FEMMINICIDI: SCARPETTE ROSSE PER CELARE LE COLPE DELLE DONNE. 104 Vittime degli Uomini. Ma tante Denunce di Violenza False per Separarsi Meglio

FEMMINICIDI: SCARPETTE ROSSE PER CELARE LE COLPE DELLE DONNE. 104 Vittime degli Uomini. Ma tante Denunce di Violenza False per Separarsi Meglio

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Mettere il dito in una piaga sociale espone al rischio enorme di essere fraintesi.

Da anni rimando l’appuntamento con questo articolo proprio per evitare che le mie parole siano strumentalizzate da quelle attiviste di un femminismo sguaiato che difendono le Pussy Riot dopo aver scordato, o peggio ancora giustificato politicamente, i crimini dei partigiani rossi in tempo di pace. Le stesse che si fanno un baffo delle violenze sistematiche contro le donne commesse nell’enclave di Afrin dai jihadisti mercenari della Turchia protetti dallo scudo della NATO.

Poiché Gospa News, sito intitolato alla Regina delle Vergini e delle Martiri, è stato uno dei pochi giornali online a denunciare entrambi i fenomeni con inchieste estremamente dettagliate, credo che anche la più accanita fans del movimento delle Scarpette Rosse possa comprendere che questa riflessione non nasce da posizioni pregiudiziali maschiliste o di retaggio patriarcale, bensì dalla volontà di un giornalista investigativo, con una lunga esperienza nella cronaca giudiziaria, di cercare di analizzare un fenomeno antropologico senza essere accecati dalla sovente fuorviante propaganda politica.

Ogni allarme sociale, infatti, dai movimenti del ’68 in poi, viene cavalcato da movimenti politici che non sempre hanno a cuore il benessere dell’umanità ma semplicemente l’affermazione di principi ideologici che a volte sono persino estremisti e socialmente controproducenti.

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L’era di internet e l’esplosione dei social, palesemente manipolati e censurati da elite finanziarie riconducibili al Nuovo Ordine Mondiale anche con l’utilizzo dei ex agenti dell’intelligence (come emerso per l’impiego di 007 CIA in Facebook), ha acuito la distanza tra la lettura reale di un fenomeno nella sua complessità e la sua interpretazione esaperata o edulcorata, a seconda degli orientamenti di mainstream.

Proprio perché oggi si celebra la Giornata Internazionale della Donna istituita dall’ONU nel 1999 è doveroso fare una riflessione che vada oltre al tragico fenomeno delle 104 vittime di femminicidio piante in Italia nel 2021.

LA PERCEZIONE MEDIATICA DELLE VITTIME DI UN FENOMENO

“Non posso non sentire come donna, come presidente del consiglio donna” l’impegno contro i femminicidi e “come donna madre e figlia non mandare un pensiero a tutte quelle donne che anche in questo ultimo anno hanno perso la vita: dalle 18 di oggi, e ringrazio il ministro Roccella per questo, Palazzo Chigi sarà illuminato di rosso” fino a domani e “i nomi di 104 donne che sono state uccise nell’ultimo anno verranno proiettati sulla facciata. Non so se qua dentro sono 104…”.

Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo alla presentazione della relazione della commissione d’inchiesta sul femminicidio in Senato.

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Se dovessimo farne una questione meramente numerica e farci tentare da una provocazione “politica” sarebbe fin troppo facile minimizzare il fenomeno di fronte alla strage da vaccini antiCovid pervicacemente ignorata dal mainstream.

Secondo il 13 Rapporto di Farmacovigilanza dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), infatti, dall’inizio della campagna di vaccinazione (dicembre 2020) sono stati segnalati 955 decessi (punta dell’iceberg, in considerazione che in caso di morte di vaccinati con patologie gravi non viene di norma segnalata la possibilità di concausa), di questi 29 correlati e ben 295 per i quali non è stato possibile verificare l’eventuale correlazione.

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Su tale questione la Commissione d’inchiesta parlamentare tanto annunciata dalla Meloni non è ancora stata istituita e, come già evidenziato da anticipazioni politiche, non dovrebbe comunque occuparsi di reazioni avverse, anche letali, ai sieri genici sperimentali.

Mentre se ne occuperà “per forza” la Procura della Repubblica di Roma che ha ricevuto gli atti dal coraggioso giudice ordinario del Tribunale di Firenze dottoressa Susanna Zanda.

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Questa digressione è assai esemplificativa per evidenziare che nell’era della comunicazione contemporanea la “percezione mediatica” di un fenomeno travalica spesso l’importanza dello stesso.

Ecco perché non ci risulta che alcuna autorità istituzionale italiana abbia mai denunciato le centinaia di donne rapite o stuprate dai jihadisti pagati dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan nell’enclave di Afrin, dove gli aggressori sono protetti dalla NATO e le vittime sono donne curde e pertanto possono essere sequestrate, torturate, violentate e anche uccise impunemente.

FONDAMENTALI INFORMAZIONI MANCANTI SUI FEMMINICIDI

L’Istat, Istituto nazionale di statistica, ha pubblicato oggi i dati sulle vittime di omicidio nell’anno 2021, da cui emerge che “le vittime uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono 139 (45,9% del totale), 39 uomini e 100 donne. Il 58,8% delle donne è vittima di un partner o ex partner (57,8% nel 2020 e 61,3% nel 2019). I minorenni sono uccisi da persone che conoscono. Inoltre, dai dati Istat emerge che è straniero il 19,1% delle vittime, di cui il 63,8% sono uomini e il 36,2% donne.

In totale, nel 2021 i dati Istat riportano 104 femminicidi, su 119 omicidi con una vittima donna:

  • sono 70 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner;
  • sono 30 le donne uccise da un altro parente;
  • sono invece 4 quelle uccise da conoscenti in ambito affettivo o relazionale.

Tra le restanti 15 vittime donne solo maggiori informazioni permetterebbero di definire se sono omicidi di genere.

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Il problema esiste e sarebbe provocatorio e subdolo negarlo. Ma va interpretato nella scia di un fenomeno ben più grave che è la maggiore diffusione della violenza nella società fin dai fenomeni di bullismo nelle scuole. Sovente solo la fatalità evita che un atto di aggressione deliberata si traduca in una cruda e tragica statistica.

Quello che manca in questi dati è l’esplorazione delle ragioni del fenomeno. Esiste un’unica connotazione sul totale dei 303 omicidi (315 nel 2019, 286 nel 2020) che è già comunque eloquente riguardo a un allarme che può essere in parte circostanziato.

È straniero il 19,1% delle vittime, dato stabile nel tempo, nella maggior parte dei casi (63,8%) uomini. Tra gli italiani i maschi sono il 60% del totale. Ancora in diminuzione gli omicidi dovuti alla criminalità organizzata: 23 nel 2021, pari al 7,6% del totale (29 nel 2019 e 19 del 2020).

«Per definire un femminicidio bisogna analizzare informazioni sia sulla vittima, sia sull’autore, sia sul contesto della violenza. Tre sono le tipologie: gli omicidi di donne da parte del partner; gli omicidi di donne da parte di un altro parente; gli omicidi di donne da parte di un’altra persona, sia conosciuta sia sconosciuta, che però avvenga attraverso un modus operandi» spiega RAI News.

Tra queste vi sono informazioni riferite a specifiche condizioni, tra cui: se la vittima ha subito altre violenze in precedenza da parte dell’autore dell’omicidio, se ha subito forme di sfruttamento illecito (ad esempio tratta di persone, lavoro forzato o schiavitù), se si trovava in una situazione in cui è stata rapita o privata illegalmente della sua libertà; se lavorava nell’industria del sesso; se vi è stata una violenza sessuale contro la vittima prima e/o dopo l’uccisione; se vi era un pregiudizio specifico nei confronti delle donne da parte degli autori

«In Italia, non sono disponibili tutte queste informazioni, che solo in futuro si potranno rilevare grazie alla collaborazione inter-istituzionale con il Ministero dell’Interno» è l’amara ammissione del sito della TV nazionale.

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Secondo il rapporto EURES, inoltre, più alto il rischio al Nord, dove si è consumato il 55,1% del totale dei femminicidi commessi in Italia nel 2021(e dove è pari a 4,2 l’indice per milione di donne residenti), a fronte del 17,4% nelle regioni del Centro (con un indice pari a 3,1) e del 27,5% in quelle del Sud, dove nei primi 11 mesi del 2021 l’indice scende a 2,9 femminicidi per milione di donne residenti.

In aumento anche il numero degli stranieri autori di femminicidio (+50% nel 2021, passando da 16 a 24), anche se la percentuale di quelli italiani resta ampiamente maggioritaria (76,1%, con 83 autori censiti). Tale aumento non trova peraltro riscontro nella dinamica delle donne straniere vittime di femminicidio (20 nel 2021 e 21 nel 2020).

Pur restando nel 2021 gli omicidi «infragruppo» fortemente maggioritari (il 95,3% degli uomini italiani ha infatti ucciso una donna italiana e il 66,7% degli uomini stranieri ha ucciso una donna straniera), la percentuale di vittime italiane uccise da un autore straniero sale in misura significativa (da 4 vittime nel 2020 a 8 nel 2021), rappresentando ben il 33,3% dei casi, a fronte di un marginale 4,7% di uomini italiani che hanno ucciso una donna straniera.

LE RAGIONI INESPLORATE DI UN FENOMENO

Ecco dunque che le statistiche si rivelano un’ambigua e inaffidabile “cartina tornasole” per comprendere davvero le ragioni sempre più inesplorate di un fenomeno.

Si infatti una donna è stata uccisa da un partner che l’aveva segregata nell’ambito di uno sfruttamento malavitoso della prostituzione la causa reale non è una “violenza di genere” bensì una sopraffazione criminale abituale che, all’occasione, l’aggressore ha compiuto o potrebbe compiere ai danni di qualsiasi esser umano, maschio, femmina o bambino, che si frappone tra lui e la sua attività delinquenziale.

Ma ancor più ignorate, forse volutamente, dall’analisi sociale sono le ragioni alla base di ogni femminicidio qualora si verifichi nell’ambito di una relazione sentimentale provvisoria o di una matrimoniale stabile.

Scrivo la frase che nessuna femminista vuole udire: le colpe delle donne.

Un reale approccio di interpretazione del fenomeno, infatti, necessiterebbe di una differenziazione tra le casistiche in cui ci sono stati atti conflittuali innescati dalla donna o non ci sono stati. Mi spiego meglio.

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Se una ragazza giovane comincia a frequentare un ragazzo della sua età e dopo un paio di mesi si accorge che non c’è un vero amore o che magari lui è troppo geloso e opprimente, quindi decide di lasciarlo ma viene perseguitata e uccisa, essa è vittima al 100 % di un omicidio di genere.

La questione cambia notevolmente se una donna sposata da anni denuncia il marito con accuse di violenza fasulle per ottenere una più rapida e favorevole separazione, beneficia dell’affidamento dei figli e del tetto coniugale (magari in comproprietà con il coniuge non benestante, un semplice operaio), ottiene il suo allontanamento, inizia la convivenza con un altro uomo che viene proposto come “papà” ai figli e si rifiuta di farli vedere al genitore naturale magari denunciandolo per stalking quando costui si presenta sotto casa per rivendicare il suo diritto a incontrarli.

Ecco il classico esempio di una dinamica di conflittualità familiare che non è alimentata da reale “violenza di genere” ma da una rivendicazione di diritti penali, civili e umani che tira in ballo la patria potestà e anche il possesso di un bene economico.

Si tratta di una conflittualità che va ben oltre la rivalità uomo-donna ma è più simile alla lite tra alcuni eredi per una proprietà fisica o metafisica: la relazione coi figli.

In questo caso è evidente che l’uomo assassino non può essere MAI giustificato e nemmeno assolto in sede giudiziaria: ma può essere umanamente, socialmente capito e, a rigor di logica, potrebbe persino beneficiare di qualche attenuante se fosse davvero appurata la falsità della denuncia originaria della moglie-madre.

Proprio questo problema delle violenze inventate dalle donne incide in modo esorbitante nei casi di stalking o atti persecutori quando c’è una relazione stabile di convivenza, unione di fatto, unione civile o matrimonio cristiano.

TROPPE DENUNCE DI VIOLENZA DOMESTICA FASULLE

L’allarme è stato ripetutamente lanciato dagli addetti ai lavori, giudici e avvocati matrimonialisti, ma è stato completamente ignorato dalla politica a cui fa gioco fare la propaganda delle Scarpette Rosse e gettare nello stesso calderone ragazzine ammazzate dal primo fidanzato con astute donne che hanno usato proditoriamente l’arma della denuncia di abusi domestici per liberarsi del compagno come di un rifiuto organico da gettare nella raccolta differenziata.

Nella sfera delle relazioni uomo-donna, e più genericamente sessuali, il problema di un approccio morale e giudiziario “generalista” è stato sperimentato con grande insuccesso nell’ambito dell’articolo 609 bis del Codice Penale che ha riformato, incorporandoli, i reati di violenza carnale e di atti di libidine violenta nell’unica voce della violenza sessuale conferendo così al Tribunale un’amplissima discrezionalità che ha prodotto casi paradossali da me riportati in trent’anni di cronaca giudiziaria.

Ad esempio la condanna a 1 anno e 8 mesi del ragazzo che palpeggiò un seno alla ragazza che era uscita con lui a cena o il patteggiamento a 2 anni e 2 mesi concesso all’uomo che sodomizzò il figlio 12enne del vicino di casa. O la tardiva condanna al carcere del giovane padre di una ragazza con cui ebbe rapporti fecondi quando lei era infra14enne, durante la classica fuitina, determinando così il reato di violenza su minore.

Nell’ambito delle denunce per stalking o per violenza di genere, specialmente nell’ambito domestico, l’inasprimento delle procedure giudiziarie e delle pene attuate dal Codice Rosso, la legge 19 luglio 2019, n. 69 a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti, non sembra aver portato giovamento né alle statistiche né alle dinamiche che le procedono.

E’ stato attivato per favorire le denunce delle donne ma, se non viene adeguatamente utilizzato e monitorato, può trasformarsi in un boomerang sociale come spiegano le inequivocabile dichiarazioni che seguono, da cui emerge una deriva femminista improntata al più becero opportunismo come le rivendicazioni sul diritto all’aborto senza “se e senza ma”.

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Solo in due casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri. Il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione. Molte volte siamo noi stessi a chiedere l’archiviazione. In altri casi, invece, si arriva a un processo dove la presunta vittima ridimensiona il proprio racconto. È successo anche che qualche ex moglie sia finita indagata per calunnia”. [Carmen Pugliese, PM specializzata in reati familiari]

E` certificato che nel 75% dei casi le denunce penali nei confronti del coniuge sono palesemente false, infondate e strumentali all’ottenimento di immediati risultati nelle cause di separazioni e divorzi”. [G.E. Gassani, Presidente Nazionale dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani]

“La tecnica è quasi sempre uguale. Denunciare prima della separazione il marito per percosse e minacce, anche se non sono vere. Scrivere qualche SMS alle amichette con finte richieste di aiuto. Mettersi d’accordo con loro per le testimonianze in tribunale. Addirittura quelle più determinate arrivano ai casi di autolesionismo per provare le violenze subite in casa. Poi basta un avvocato senza tanti scrupoli e desideroso di riempirsi il portafoglio e il gioco è fatto. I giudici non vanno tanto per il sottile e nella maggioranza dei casi danno ragione alle donne. Salvo poi ricredersi ma dopo anni e lunghe battaglie a colpi di carte bollate. Il marito e padre, quindi, viene sbattuto via da casa, anche se è di sua proprietà, e viene costretto a versare gli alimenti.” [Il Giornale]

Sempre piu` spesso si ricorre alla querela del coniuge o del convivente per risolvere a proprio favore i contenziosi civili per l’affidamento dei figli o per l’assegno di mantenimento.” [Barbara Bresci, PM]

“Ad adottare questi sotterfugi sono tutte donne: se la separazione `e in corso, non ci sono strumenti prima dell’udienza per allontanare uno dei due genitori da casa. L’ordine di allontanamento giunge solo in caso di violenza fisica, ed ecco perchè arrivano le denunce verso i mariti, per la maggior parte dei casi inventate.” [Avv. Clara Cirillo, presidente dell’Associazione Giuristi Italiani]

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“Se ci sono i minori in ballo, si mettono in atto dinamiche crudeli: le donne avanzano false denunce di maltrattamenti o molestie sui figli a scapito del coniuge, per togliere a quest’ultimo la patria potestà” [Avv. Cristina Nicolini, AGI]

“Potrebbe sembrare incredibile che si possa accusare qualcuno che si sa innocente di un delitto turpe quale quello di violenza sessuale, in particolare quando è perpetrata su un bambino, eppure succede e neanche troppo raramente […] per l’esperienza fatta le false denunce provengono quasi nella totalita` da donne, spesso madri che in tal modo tentano di allontanare gli ex mariti dai figli o peggio credono di vendicarsi di non si sa quali torti subiti durante il matrimonio.” [Jaqueline Monica Magli, PM]

L’accusa di violenza sessuale è il modo più facile per estromettere il padre dalla vita dei figli. La donna non solo si libera del partner come coniuge ma anche come padre, facendolo uscire definitivamente dalla sua vita” [Maria Carolina Palma, CTU]

OLTRE 15MILA CHIAMATE AL NUMERO ANTIVIOLENZA

Nel 2021, sono state 15.720 le donne che hanno contattato il “1522”, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, un dato stabile rispetto al 2020 (15.128) ma quasi raddoppiato dal 2019 (8.427). Lo ha riferito Linda Laura Sabbadini, direttrice della Direzione centrale per gli studi e la valorizzazione tematica nell’area delle statistiche sociali e demografiche dell’Istat, nel corso dell’audizione alla Commissione lavoro della Camera su ‘disposizioni per l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere’.

Oltre il 60% delle chiamate – ha sottolineato – si riferisce a violenze subite per anni, quota che supera il 75% per le casalinghe e il 70% per le pensionate, le ritirate dal lavoro, le lavoratrici in nero. Il dato è comunque al disopra della media anche per le donne prive di lavoro.

Proprio perché il nuovo Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è una donna e una madre ci auguriamo che osservi con attenzione il lavoro Commissione d’inchiesta sul femminicidio in Senato, affinché compia un lavoro approfondito per sviscerare le ragioni inesplorate del fenomeno e non si limiti a fare da cassa di risonanza al grido troppo spesso sguaiato del femminismo.

L’attivismo femminista, infatti, è ormai confluito nella Lobby LGBT che attraverso la rivendicazione dei diritti delle donne sta cercando di affrancare anche la cultura gender in cui anche l’unicità e bellezza del gentil sesso rischia di essere non solo annacquata ma pure offesa con la più insidiosa forma di violenza. Quella culturale.

IL DECADIMENTO DEI VALORI CRISTIANI PRIMA CAUSA DI INTOLLERANZA

Il graduale decadimento di valori morali cristiani, interpretati dal pensiero massonico come gabbie etiche anziché come guide di sapienza millenaria dell’umanità, ha innescato infatti un processo apparentemente inarrestabile di disgregazione sociale e intolleranza relazionale, in qualche modo profetizzato da San Pio, che è cominciato con il divorzio.

E’ stato introdotto come un’opzione nei casi di totale incomprensione o violenza domestica ma è divenuto una prassi di facile moda al primo screzio anche se, sovente, comporta gravissimi problemi sociali successivi soprattutto per le madri single non benestanti.

Ecco quindi che ancor prima di analizzare la deriva della conflittualità uomo-donna nei femminicidi andrebbe analizzata a fondo quella di una società che cerca di porre rimedio con le leggi umane alla perdita di quei sani principi che il Cristianesimo aveva scritto nel DNA dell’umanità in virtù della devozione all’unico vero Dio. 

Le ”profezie” di San Pio sulla Patria Cristiana. La lotta coi Massoni e l’aborto imposto da Rockefeller – NWO

 

Esemplare quanto semplice la “Morale domestica” insegnata da San Paolo nella Lettera agli Efesini (5, 21-33)

«Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata.

«Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito».

IL MISTERO DELLA DIVINA MISERICORDIA. Miracolo d’Amore nella Sofferenza di Gesù con Santa Faustina e San Giovanni Paolo II

Il magistero Paolino travalica l’ordine imposto dalla Bibbia a seguito del peccato originale per cui la donna fu condannata a ubbidire all’uomo:

«Poi disse alla donna: Moltiplicherò la sofferenza delle tue gravidanze  e tu partorirai figli con dolore. Eppure il tuo istinto ti spingerà  verso il tuo uomo, ma egli ti dominerà!» (Genesi, 3, 16).

Un concetto già mitigato in modo inequivocabile da Gesù Cristo:

«“Non avete letto ciò che dice la Bibbia? Dice che Dio fin dal principio maschio e femmina li creò. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una cosa sola. 6Così essi non sono più due ma un unico essere. Perciò l’uomo non separi ciò che Dio ha unito”. I farisei gli domandarono:Perché dunque Mosè ha comandato di mandar via la moglie dopo averle dato una dichiarazione scritta di divorzio?»

«Gesù rispose: “Mosè vi ha permesso di mandar via le vostre donne perché voi avete il cuore duro; ma al principio non era così. 9Ora io vi dico: se uno manda via la propria donna – salvo il caso di una relazione illegale – e poi ne sposa un’altra, costui commette adulterio”».

DEVIANZE GENDER LGBT, TORMENTI DI VACCINI, FURORI DI GUERRE, TIMORI DI APOCALISSE. Profezie Bibliche su Giusti ed Empi

Nella stessa Bibbia sta anche scritta la sorte per l’uomo, ma ovviamente anche per la donna, che non obbedisce a Dio eai suoi comandamenti: in particolare il VI che intima di “non commettere adulterio” a differenza della mentalità contemporanea che l’ha non solo legittimato ma anche propagandato nella retorica letteraria e cinematografica.

“Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni (…) Ti fidanzerai con una donna, un altro si coricherà con lei (Deuteronomio 28, 15-30)

Uomo avvisato…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – APOCALISSE TERRA

RAI NEWS – FEMMINICIDI 2021 

MESSAGGERO – RAPPORTO EURES FEMMINICIDI

CENTRI ANTIVIOLENZA – VIOLENZA DI GENERE IN ITALIA LA PAROLA A MAGISTRATI, AVVOCATI, PSICOLOGI LEGALI

AGI – Nel 2021 più di 15mila donne hanno contattato il numero contro violenze e stalking

PANDEMIA & GUERRA: COME LOTTARE CONTRO I COMPLOTTI NWO. Lezioni Bibliche di Re Davide, Papa Wojtyla e Marc Chagall

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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