Burkina Faso e Siria: stragi di bambini. Occultato il massacro fatto ad Afrin da jihadisti e turchi NATO

Burkina Faso e Siria: stragi di bambini. Occultato il massacro fatto ad Afrin da jihadisti e turchi NATO

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Nei conflitti ci sono «vittime degne e vittime indegne». Lo ha sempre ribadito il linguista americano Noam Chomsky, uno dei pochi intellettuali occidentali a schierarsi contro le sanzioni degli Usa al Venezuela che secondo un’inchiesta insabbiata da molti media hanno causato direttamente o indirettamente 40mila morti.

Le stragi dell’ultima settimana sono di fanciulli. Sono ormai le uniche che nelle cronache di guerra ha senso scrivere visto che i morti ammazzati da razzi e bombe sono così tanti da diventare terribile routine. Forse è per questo che la lobby delle armi tiene saldo il banco del gioco d’azzardo sulle vite umane nel mondo: perché tutti noi, soprattutto giornalisti, cerchiamo le storie originali mentre i cadaveri dei poveri cristi non bastano più a giustificare un articolo.

Ma nell’ultima settimana ben due massacri di bambini sono avvenuti in Africa ed in Medio Oriente. Entrambi sono stati compiuti dai cosiddetti jihadisti, guerriglieri armati in nome di Allah, soltanto che mentre uno è rimbalzato su tutti i media d’Europa l’altro è stato pressochè ignorato. La ragione? Diplomazia mediatica.

Cinque ragazzini di età compresa tra i 10 ed i 14 anni domenica 1 dicembre sono stati uccisi a colpi di kalashnikov durante l’assalto ad una chiesa evangelica del Burkina Faso da parte di uno squadrone della morte che i media locali ritengono composto da musulmani estremisti.

 

LA STRAGE DI BAMBINI NASCOSTA IN SIRIA

Ma ben 8 bambini di età compresa tra i 3 ed i 15 anni sono morti lunedì 2 dicembre, mentre giocavano, tra i 10 civili uccisi dalle bombe negli attacchi condotti vicino ad Afrin dall’esercito della Turchia, governata dal partito AKP che obbedisce al movimento islamico della Fratellanza Musulmana, insieme ai loro alleati jihadisti sunniti già noti per l’impunita uccisione in un agguato della pacifista curda Hevrin Khalaf.

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Ci sono varie ragioni per cui una strage di bambini non ha uguale dignità. La prima è quella di natura politica. In Burkina Faso operano terroristi islamici senza un palese coordinamento politico che cercano semplicemente di annientare la comunità cristiana, cattolica ed evangelica, in un paese estremamente povero di 19 milioni di abitanti, due terzi dei quali sono musulmani più o meno moderati.

Nella Siria settentrionale, invece, intorno alla città di Afrin è in atto l’operazione militare dei confinanti turchi che dopo aver occupato la zona con la missione Olive Branch, denominata ramoscello d’ulivo per aggiungere la beffa irridente oltre al danno, hanno lasciato il controllo di quel territorio a maggioranza curda in mano alle fazioni jihadiste come Ahrar Al Sharqyia che ormai da quasi due anni (20 gennaio 2018) compiono quotidiani omicidi, stupri, torture e rapimenti con tale intensità da non fare nemmeno più notizia.

Soprattutto dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha iniziato l’invasione del Rojava, l’area amministrata dai curdi nella Siria nord-orientale, lo scorso 9 ottobre.

Alcuni mesi fa fece scalpore, ma trovò risalto solo su Gospa News, la terribile storia del bambino Mohammad Rashid Khalil, rapito ed ucciso a 10 anni pur se affetto dalla Sindrome di Down. Il motivo è semplice: le vittime sono dei Curdi, etnia bandita dal 1922 dalla Turchia che essendo membro NATO dal 1952 gode di fatto di un immunità internazionale per le azioni di guerra ed i massacri che già odorano di genocidio.

SIRIA: BAMBINO DOWN RAPITO E UCCISO DAI JIHADISTI AIUTATI DAI TURCHI

«Il 2 dicembre, l’esercito turco e i suoi mercenari hanno commesso un massacro contro il popolo di Afrin sfollato con la forza dalle proprie case ad al-Shahba, provocando il martirio di 10 civili, tra cui 8 bambini, e il ferimento di altri 12 – scrive il media curdo HawarsNews – L’ufficio regionale del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) per il Medio Oriente e il Nord Africa, con sede ad Amman, in Giordania, ha pubblicato un rapporto sul suo sito ufficiale che esprime shock e tristezza per il massacro».

Le salme dei piccoli martiri di Tel Rifaat, vicino ad Afrin

Ma dopo il cordoglio per l’eccidio a colpi di razzi ecco la nota dolente: «La dichiarazione dell’UNICEF non ha indicato che la potenza occupante turca avesse commesso il massacro dei bambini di Tel Rifaat e non ha incluso alcuna condanna del crimine commesso dalla Turchia e dai suoi mercenari» aggiunge il sito ANHA.

Con questi attacchi, almeno 34 bambini sono stati uccisi nel nord della Siria nelle ultime quattro settimane. Ma siccome Ankara è fulcro della Fratellanza Musulmana che confrolla il ricco Qatar e deve decidere se acquistare i sistemi antimissile S-400 dalla Russia oppure farsi convince a comprare queli degli Usa, di fatto può fare tutto ciò che vuole in Siria: anche ammazzare i bambini!

In numerose città del Rojava i Curdi hanno manifestato per la strage di Tel Rifaat, vicino ad Afrin

Giovedì 5 dicembre la popolazione curda è scesa in piazza in molte città per protestare contro questa ennesima strage. «Le manifestazioni a Qamishlo, Hasaka, Til Kocher, Deir ez-Zor, Girkê Legê, Dêrik, Til Hemis, Dirbêsiyê, Raqqa-Kerame, Amûdê, Tirbespiyê e Fafîn (Shehba) hanno denunciato il silenzio del pubblico mondiale sui crimini di guerra turchi. La gente mostrava bandiere del PYD e delle forze di difesa della Siria settentrionale SDF, YPJ e YPG. Le foto dei bambini uccisi sono state mostrate su striscioni. Molti partecipanti hanno anche portato le foto dei loro parenti uccisi» riferisce il sito d’informazione curdo ANF.

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IL MASSACRO JIHADISTA IN BURKINA FASO

E’ stata invece giustamente unanime ed internazionale l’afflizione per la strage di 14 cristiani avvenuta nella piccola chiesa protestante – poco più di 30 fedeli in tutto – Hantoukoura, nella parte orientale del Burkina Faso. Cinque delle vittime sono fanciulli tra i 10 ed i 14 anni.

«Siamo profondamente rattristati da questo atto malvagio, la Chiesa si associa al dolore della Federazione delle Chiese e Missioni Evangeliche in Burkina Faso. Inviamo le nostre sincere condoglianze e siamo in comunione di preghiera per le anime dei fedeli morti e per alleviare il dolore di coloro che sono stati colpiti da questi omicidi» ha dichiarato p. Paul Dah, responsabile delle Comunicazione della Conferenza Episcopale del Burkina Faso, all’agenzia di stampa Fides delle Pontificie Opere Missionarie.

La chiesa del Burkina Faso dove è avvenuto il massacro

Secondo quanto riferito i soliti terroristi in motocicletta, si presume giunti dal Niger apposta, hanno teso un agguato alla comunità durante la funzione religiosa. Dopo aver separato gli uomini dalle donne, hanno intimato agli uomini di sdraiarsi a terra. Hanno coperto le loro teste con un panno ed hano fatto fuoco con i fucili semiautomatici uccidendoli uno ad uno con malvagia crudeltà.

 

LE PERSECUZIONI NEL PAESE AFRICANO

Secondo l’Africa Center for Strategic Studies, tali attacchi sono quadruplicati negli ultimi due anni in Burkina Faso e quest’anno hanno lasciato decine da solo. Inoltre, secondo le Nazioni Unite, circa 500.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case in mezzo ai disordini.

Il massacro di domenica fa seguito a una serie di attacchi da parte di ribelli islamisti radicali contro i cristiani nel paese dell’Africa occidentale come ricorda il sito Christian Post.

A giugno, alcuni uomini armati hanno preso d’assalto un villaggio nel nord del Burkina Faso e hanno ordinato alle persone che stavano chiacchierando fuori di sdraiarsi. Gli assalitori armati hanno quindi giustiziato quattro cristiani che hanno trovato dei crocifissi attorno al collo.

A maggio, una chiesa cattolica è stata attaccata nella città settentrionale di Dablo, dove anche uomini armati hanno ucciso un pastore e cinque fedeli, alcuni dei quali erano anziani della chiesa.

Sempre a maggio, quattro cattolici sono stati uccisi durante una processione con una statua della Vergine Maria nel comune settentrionale di Zimtenga, nella provincia di Bam.

INFERNO SAHEL: JIHADISTI AFRICANI TRUCIDANO PRETI E CRISTIANI

Ad aprile, un pastore e cinque fedeli sono stati uccisi nella città di Silgadji, nella parte settentrionale del paese. All’epoca si credeva che l’attacco alla chiesa di Silgadji fosse stato il primo a colpire una chiesa nel Burkina Faso, una nazione in cui musulmani e cristiani hanno ampiamente convissuto.

A febbraio, un prete di 72 anni è stato assassinato dai jihadisti al confine con Nohao. Nello stesso mese, un pastore di 54 anni è stato ucciso sulla strada tra Tasmakatt e Gorom-Gorom. L’elenco potrebbe continuare tragicamente…

Ma mentre il mondo intero s’indigna e giustamente condanna i massacri jihadisti in Burkina Faso contro i Cristiani nessuno sembra accorgersi di quelle perpetrate dai turchi e dai loro alleati terroristi islamici in Siria contro i Curdi. Una vergogna che ha il nome di tante altre stragi occultate nella storia dell’Occidente del Medio Oriente: NATO!

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI

GOSPA NEWS – TUTTE LE STRAGI TURCHE IN SIRIA

GOSPA NEWS – CRISTIANI PERSEGUITATI

ANHA – IL CORDOGLIO DELL’UNICEF

ANF – MARCIA PER I BAMBINI CURDI MORTI

GOSPA NEWS – COSPIRAZIONI E MASSONERIA

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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