BENZINA: NUOVI RINCARI IN VISTA PER LA GUERRA ALLA RUSSIA. Meloni deve Temere gli Italiani Onesti più degli Anarchici

BENZINA: NUOVI RINCARI IN VISTA PER LA GUERRA ALLA RUSSIA. Meloni deve Temere gli Italiani Onesti più degli Anarchici

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di Carlo Domenico Cristofori

«Cospito non ha ucciso nessuno. Il 41 bis è assolutamente anticostituzionale e come tale è stato di recente censurato dalla stessa Corte Costituzionale e dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. È stato giustamente così concepito, negli anni 90, in occasione delle stragi di mafia per impedire ai boss della criminalità organizzata di continuare ad avere collegamenti con i sodalizi mafiosi».

Bastano queste poche frasi della senatrice Ilaria Cucchi, eletta con Sinistra e Verdi dopo la sua battaglia per ottenere giustizia per il fratello Stefano massacrato di botte da carabinieri con la “c” minuscola, per far capire perché Gospa News non ha inseguito questa vicenda costruita ad arte per la distrazione di massa dal Governo di Giorgia Meloni e dai media di mainstream ad esso compiacenti su temi molto più scottanti come il rincaro della benzina per la guerra economica e militare alla Russia.

COSPITO E GLI ANARCHICI PER LA DISTRAZIONE DI MASSA

«Si è indubbiamente trattato dell’introduzione di un regime di emergenza a causa dell’incapacità dello Stato di realizzare un sistema carcerario che potesse, da un lato, essere in linea con i fondamentali criteri di rieducazione cui deve essere uniformata l’espiazione delle pene senza che con essa, dall’altro, si aprissero le porte alla prosecuzione dell’attività criminale dei boss dall’interno delle strutture di detenzione – aggiunge la senatrice Cucchi – Cosa c’entra con tutto ciò Cospito? Niente, ma in questo Paese l’emergenza diventa la regola e c’è sempre chi cade in tentazione e cerca di estendere l’applicazione dimenticandosi i sacri principi della nostra Carta Costituzionale. Questo è accaduto con una palese forzatura e commettendo, appunto, un errore colossale».

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Non avevamo finora affrontato la vicenda di Alfredo Cospito perché da una parte non troviamo corretto prendere posizioni a favore di un anarchico criminale che non sembra minimamente pentito.

Dall’altra il suo regime di carcere duro è un’aberrazione in quanto ricorda i metodi della Cina e dell’Iran, tanto criticati dalla finta paladina dei diritti umani Meloni, per inquadrare una protesta violenta in un atto di terrorismo senza morti e senza stragi.

Le leggi penali sono giuste quanto più sono allineate al buonsenso morale.

Nel paese in cui è stato liberato lo stragista mafioso Giovanni Brusca, soprannominato u Verro (il porco) e capace pure di sciogliere un bimbo nell’acido, solo per le norme sui collaboratori di giustizia, senza che le sue confidenze siano state utili a evitare la latitanza di 30 anni del suo capo Matteo Messina Denaro, alias Diabolik, la detenzione ossessiva al 41 bis di Cospito un po’ fa piangere, per lo sciopero della fame che ne mette a rischio la sopravvivenza, ma soprattutto fa molto schifo…

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Giovanni Brusca ha lasciato il carcere di Roma Rebibbia nel giugno 2021 dopo 25 anni.

«Non è un regalo, almeno non stavolta, ma l’applicazione di una legge dello Stato. Si chiama diritto, anche se non coincide con il senso di giustizia» scrisse allora Il Foglio.

Il boss stragista, colui che premette il telecomando a Capaci, lo strangolatore del piccolo Giuseppe Di Matteo, il killer di un numero indefinito di omicidi ha finito di scontare la sua pena. In carcere c’è rimasto cinque anni in meno dei trenta che gli erano stati inflitti. L’ulteriore sconto di pena è dovuto alla buona condotta che spetta a tutti i detenuti, persino a quelli come lui.

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«Lo stato con Brusca ha siglato un accordo negli anni in cui la mafia sembrava invincibile e i pentiti erano l’unica arma a disposizione. Collaborare con la giustizia e, in cambio, niente ergastolo. Lo Stato ha rispettato il patto, ma Brusca è stato leale?» si domandò il giornalista Riccardo Lo Verso menzionando poi tutti i vuoti di memoria del presunto collaboratore.

Il macellaio di Cosa Nostra oggi è libero, Cospito che non ha ammazzato nessuno resta nel regime del carcere duro. 

COI RINCARI BENZINA MELONI DEVE TEMERE GLI ITALIANI ONESTI PIU’ DEGLI ANARCHICI

Ma chiudiamo la parentesi e vediamo perché la premier Meloni dovrebbe preoccuparsi meno degli anarchici, in parte da sempre pilotati dai servizi segreti per giustificare misure governative repressive dell’opinione pubblica, e molto più degli Italiani onesti che si stanno davvero stancando di essere complici nella fornitura di armi all’Ucraina per i loschi affari dei ministri Guido Crosetto e Giancarlo Giorgetti e soprattutto di dover pagare con le proprie tasche i costi di una guerra militare, energetica ed economica alla Russia totalmente suicida. 

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A partire da domani 5 febbraio scatterà infatti l’embargo deciso dall’Ue sui prodotti raffinati russi, una misura che – sottolinea Assoutenti- rischia di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell’inflazione» riporta in un angolino del sito l’ANSA.

I listini alla pompa – spiega il presidente Furio Truzzi – potrebbero così toccare in Italia nuovi record, considerato che già oggi sulle autostrade il gasolio in modalità servito è tornato a superare quota 2,5 euro al litro su diverse tratte”.

L’UE ha vietato alle navi dell’UE di trasportare petrolio greggio russo (dal 5 dicembre 2022) e prodotti petroliferi russi (dal 5 febbraio 2023) verso paesi terzi. Ha inoltre vietato la relativa fornitura di assistenza tecnica, servizi di intermediazione e finanziamenti o assistenza finanziaria.

Bruxelles aveva già proibito le importazioni di greggio via mare da Mosca a dicembre. L’UE, i paesi del G7 e l’Australia hanno anche fissato un prezzo massimo di $ 60 al barile, che impedisce alle compagnie occidentali di fornire assicurazioni e altri servizi ai caricatori di petrolio russo a meno che il carico non venga acquistato a un prezzo pari o inferiore.

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Il Cremlino ha detto oggi che l’embargo dell’Ue sui prodotti petroliferi raffinati russi avrebbe portato a un ulteriore squilibrio dei mercati energetici globali.

In realtà l’allarme era scattato già a fine mese dopo l’inutile sciopero dei benzinai contro l’imposizione dell’obbligo ad esporre e aggiornare le tariffe medie regionali dei prezzi come evidenziato dalla Federconsumatori.

«Non si arresta, in questi giorni, la corsa dei prezzi dei carburanti: oggi la benzina ha raggiunto picchi di 1,90 euro al litro e il diesel di 1,96 presso alcuni distributori. Livelli ben al di sopra del dato medio di 1,88 per la benzina e 1,92 per il diesel riportati da Quotidiano Energia e del “Prezzo Medio Italia” settimanale pubblicato dal Ministero delle Imprese e del M.I. sulla base delle comunicazioni ricevute dalla rete distributiva e dalle compagnie petrolifere, che si attesta a 1,829 euro al litro per la benzina e 1,875 per il gasolio» hanno scritto in un comunicato stampa del 29 gennaio.

FEDERCONSUMATORI: “PIU’ TRASPARENZA SUI PREZZI E MENO TASSE”

«La trasparenza nell’informazione ai consumatori è, a nostro avviso, la base fondamentale sulla quale possono effettuare le loro scelte. Una maggiore trasparenza e l’esposizione di un prezzo medio a livello territoriale, distinto tra self e servito, nonché tra rete autostradale e rete urbana e interurbana, come da noi richiesto, non rappresenta, a nostro avviso, un limite alla competitività. Anzi, in un mercato sano potrebbe incoraggiarla, incentivando i distributori ad applicare prezzi convenienti per attrarre più clienti» aggiunge Federconsumatori

«Tale operazione, ovviamente, deve avvenire di pari passo con l’attività di vigilanza e controllo dei comitati territoriali introdotti con il decreto sui carburanti; proprio a tal proposito venerdì, in audizione alla Camera, ne abbiamo chiesto un ampliamento dei poteri, una maggiore partecipazione delle Associazioni dei Consumatori ed una più stretta collaborazione con l’attività dell’Agcm. Sarà compito di quest’ultima intervenire, soprattutto in caso di ipotesi di cartello o allineamento al rialzo dei prezzi paventato dal suo Presidente. È semmai opportuno che sia precisata per legge la fattispecie di reato di eccesso speculativo sui prezzi dei beni di consumo».

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Ma l’associazione di tutela dei consumatori ritorna a stigmatizzare le politiche del Governo Meloni sulle tasse.

«Per tali ragioni continuiamo a sostenere la necessità di andare avanti sulla strada intrapresa all’indomani del grave errore commesso dal Governo eliminando del tutto lo sconto sulle accise, che resta comunque un’opzione da riadottare. Sarebbe sbagliato eliminare i nuovi cartelli indicatori dei prezzi e ridurre all’irrilevanza le sanzioni contro chi viola le regole, ma soprattutto chiediamo che, almeno in via transitoria, sia ridotta fortemente l’IVA sui carburanti (applicata anche sull’importo dell’accisa): portandola al 4%, secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il risparmio per ogni famiglia sarebbe di oltre 200 euro annui».

PREVISIONI NEFASTE SULLE FORNITURE DI GREGGIO ALL’UE NEI PROSSIMI MESI

«Con l’imminente divieto di fornitura di prodotti petroliferi russi, l’Unione europea deve trovare fonti alternative per le sue future importazioni di carburante, il che potrebbe essere piuttosto impegnativo, riferisce Bloomberg» riporta Russia Today.

Il media ha indicato venerdì che tre nuove raffinerie in Medio Oriente potrebbero fare molto per aiutare l’UE a sostituire 600.000 barili al giorno di gasolio russo, ma queste hanno subito numerosi ritardi. Nessuno di loro è ancora a pieno regime e, secondo il rapporto, potrebbero esserci ancora più blocchi.

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“Per sostituire le forniture russe, l’Europa si rivolge sempre più ai produttori del Medio Oriente”, secondo quanto riferito dagli analisti di JPMorgan Chase ai clienti.

Tuttavia, secondo Ahmed Mehdi, analista di materie prime a Londra con Renaissance Energy Advisors, “i progetti di raffinazione in Medio Oriente sono soggetti a ritardi nella messa in servizio”. Ha detto a Bloomberg che “l’Europa non beneficerà dei barili aggiuntivi fino alla fine del 2023”. Il rapporto afferma che le nuove raffinerie si trovano in Arabia Saudita, Kuwait e Oman.

Se tali nefaste previsioni si rivelassero corrette la corsa del prezzo di benzina e gasolio nei distributori sarebbe quasi incontrollabile e, con essa, l’inflazione dei beni di prima necessità che potrebbe essere infiammata anche dall’effetto “boomerang” del rialzo dei pazzi di interessi dello 0,5 % deciso nei giorni scorsi dalla BCE nonostante un lieve calo nella crescita dei prezzi col tasso di inflazione al 10,1% in Italia mentre in Europa il livello generale è all’8,5%.

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Potrebbe quindi ripetersi lo scenario accaduto nella scorsa estate per il gas quando le multinazionali commisero avide speculazioni, come denunciato dal segretario generale ONU Antonio Guterres, in quanto durante i momenti di instabilità dei prezzi energetici diventa quasi impossibile distinguere tra il rincaro fisiologico del mercato e quello costruito ad arte dagli investitori finanziari. I quali, è bene ricordarlo, controllano anche la Lobby delle Armi.

Carlo Domenico Cristofori
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FONTI PRINCIPALI

GOSPA NEWS – GEOPOLITICA – ECONOMIA

REPUBBLICA – ILARIA CUCCHI SU COSPITO

IL FOGLIO – Ecco perché Giovanni Brusca è stato scarcerato. Storia di un macellaio che ha espiato la pena

RUSSIA TODAY – EU faces supply shortages after Russian oil ban – Bloomberg

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Carlo Domenico Cristofori

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