L’UCRAINA VUOLE BANDIRE LA CHIESA ORTODOSSA RUSSA. Raid degli 007 SBU al Monastero di Kiev. Dopo la Legge di Discriminazione Linguistica

L’UCRAINA VUOLE BANDIRE LA CHIESA ORTODOSSA RUSSA. Raid degli 007 SBU al Monastero di Kiev. Dopo la Legge di Discriminazione Linguistica

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Nell’immagine di copertina il il raid del Servizio di Sicurezza Ucraino SBU nel Monastero delle grotte di Kiev della Chiesa Ortodossa Russa dove è avvenuto 

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Grazie alla protezione armata della NATO l’Ucraina sta continuando a perpetrare continue violazioni dei diritti umani sanciti dall’ONU che si vanno ad aggiungere ai crimini di guerra per cui Amnesty International ha denunciato i paramilitari neo-nazisti del Battaglione Azov che operano sotto il controllo del Ministero dell’Interno in quanto inquadrati nella Guardia Nazionale Ucraina (GNU).

Dopo la nota discriminazione della minoranza linguistica ed etnica filo-russa, che ancora grida inutilmente vendetta davanti al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, scoppia ora la persecuzione religiosa nei confronti della Chiesa Ortodossa Russa che riconosce l’autorità del Patriarca di Mosca.

Prima i pericolosi 007 dello SBU, il Servizio di Sicurezza Ucraino che il 5 marzo uccise a sangue freddo un negoziatore di pace di Kiev perché sospettato di tradimento, hanno fatto irruzione in un Monastero di Kiev a caccia di spie.

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Poi un gruppo parlamentare ucraino ha presentato un disegno di legge per vietare ogni attività della Chiesa Ortodossa Russa nel paese. La notizia è divenuta di dominio pubblico nello stesso giorno in cui Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione non vincolante che definisce la Russia uno “stato sponsor del terrorismo”.

Evitiamo di riferire quest’altro atto nel dettaglio perché concordiamo con il parere espresso dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova secondo la quale il Parlamento Europeo “dovrebbe essere designato come sponsor dell’idiozia”.

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LO SCISMA DELLA CHIESA ORTODOSSA UCRAINA NEL 2018

Lo scontro militare tra ucraini e filo-russi residenti nel paese è scoppiato nel 2014 dopo il golpe ordito a Kiev dai paesi NATO e lo scoppio della guerra civile nel Donbass.

Nel maggio 2022, come evidenziato in un precedente articolo di Gospa News, il conflitto divenne anche religioso in risposta alle benedizioni del patriarca di Mosca Kirill all’operazione militare speciale della Russia.

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Un intervento attuato dal presidente russo Vladimir Putin dopo anni di inutili trattati di pace a Minsk per proteggere le repubbliche separatiste di Donetzk e Lugansk dal perdurante genocidio attuato dal regime di Kiev proprio attraverso i feroci guerriglieri del Battaglio Azov, neo-nazisti ma anche satanisti, come evidenziato dai tatuaggi mostrati dall’esercito russo quando li catturò a Mariupol.

Nel dicembre 2018 era stata infatti fondata la Chiesa ortodossa d’Ucraina (Pravoslavna Cerkva Ukraïny) sotto la spinta del presidente Petro Poroshenko (e della NATO che lo sosteneva) e sotto l’egida del Patriarcato di Costantinopoli che ne ha riconosciuto l’autocefalia.

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A maggio, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, le autorità religiose ortodosse di Kiev sono entrate in rotta di collisione con quelle di Mosca, aprendo un dialogo anche la Chiesa ortodossa ucraina (Ukrayinska Pravoslavna Tserkva) che all’inizio di quest’anno ha dichiarato l’indipendenza da Mosca.

LA LEGGE DI DISCRIMINAZIONE DELLA LINGUA RUSSA

Poroshenko, invece, prima di lasciare il posto al successore Zelensky, mise la firma su un’importante e discussa legge con gravi implicazioni sulla questione linguistica.

«Si tratta della legge sulla lingua (legge n° 5670-d), approvata in via definitiva il 25 aprile 2019, con 278 voti favorevoli su 450. Dopo altre migliaia di modifiche e rielaborazioni, è stata approvata in prima lettura il 4 ottobre – scrisse il Sole 24 ORE – La nuova legge toglie alle lingue minoritarie, russo compreso, lo status di lingue regionali e limita drasticamente il loro utilizzo nella sfera pubblica. Nel testo il russo non è mai nel documento, al contrario per esempio dell’inglese, nominato ben diciotto volte. Andrij Parubij, portavoce della Rada, definì la legge una questione di sicurezza nazionale per il paese. Una legge che ha fatto percepire alla popolazione russofona l’intenzione deliberata del Governo ucraino di attuare una politica di “ucrainizzazione”».

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Tale normativa divenne esecutiva nonostante fosse in palese contrasto con la Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 47/135 del 18 dicembre 1992. I primi articoli sono inequivocabili:

Articolo 1.

  1. Gli Stati proteggeranno l’esistenza e l’identità nazionale o etnica, culturale, religiosa e linguistica delle minoranze all’interno dei rispettivi territori e favoriranno le condizioni per la promozione di tale identità.
  2. Gli Stati adotteranno idonee misure legislative ed altre allo scopo di conseguire questi obiettivi.

Articolo 2.

  1. Le persone appartenenti alle minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche (d’ora in avanti chiamate persone appartenenti a minoranza) hanno il diritto di beneficiare della loro cultura, di professare e praticare la loro religione e di usare la loro lingua, in privato e in pubblico, liberamente e senza interferenza o qualsiasi altra forma di discriminazione.

La questione non è di scarsa rilevanza perché, come evidenziò sempre il quotidiano di Confindustria, secondo un’indagine svolta dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev nel 2004, in realtà il russo viene usato molto più spesso di quanto dica il censimento ufficiale. Il 43-46% della popolazione parla russo in casa. Una percentuale molto simile a quella della popolazione che parla ucraino. Secondo quest’indagine la maggior parte della popolazione nelle regioni meridionali ed orientali dell’Ucraina parla russo.

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Secondo i dati dell’ultimo censimento ufficiale del 2001, invece, la lingua ufficiale dell’Ucraina è l’ucraino, una lingua slava orientale simile al polacco, che è la lingua madre del 71% della popolazione ucraina. Mentre il russo è la lingua madre del 26% della popolazione. Un numero significativo di persone nel paese parla rumeno o moldavo, bulgaro, turco di Crimea o ungherese.

Le stesse rilevazioni evidenziano che in Ucraina l’etnia russa era il 56% della popolazione totale di lingua madre russa, mentre il 44% rimanente era composto da ucraini, bielorussi, ebrei, greci, bulgari, moldavi, armeni, tartari, polacchi, tedeschi e tartari di Crimea.

Nonostante ciò la legge n° 5670-d del 2019 è stata utilizzata da Zelensky per privare le popolazioni filo-russe del diritto a usare la loro lingua madre nei documenti ufficiali in palese contrasto con al risoluzione ONU del 1992.

L’ATTACCO DEL PARLAMENTO DI KIEV ALLA CHIESA RUSSA IN UCRAINA

Il parlamento ucraino, la Verkhovnaya Rada, ha registrato un disegno di legge che cerca di mettere completamente al bando le attività della Chiesa ortodossa russa (ROC) sul territorio ucraino, poiché i legislatori insistono sul fatto che la chiesa rappresenta una minaccia per la sicurezza e l’ordine nazionale dell’Ucraina.

Il disegno di legge è stato avviato dal partito Solidarietà europea dell’ex presidente Pyotr Poroshenko, il cui co-presidente, Irina Gerashschenko, ha annunciato la mossa su Facebook martedì. Ha suggerito che la ROC “non era una chiesa, ma un’organizzazione ideologica che promuoveva il ‘mondo russo'”. Ha anche accusato il Patriarcato di Mosca di utilizzare il monastero di Kiev Pechersk Lavra – il principale monastero cristiano ortodosso dell’Ucraina – come “cellula anti-ucraina del Cremlino”.

Lavra è attualmente sotto il controllo della Chiesa ortodossa ucraina (UOC), che ha dichiarato l’indipendenza e l’autocefalia dal Patriarcato di Mosca all’inizio di quest’anno, in seguito allo scoppio del conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Tuttavia, anche la Chiesa ortodossa scismatica dell’Ucraina (OCU) ha rivendicato il monastero.

Il monastero delle grotte di Kiev della Chiesa Ortodossa Russa dove è avvenuto il radi del Servizio di Sicurezza Ucraino SBU

Tale normativa (tutti i dettagli nel reportage di Gospa News International in Inglese con traduzione automatica in Italiano) è in contrasto non solo con la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 47/135 del 18 dicembre 1992 ma anche con quella precedente, sulla libertà di culto.

La risoluzione 36/55 del 25 novembre 1981 contro le discriminazioni religiose all’articolo 2 recita infatti quanto segue:

  1. Nessun individuo può essere soggetto a discriminazioni di sorta da parte di uno Stato, di un’istituzione, di un gruppo o di un qualsiasi individuo sulla base della propria religione o del proprio credo.
  2. Ai fini della presente Dichiarazione, l’espressione “intolleranza e discriminazione fondate sulla religione o il credo” sta a significare ogni forma di distinzione, di esclusione, di restrizione o di preferenza basata sulla religione o il credo, avente per scopo o per effetto la soppressione o la limitazione del riconoscimento, del godimento o dell’esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali su una base di eguaglianza.

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Esiste il fondato timore che gli interessi geopolitici della NATO, che vanno a braccetto a Washington come a Roma con quelli della Lobby delle Armi, possano continuare a legittimare ogni aberrante discriminazione da parte del regime di Kiev contro i Russi, spingendo pian piano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a seguire le orme dei suoi connazionali che durante la Seconda Guerra Mondiale sterminarono 1,6 milioni di Ebrei in collaborazione con le SS di Adolf Hitler.

L’Ukraine Crisis Media Center, ente e think tank filogovernativo ucraino, finanziato da governi e privati occidentali descrive qui – sebbene in modo apologetico – la logica della pulizia etnico culturale e la cronologia che hanno portato alla legge 5670-d del 2019.

Appare incomprensibile come l’opinione pubblica USA e UE abbia, per quanto riguarda i diritti dell’etnia russa d’Ucraina, potuto sostenere una politica diametralmente opposta ai propri valori fondamentali e alle risoluzioni ONU.

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Oppure si tratta di uno specifico progetto pilota condotto dal Nuovo Ordine Mondiale in complicità con Kiev, come per i pericolosi laboratori batteriologici del Pentagono americano finanziati dall’ex direttore della CIA Leon Panetta durante l’amministrazione Obama-Biden sospettati di aver contribuito alla costruzione della bio-arma SARS-Cov-2, per la sperimentazione di un avanzato regime totalitario Internationale del Terzo Millennio?

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI

IL SOLE 24 ORE – L’Ucraina, la Russia e la questione linguistica spiegata in tre mappe

GOSPA NEWS – DOSSIER UCRAINA

GOSPA NEWS International – UKRAINE DOSSIER

UKRAINE CRISIS MEDIA CENTER – Una vecchia e una nuova legge sulla lingua in Ucraina: i fatti chiave

WUHAN-GATES – 62. Vaccini d’Oro & SARS-Cov-2 da Laboratorio: Complotto NWO-Gates-CIA nel Covo dei Rockefeller a Bellagio

Ukrainian Lawmakers want to Ban Russian Orthodox Church. After SBU Security Service’s Raid in Monastery and 2019 Language Discrimination Law

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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