“LA STRISCIA DI GAZA VA DEPOPOLATA”. Ministro Israeliano ammette l’Obiettivo del Genocidio NaziSionista per Ultimare la “Nakba” del 1948
In copertina due diverse immagini di genocidi etnici: la fossa comune nel campo nazista di Bergen-Basen nel 1945 e quella nella Striscia di Gaza nel 2023
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Non è un discorso ufficiale di fine anno perché è pronunciato da un membro del governo israeliano ma non dal primo ministro Benjamin Netanyahu, ma assume il significato di un editto ufficiale per lo sfollamento forzato dei palestinesi (musulmani come cristiani) da Gaza per ultimare la Nakba (catastrofe in arabo) del 1948.
Lo Spopolamento della Striscia di Gaza voluto dai Sionisti
“Ciò che bisogna fare nella Striscia di Gaza è incoraggiare l’emigrazione”, ha detto domenica alla radio dell’esercito il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich. “Se a Gaza ci fossero 100.000 o 200.000 arabi e non 2 milioni di arabi, l’intera discussione del giorno dopo sarà totalmente diversa”.
Il capò del partito di estrema destra Sionismo religioso ha sostenuto che una Gaza spopolata non rappresenterebbe più una minaccia per lo Stato ebraico, dato che i palestinesi che vivono lì sotto il dominio di Hamas “stanno crescendo con l’aspirazione di distruggere lo Stato di Israele. ”
“La maggior parte della società israeliana dirà ‘perché no, è un bel posto, facciamo fiorire il deserto, non a spese di nessuno’”, ha detto Smotrich, citato da Reuters. Ha suggerito che dovrebbe essere ideato un piano di reinsediamento internazionale per i palestinesi che “sono stati trattenuti con la forza contro la loro volontà in un ghetto per 75 anni” e cresciuti grazie alla propaganda anti-israeliana.
L’Obiettivo di porre fin al Piano Nakba del 1948
Grazie al misterioso attacco del gruppo terroristico di Hamas con la complicità occulta del fallimento dell’intelligence di Tel Aviv
, la più potente del mondo, nonostante gli allarmi noti agli 007 che hanno spinto i trader israeliani ben informati a fare enormi speculazioni di borsa il giorno prima del 7 ottobre, Israele può finalmente attuare la fase finale della Nabka.
Nakba significa “la catastrofe” in arabo. L’evento più drammatico per i palestinesi. Il termine si riferisce alla guerra del 1948 quando Israele combattè contro diversi Paesi arabi. All’epoca circa 700mila palestinesi furono costretti a lasciare le proprie case e diventare profughi di guerra
La “Nakba” è ricordata dai palestinesi ogni anno il 15 maggio, un giorno dopo la fondazione dello stato di Israele.
Gli ebrei, fino a pochi anni prima perseguitati in Europa dai Nazisti guidati dal presunto aschenazita Adolf Hitler in un piano fratricida finanziato dai Rockefeller, si rifugiarono in Palestina seguendo il progetto coloniale già tracciato dalla Dichiarazione Balfour in un accordo tra massoneria britannica, Rothschild e Movimento Politico Sionista creato dagli stessi Aschenaziti.
Con la fine della guerra, l’Onu fece un piano di partizione: il 56% del territorio doveva andare agli ebrei e il resto ai palestinesi. Gerusalemme rimaneva territorio neutrale. La leadership ebraica accettò la proposta dell’ONU, e il 14 maggio 1948 David Ben Gurion, diventato primo ministro, dichiarò la fondazione dello stato di Israele. Stati Uniti e Unione Sovietica riconobbero il nuovo Stato.
I palestinesi invece rifiutarono la risoluzione poiché la Palestina era stato per secoli territorio arabo. Nei giorni successivi una coalizione di Stati arabi attaccò Israele. L’esercito israeliano contrattaccò, conquistando enormi porzioni di territorio che l’Onu aveva attribuito ai palestinesi. In seguito alla vittoria di Israele, centinaia di villaggi vennero distrutti e circa 700mila palestinesi furono costretti a lasciare le proprie case.
Il Genocidio NaziSionista supportato da NATO, UE e Italia
Con l’operazione Spada di Ferro lanciata dopo il 7 ottobre dal primo ministro Bibi Netanyahu è stato avviato un genocidio premeditato, come emerso da un piano segreto israeliano trapelato da un’inchiesta giornalistica, per attuare una pulizia etnica, terrorizzare i Palestinesi e deportarli da Gaza alla penisola egiziana del Sinai.
Oggi per la prima volta un ministro del regime sionista di Tel Aviv ammette che questo è il vero obiettivo dell’azione di bombardamenti senza scrupoli dell’Israel Defense Forces che è stata oggetto di molteplici denunce per genocidio davanti a vari Tribunali Internazionali per il sistematico massacro di oltre 8mila bambini, migliaia di donne e anziani per un bilancio provvisorio di oltre 21mila morti.
Questo piano di matrice nazista sta trovando compimento grazie al completo appoggio dei paesi NATO (ad eccezione della Turchia) e grazie alle forniture di armi americane e alla complicità dell’Unione Europea e in particolare dell’Italia.
Non è certo un bel messaggio con cui finire il 2023 e cominciare il 2024. Ma è più o meno quanto abbiano previsto nella nostra riflessione finale del 31 dicembre all’interno del Video n. 5 de “l’AntiTG”…
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Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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