Soleimani ucciso, Boeing abbattuto, ISIS esulta: l’ombra di traditori tra i Pasdaran dell’Iran

Soleimani ucciso, Boeing abbattuto, ISIS esulta: l’ombra di traditori tra i Pasdaran dell’Iran

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Sospetti di cospirazioni interne a Teheran:
troppi buchi dell’intelligence ed errori militari
culminati nella strage del volo UIA PS752
Dopo l’arresto dell’ambasciatore britannico
durante una manifestazione di protesta
il Tweet di Trump in Farsi pro-rivoltosi

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

ENGLISH VERSION HERE

Venerdì pomeriggio ho scambiato alcune opinioni sull’uccisione del generale Qassem Soleimani con un conoscente romano, digiuno di geopolitica ma amico intimo di alcuni cittadini di origine iraniana. Mi ha riferito una cosa per me sorprendente e sconcertante.

Nella comunità di persone giunte dal paese degli Ayatollah anche se residenti in occidente da tempo è diffusa la convinzione che il capo delle Forze Quds, l’eroe e martire del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche IRGC, sia stato assassinato grazie ad una cospirazione tra gli Usa e occulti congiurati dello stesso Iran.

Questa mera supposizione, frutto di semplici chiacchiere da caffè e priva di ogni minimo riscontro oggettivo, mi è parsa non solo infondata, inverosimile e persino ridicola tanto da aver subito biasimato l’ingenuità dell’interlocutore… Fino a sabato mattina!

Fino a quando le autorità iraniane hanno fatto “mea culpa” sull’abbattimento del Boeing 737 del volo Ukrainian Airlines PS 752, dando comunque una grande lezione di stile e sincerità a tutto l’Occidente.

STRAGE DI USTICA: MENZOGNE DI STATO PER COPRIRE I CACCIA NATO

L’Italia, infatti, ancora s’interroga dopo 40 anni sul misterioso missile che il 27 giugno 1980 colpì il DC9 Itavia facendolo naufragare con 81 vittime nel mare vicino a Ustica. La Svezia e le Nazioni stanno ancora cercando la verità sulla strage del volo che il 18 settembre 1961 stava portando in Congo l’ex segretario Onu, Dag Hammarskjold, morto insieme a 14 persone tra funzionari diplomatici ed equipaggio, probabilmente in seguito ad un attacco missilistico.

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Rimane il fatto che Teheran ha davvero commesso troppi errori in troppi pochi giorni!

Davvero troppi errori per un’organizzazione paramilitare come quella dei Pasdaran iraniani (o IRGC), annessi all’Iranian Armed Forces, che da decenni è temuta e rispettata nel mondo intero per la sua forza strategica e potenza bellica.

Mi conforta leggere che anche sul website americano di esperti di geopolitica ed intelligence militare Veterans Today (con cui collaboro), qualcuno già avanza analoghi sospetti.

«Non è noto se il missile sia stato sparato a causa delle azioni di un traditore umano all’interno dell’IRGC o a causa di hacking remoto nei sistemi di controllo del missile; tuttavia, il risultato è lo stesso: quasi 200 civili morti la cui morte può essere attribuita all’IRGC» ha scritto Ian Greenhalgh, uno degli esperti di storia militare.

Ma il sito specialistico di analisi di guerra South Front si è spinto ancora più in là spiegando cosa rende credibile la teoria di un sabotaggio interno come spiegherò più avanti…

PASDARAN E QUDS: FORZE TEMUTE DA TUTTI

Le Forze Quds “ Brigata Gerusalemme”, comandate proprio da Soleimani, sono l’unità speciale per le missioni all’estero delle Guardie Rivoluzionarie e si riferiscono direttamente alla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. Sarebbe composta da 15mila uomini, contro i 150mila dell’intero esercito dei Pasdaran, e sarebbe attiva in decine di nazioni di confenssione musulmana Sciita con otto direzioni divise per aree geografiche.

Ma non è stata capace di proteggere il suo generale…

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Quds e IRGC nell’aprile 2019 sono state interite dagli Usa, per decisione del presidente Donald Trump, nella lista americana delle organizzazioni terroristiche straniere, come gli Hezbollah libanesi, i Katai Hezbollah iracheni, gli Houti yemeniti.

Ha avuto tale attenzione da parte dell’intelligence internazionale proprio perché considerata pressochè infallibile: insomma una versione islamica in divisa del Mossad israeliano, il controspionaggio di Tel Aviv dotato di apparati militari efficacissimi sebbene operanti sempre sotto copertura in azioni clandestine come gli agenti militari CIA. Proprio le Forze Quds del generale Soleimani hanno aiutato a sconfiggere l’Isis l’esercito siriano e gli Hashid al-Shaabi, iracheni, denominati in inglese Popular Mobilization Forces (PMF) nei rispettivi paesi.

Le Quds Forces Brigata Gerusalemme, il reparto speciale per le missioni estere dell’IRGC

In una sola settimana sia Quds, che l’IRGC da cui dipende, hanno perso l’alone magico di combattenti micidiali, emerso dalla Rivoluzione Islamica Iraniana del 1979 che instaurò a Teheran una teocrazia guidata dall’ayatollah sciita Ruhollah Khomeini al posto dell’ultimo scia di Persia Mohammad Reza Pahlavi, complice di aver legittimato il golpe militare del 1953.

Nell’agosto di quell’anno, infatti, l’operazione Ajax, una missione clandestina attuata dai governi del Regno Unito e degli Stati Uniti d’America, aveva sovvertito il regime democratico dell’Iran, allora governato dal nazionalista Mohammad Mossadeq, che aveva da poco nazionalizzato l’industria petrolifera. Da lì è scaturito l’odio tra Iran e Usa.

Le Guardie Rivoluzionarie IRGC denominate anche Pasdaran

Ecco perché sui molteplici errori di intelligence e militari commessi dall’IRGC comincia davvero ad aleggiare l’ombra di una cospirazione internazionale che potrebbe essere stata perseguita dagli Usa e da Israele, nemici dell’Iran per la sua egemonica indipendenza in Medio Oriente, con l’aiuto non solo di infiltrati, spie assoldate da CIA e MOSSAD, ma di veri e propri traditori all’interno degli stessi Pasdaran.

Il sospetto è per ora una mera ipotesi di fanta-intelligence militare ma le tracce che troppe cose sono andate storte negli ingranaggi sottostanti alla catena di comando solo assai evidenti. Lo scopo del complotto? Lo stesso de 1953: il solito regime-change nelle mire di ogni inquilino della Casa Bianca in tutti i paesi ricchi di preziose risorse energetiche nel sottosuolo.

BUCO DELL’INTELLIGENCE SULL’OMICIDIO DI SOLEIMANI

Il generale Soleimani è stato ucciso con i razzi sparati da un drone contro il convoglio di auto su cui viaggiava nella mattinata del 3 gennaio 2020 nei pressi dell’aeroporto di Baghdad, dove era appena atterrato insieme al parigrado Abu Mahdi al-Muhandis, vicecomandante degli Hashi iracheni.

Secondo quanto poi rivelato davanti al Parlamento con toni infuocati dal primo ministro Adil Abd al-Mahdi er da lui atteso per una missione diplomatica: doveva portare una risposta in merito alla mediazione tentata dall’Iraq tra Iran ed Arabia Saudita dopo le tensioni nel Golfo Persico dell’estate scorsa. Si è trattato perstanto di un agguato ben orchestrato da qualcuno che sapeva gli spostamenti dell’alto ufficiale giunto da Teheran.

Ecco quindi la prima falla nell’intelligence delle Guardie Rivoluzionarie: pare ovvio che Soleimani sia stato spiato nei suoi spostamenti per fornire all’Us Air Force della base di Al Udeid (in Qatar) l’istante esatto in cui colpire con la certezza che il generale fosse sull’auto.

Qassem Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis

Ma è altresì evidente quello che l’esperto di geopolitica della rubrica InsideOver de Il Giornale, Lorenzo Vita, ha definito «il “buco” dell’intelligence sul generale ucciso, che ha fatto capire come la tecnologia americana fosse in grado di colpire chiunque e ovunque nonostante le abilità cyber e di guerra elettronica dei militari iraniani».

Un tassello inquietante visto che la stessa IRGC Aerospace si è invece vantata di aver invece ridotto al black-out addirittura l’apparato cibernetico di difesa degli Usa nei successivi attacchi di rappresaglia.

«Amir Ali Hajizadeh, comandante del comandante della forza aerospaziale del Corpo di Guardia della Rivoluzione Islamica, ha rivelato che la comunicazione e l’invio di immagini da parte dei droni MQ-9 statunitensi sono state interrotte mentre l’attacco missilistico dell’IRGC era in corso sulla base militare di Ain al-Assad» ha riferito in un articolo il consulente di intelligence militare Gordon Duff, Senior Editor di Veterans Today.

STRAGE AI FUNERALI E MISSILI QUASI INNOCUI

Il secondo fallimento si registra nel giorno del lutto durante i funerali a Kerman, nella città natale di Soleimani in Iran. Mentre una folla oceanica cantava «Morte all’America», «Morte a Trump» c’è stato il flop totale dell’apparato di ordine pubblico: almeno 56 persone sono morte e altre 213 sono rimaste ferite nella calca.

Queste vittime si aggiungono alle centinaia di manifestanti ammazzati dalla polizia durante le rivolte degli ultimi mesi per una carenza di prevenzione della sicurezza dei luoghi pubblici: quali zone militarizzate, coprifuoco, contro-manifestazioni o altri escamotages adottati dal meno esperto presidente bolivariano Nicolas Maduro in Venezuela per contenere le Guarimbas, le barricate incendiarie di strada.

I resti di uno dei missili balistici iraniani Zelzal caduto nelle vicinanze della base di Erbil – clicca sull’immagine per vedere il video di un lancio

Il terzo è pià grave insuccesso comincia ad alzare una coltre di fitta nebbia anche sul funzionamento della macchina bellica dei Pasdaran. Su 13 missili sparati da IRG Aerospace, tra quelli balistici (si suppone Zelzal) e quelli ipertecnologici da crociera, Qaim 1 e Fahad 313, il primo estremamente veloce, il secondo dotato di un congegno tipo “jammer”, un disturbatore di frequenza in grado di evitare l’intercettazione dei sistemi di difesa anti-missile, ben 11 avrebbero colpito le due basi Usa in Iraq di Ain al Asad e di Erbil.

All’inizio la Tv Iraniana, riferendo di fonti vicine ai Pasdaran, ha segnalato un grave bilancio della rappresaglia, 80 morti e 200 feriti, seccamente smentito dalla Casa Bianca. Ma giovedì 9 gennaio il comandante dell’IRGC Aerospace generale Amir Ali Hajizadeh ha corretto fortemente il tiro in una dichiarazione ufficiale riportata da FarsNews.

Il comandante dell’IRGC Aerospace brigadiere generale Amir Ali Hajizadeh

«Non volevamo uccidere nessuno, anche se decine di truppe statunitensi sono state probabilmente uccise e ferite e sono state trasferite in Israele e Giordania su 9 sortite di voli C-130» ha spiegato, osservando che se «l’Iran avese avuto intenzione di uccidere le forze americane, avrebbe potuto pianificare con un alto numero di vittime per uccidere 500 militari statunitensi nella prima fase e da 4.000 a 5.000 altre nella seconda e terza fase entro 48 ore».

I missili iper-tecnologici dell’Iran a segno contro le basi Usa in Iraq. Voli sospesi

Ma alla fine il danno per gli Usa sarebbe stato quantificato in alcuni crateri nella base di Al Asad con la distruzione di depositi, qualche drone e qualche elicottero. Davvero poco in relazione agli annunci di vendetta simbolicamente formalizzati con l’innalzamento della bandiera rosso sangue sulla moschea di Qom, vicino alla capitale Teheran.

La vendetta dell’Iran comincia da Qom. Grazie al bunker nucleare di Fordow

Da ciò si evince quindi una certezza: l’aviazione delle Guardie Rivoluzionarie voleva solo mostrare i muscoli ma non fare male come più volte declamato da tutte le autorità politiche e religiose. Un atteggiamento saggio e persino prudente, viene da dire pensando all’incubo di una Terza Guerra Mondiale, forse talmente prudente da divenire anch’esso assai sospetto.

IL “FUOCO-AMICO” NEL DISASTRO DEL BOEING

Invece l’IRGC Aerospace ha compiuto un disastro, nel vero senso della parola, nella vicenda del Boeing 737 del volo Ukrainian Airlines PS752 diretto a Kiev ma frantumatosi al suolo vicino a Teheran pochi minuti dopo il decollo nella notte di mercoledì 8 gennaio, a poche ore dagli attacchi missilistici contro le basi Usa.

I resti del Boeing 737 del volo Ukrainian International Airlines 752 precipitato in Iran

Col senno di poi è assolutamente impensabile credere che già nella giornata di giovedì 9 gennaio l’aviazione dei Pasdaran non avesse capito che quell’aereo era stato abbattuto dai suoi stessi missili della contraerea, probabilmente i russi TOR M1 del sistema SA-15 Gauntlet (come da codice Nato), provocando la strage delle 176 persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio.

Ma mentre le soffiate delle intelligence americane cominciavano ad ingigantire i sospetti sui media internazionali le forze paramilitari iraniane sono rimaste in riflessivo silenzio lasciando ad Ali Abedzadeh, capo dell’Iran della Civil Aviation Organization, il compito di dichiarare che l’abbattimento coi missili era addirittura «scientificamente impossibile».

La testata di un missile TOR M1 di fabbricazione sovietica che un iraniano residente negli Usa ha postato su Twitter sostenendo che sia stata fotografata nelle vicinanze dell’area dove è precipitato l’aereo

Soltanto sabato mattina, dopo aver consegnato le scatole nere agli investigatori ucraini, lo stesso comandante dell’IRGC Aerospace, generale Hajizadeh, si è preso la responsabilità del “fuoco-amico” contro l’aereo ucraino e ha affermato che il ritardo nel rilascio di informazioni sull’errore umano che ha causato l’incidente è stato dovuto alle indagini per esaminare il caso.

Strage Boeing 737 in Iran: colpito per sbaglio dai missili di Teheran

Ne siamo certi: hanno voluto esaminare il caso per decidere se rivelare o meno quello che già ben sapevano essere accaduto, visto che i tracciati radar coi puntini lampeggianti dei missili contro il Boeing li aveva segnalati anche un reportage della CBS, rimasto ovviamente di non provata autenticità fino alla conferma ufficiale da parte delle autorità iraniane.

Il mistero più grande riguarda l’impossibilità dell’operatore addetto al sistema di difesa dell’IRGC Aerospace non solo di riuscire a comunicare con l’aereo ma anche con i suoi superiori di comando per avere indicazioni su come procedere. Nel dubbio che l’aereo fosse un attacco ostile ha sparato il missile da crociera…

How and Why Iran Shot Down Ukrainian Boeing

L’intelligence iraniana ha ipotizzato un disturbo delle frequenze con un classico jammer ma il sito specialistico di guerra South Front rileva acutamente che non si sono rilevate problematiche di comunicazione per gli altri voli e pertanto ipotizza che ci sia stato un sabotaggio umano da parte di un militare dei Pasdaran agganciato e corrotto dall’intelligence USA-CIA.

Ma è pur vero che gli apparecchi di sabotaggio cibernetico oggi in possesso di CyberCom e NetCom, i due comandi dell’Us Army specializzati in attacchi informatici ed elettronici, sono ormai così sofisticati da poter avere una precisione chirurgica…

 

 

PASDARAN SCREDITATI DAVANTI AL MONDO

In soli due giorni i mitici Pasdaran, terroristi solo per chi non conosce la storia delle guerre Usa fatte in Medio Oriente, hanno perso la fiducia dei non molti giornalisti occidentali, come chi scrive, ma soprattutto hanno visto appannarsi fortemente il consenso dell’opinione pubblica anche europea ed americana che si era sdegnata per l’assassinio del generale Soleimani.

Pur legittimando le giustificazioni dovute alla tensione provocata dall’agguato al comandante delle Forze Quds risulta davvero incomprensibile che una tale sequenza di errori grossolani ed eventi nefasti sia avvenuta in una sola settimana.

Ecco perché da oggi sono indotto a credere alla diceria riferita da alcuni iraniani in Italia secondo cui l’assassinio di Soleimani è stato determinato da una cospirazione internazionale tra qualcuno dello stesso Iran, l’intelligence degli Usa, quelle di Israele e dell’Arabia Saudita che ovviamente può festeggiare di fronte ai fallimenti delle azioni di difesa-offesa di Teheran.

Ecco perché l’ombra di un tradimento interno si allunga non solo su eventuali cospiratori politici interni ma anche sugli stessi Pasdaran che, per volontà del popolo islamico e dell’ayatollah sciita, hanno sempre avuto il potere di intraprendere le operazioni belliche più complesse, rischiose e risolute senza dover rendere troppo conto a nessuno…

 

L’AMBASCIATORE ARRESTATO, ISIS E TRUMP ALL’ATTACCO

Tutto ciò assume ancora più rilievo considerando le violente proteste di piazza da mesi esplose in Iran (come in Iraq, Libano ed Hong Kong e tutte firmate dagli esperti provocatori Canvas del pugno chiuso Otpor) che ieri hanno causato l’ennesimo inconveniente della settimana commesso dalle forze di pubblica sicurezza

L’ambasciatore britannico in Iran, Rob Macaire, è stato brevemente detenuto fuori dall’università di Amirkabir a Teheran per il suo presunto ruolo di “incitamento e direzione” di manifestanti antigovernativi, riferisce l’agenzia di stampa Tasnim. Davvero eccessivo pensare a mere coincidenze in una pessima gestione dell’emergenza…

Questi gravissimi errori strategici, anche causati dalla cattiva comunicazione con troppa enfasi prima di piccole rappresaglie e troppe smentite sul disastro del volo UIA 752, hanno infatti lasciato campo libero alla propaganda dei peggiori nemici dei Pasdaran.

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Il presidente Trump che ha twittato in lingua Farsi un messaggio di sostegno ai manifestanti: dall’inteligence Usa stessa aizzati e finanziati come probabilmente l’attivista iraniano residente in America che per primo ha postato su Twitter la punta di un missile TOR su Twitter sostenendo che il resto del missile che aveva abbattuto il Boeing.

E i fanatici terroristi dello Stato Islamico. Il settimanale Al Nabab dell’ISIS ha infatti descritto la morte di Soleimani come un atto divino a sostegno della loro causa secondo BBC Monitoring. «L’ISIS accoglie con favore la morte di Soleimani in un attacco dei droni negli Stati Uniti, ma sta attento a non accreditare apertamente gli Stati Uniti per la sua morte, ma lo ritiene come un atto di Dio per sostenere l’IS e i musulmani in senso lato».

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Oltre a fare “mea culpa” per le 176 vittime dell’Ukrainian Airlines, oltre ad individuare i responsabili dell’incredibile errore umano, i Pasdaran farebbero bene a cercare se davvero non ci sia qualcuno tra di loro che sta tramando contro l’Iran, per favorire gli Usa e, indirettamente, i mercenari clandestini della Casa Bianca in Medio Oriente: i terroristi dell’Isis ora ancora più motivati e pericolosi.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI

FARSNEWS – IRGC AEROSPACE STATEMENTS

INSIDEOVER – IL BUCO DELL’INTELLIGENCE

GOSPA NEWS – REPORTAGES SUI JIHADISTI

GOSPA NEWS – WARZONE REPORTS

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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