”VIETATO FARE PORCILE… COME PROFUGHI”. De Luca dice NO a Pizze e Birre in Strada e Offende gli Immigrati. Cortei CGIL Immuni al Covid

”VIETATO FARE PORCILE… COME PROFUGHI”. De Luca dice NO a Pizze e Birre in Strada e Offende gli Immigrati. Cortei CGIL Immuni al Covid

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“È vietato fare i cafoni, cioè consumare le pizze in mezzo alla strada come i profughi. Questo è vietato”. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, commenta così l’ordinanza che vieta il consumo di bevande e cibo nei luoghi pubblici e di feste in piazza tra il 23 dicembre e il 1 gennaio 2022. Lo ha riportato Fanpage.

In poche frasi riesce ad autoproclamarsi lui stesso re dei cafoni e dei tiranni covidiani di stalinista memoria. Non solo arriva ad impedire ogni forma di socializzazione con spuntino persino all’aperto, ovviamente vigente sia per i No Vax che per i vaccinati, in larga parte indotti a inocularsi i sieri genici sperimentali proprio nella speranza di una serena vita sociale.

Ma nel farlo accusa implicitamente anche gli immigrati di essere responsabili dei “porcili davanti ai bar” perché costretti a mangiare sui marciapiedi e sulle panchine, a volte per la mancanza di abitazioni idonee e lavoro a causa di un’immigrazione scriteriata e massiva, ma soprattutto perché tipico della loro cultura maturata in paesi caldi tutto l’anno.

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca,

Se queste parole fossero state pronunciate da qualche leghista integralista non avrebbero fatto scalpore ma usate da un governatore del Partito Democratico che ha fatto dell’accoglienza indiscriminata la sua bandiera ideologica inducono a capire quali siano le emozioni veraci di molti piddini sull’argomento.

C’è inoltre un quesito che innescano le parole di De Luca: gli agenti della Polizia Locale saranno così solerti nel fare le contravvenzioni anche agli extracomunitari irregolari e alle attività gestite da loro connazionali come i Kebab Pizza davanti alle quali si radunano?

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“Bisogna fare controlli a campione -riprende De Luca – fare verbali o chiudere attività commerciali, così imparano tutti quanti. Quando dico che è vietato l’asporto, significa che le pizze possono essere portate tranquillamente a casa, ma è vietato fare il porcile davanti a bar e pizzerie. Come avviene nei paesi civili. A Barcellona è vietato sempre, non solo per il Covid. Per motivi di civiltà. L’obiettivo è impedire di chiudere le scuole e le attività economiche. Ma questo lo raggiungiamo se siamo responsabili”.

L’ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione prevede anche nei giorni delle Feste e delle Vigilie (23,24, 25 e 31 dicembre 2021 e 1 gennaio 2022) il divieto dalle 11 alle 5 del mattino a bar e ristoranti di vendita per asporto di bevande.

“Se facciamo follie a Capodanno, a gennaio chiudo tutto”

“Se abbiamo 10 giorni di follia tra Natale e Capodanno – conclude De Luca – e tutti cominciano a fare feste e festini scambiandosi bottiglie di birra e superalcolici è chiaro che a metà gennaio dovremo chiudere tutto. Mi hanno informato che stanno preparando un sistema di vigilanza nelle strade della movida. Dire che facciamo le feste in piazza però controlliamo significa prendersi in giro: a Capodanno non si controlla niente”.

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“Se continuiamo a insistere sui richiami per i vaccini, sulle prime dosi e sui comportamenti corretti possiamo limitare il più possibile eventuali misure. Dipende dai nostri comportamenti e dalla campagna di vaccinazione” dichiarò il Ministro della Salute Roberto Speranza il 15 di novembre prima che il governo emanasse il Decreto 172 con l’obbligo di Super Green Pass per frequentare la vita sociale. La campagna di vaccinazione è cresciuta, anche in forza dell’obbligo per altre categorie professionali, ma le restrizioni fioccano al posto della neve alle porte dell’inverno…

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Ma questa non è l’unica grave restrizione imposta da una Regione per contrastare l’aumento dei contagi a riprova del totale fallimento della campagna vaccinale contro il Covid-19 con una, due, tre dosi, come già emerso fin dal mese di settembre con la variante Delta e confermato dall’arrivo della Omicron. Va comunque rammentato che l’indice di incremento della diffusione dell’epidemia da SARS-Cov-2 è ovviamente certificato da tamponi RT PCR inaffidabili al 97 % perché creano falsi positivi e saranno ritirati negli USA tra pochi giorni, dal 31 dicembre 2021,

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In Alto Adige l’incidenza fin dal 23 novembre il governatore Arno Kompatscher aveva imposto la chiusura delle discoteche e le mascherine obbligatorie all’aperto, mentre nei Comuni ‘rossi’ i bar e ristoranti hanno dovuto chiudere alle 18 ed è scattato il coprifuoco dalle 20 alle 5. Ciò avvenne nell’imminenza dell’inizio della stagione sciistica, con gravi contraccolpi in prestigiose località delle Dolomiti come Ortisei.

“Il Veneto – ha spiegato Zaia -ha il 13% di occupazione delle terapie intensive, tre sopra il limite di zona gialla, e in area medica il 15%, esattamente quello che fa scattare la zona gialla. E’ verosimile che verrà dichiarato giallo”. Il totale degli infetti dall’inizio della pandemia raggiunge i 570.842.

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Il Veneto anticipa la zona gialla, con un’ordinanza di “principi e raccomandazioni” illustrata oggi dal presidente Luca Zaia. L’ordinanza entra in vigore dalla mezzanotte di oggi fino al 16 gennaio. Al di fuori delle abitazioni la mascherina va usata subito, sempre all’aperto, ad eccezione dei bambini sotto i 6 anni e i soggetti con patologie e disabilità. Per gli operatori sanitari e socio-sanitari, viene aumentata a 4 giorni la frequenza dei test per lo screening – finora era ogni 10 giorni – indipendentemente dallo stato di vaccinazione; lo stesso avviene al momento del ricovero e ogni 4 giorni per i degenti.

Altre tre regioni in zona gialla

Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza con cui si sancisce il passaggio per Marche, Liguria, Veneto e Provincia autonoma di Trento in area gialla. L’ordinanza entrerà in vigore da lunedì 20 dicembre. Si uniranno alla Provincia autonoma di Bolzano, al Friuli Venezia Giulia e alla Calabria, già gialle. Con il nuovo Decreto sul Super Green Pass che ha vietato ristoranti, teatri e cinema ai non vaccinati, sostanzialmente cambia poco: ci sarà infatti soltanto l’obbligo della mascherina anche all’aperto rispetto alle zone bianche.

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Nei giorni scorsi, inoltre, su proposta del premier Mario Draghi il Consiglio dei Ministri aveva approvato all’unanimità la proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 (compresi i divieti per chi non è vaccinato o guarito e pertanto non può avere il Super Green Pass) suscitando malumore, amarezza e contestazioni politiche.

Questi territori superano la soglia di allerta dei tre parametri indicati per il passaggio alla zona gialla, ovvero un’incidenza settimanale dei contagi pari o superiore a 50 casi Covid ogni 100.000 abitanti e contemporaneamente il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti Covid superiore al 15% e tasso di occupazione in terapia intensiva superiore al 10%. Sono Liguria (incidenza 313,1; area medica 17,9%; intensive 13,7%); Marche (264; 15,6%; 16,7%); PA Trento (299,8; 17,6%; 21,1%); Veneto (498,9; 16%; 15%). Emerge dal monitoraggio settimanale della Cabina di regia.

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La progressione dei contagi degli ultimi giorni fa registrare un nuovo picco: è da oltre un anno, da fine novembre del 2020, che non si registrano oltre 28mila casi. Il 26 novembre 2020 si registrarono 29mila casi, ma era molto superiore il numero delle vittime, 822, oggi sono state 120.

Solo CGIL e UIL immuni al Covid…

In mezzo a questo panico, in gran parte alterato dai tamponi che creano falsi positivi, ci sono categorie che possono permettersi il lusso di massivi assembramenti senza ottenere la minima censura dalle autorità governative e sanitarie, impietose verso le manifestazioni No Green Pass.

“Le manifestazioni cosiddette ‘no pass’ stanno paralizzando ogni sabato, da settimane, il centro storico di tante città, creando disagi a cittadini e commercianti, oltre a generare assembramenti tra non vaccinati – aveva affermato infatti il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia – Per ovviare a questi disagi il ministero dell’Interno ha varato una ‘stretta’ e stabilito regole nuove: sono concessi solo sit-in e fuori dai centri storici”.

CORTEI VIETATI AI NO GREEN PASS! Lamorgese contro i Contribuenti. Non contro i Tossici dei Rave Party

Migliaia di sindacalisti e simpatizzanti si sono radunati in pieno allarme variante Omicron in piazza del Popolo a Roma e in altre località per lo sciopero con manifestazione della Cgil e Uil contro la manovra di bilancio del governo, per chiedere risposte e riforme per il Paese, quello “reale” da cui, attaccano, la politica è sempre più distante.

Cinque le manifestazioni organizzate: a Roma, Milano, Bari, Cagliari, Palermo. Nella capitale, in piazza del Popolo, presenti i segretari generali Maurizio Landini  (CGIL) e Pierpaolo Bombardieri (UIL) erano a Roma. Assente la CISL.

Sciopero generale della organizzato CGIL, UIL a piazza del Popolo. Roma 16 dicembre 2021

“Oggi ci sono cinque piazze piene. È strano dire che non rappresentiamo il Paese reale, chi è rimasto indietro. Chiediamo al governo di fare scelte diverse. Il Paese ha bisogno di risposte, che finora non sono sufficienti”, afferma Bombardieri.

Nelle immagini pubblicate sui media si vedono chiaramente moltissime persone senza mascherina o con il dispositivo di protezione abbassato. Ma lì non c’erano poliziotti pronti a fare multe… Il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese li impiega soltanto quando devono cacciare i manifestanti No Green Pass con lacrimogeni e idranti come avvenuto a Trieste.

Per conoscere tutti i retroscena sulla pandemia da SARS-Cov-2 creato in laboratorio acquista il libro WuhanGates…

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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS

FANPAGE – ORDINANZA DE LUCA

ANSA – IN VENETO BOOM DI CONTAGI

LAMORGESE “SUDAMERICANA”: IDRANTI DI POLIZIA CONTRO PORTUALI A TRIESTE, PRO BIG PHARMA. Al Rave Abusivo non li usò: Drogati più protetti dei Lavoratori!

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