruggere me e poi per distruggere qualsiasi sorta di forza che vada a lottare contro il sistema» ha dichiarato Stefano in un video su Facebook di pochi minuti, narrando le persecuzioni subite «come le urine inquinate con la cocaina come è stato ammesso anche da un processo».

«Questo sistema non ha fatto altro che appoggiare queste discriminazioni da 6 anni senza metterci mai la faccia e anzi mantenendo chi ha fatto tutto questo ai suoi posti dirigenziali e addirittura a colloquiare spartendosi i vari appalti e le varie concessioni. Ma nei prossimi giorni ne parleremo tranquillamente mettendo fuori le carte e soprattutto le responsabilità…».

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«Al sistema dico che se volevate provare a piegarmi prima con le denunce e poi con il licenziamento… Io vi guardo con il sorriso. Il sorriso di una persona pura, sincera che non ha paura di voi perché io la Pasqua la passerò comunque serenamente. Io spero che voi, che avete questa cattiveria dentro e siete convinti di essere nel giusto, io spero che ad ogni augurio che riceverete vi venga in mente questo video oppure quello che state facendo a tutti gli italiani che la passeranno in modo dismesso, tanti senza un uovo di Pasqua da regalare ai propri figli».

Carlo Domenico Cristofori
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – APOCALISSE TERRA

GOSPA NEWS – DOSSIER UCRAINA

GOSPA NEWS – WUHAN-GATES REPORTAGE

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Carlo Domenico Cristofori

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